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10 Luglio 2018 - 15:55
Tribunale di Ivrea
A
vrebbe dovuto essere il giorno del processo per la conduttrice Barbara D’Urso, il giornalista Alessandro Cracco e Alessandro Banfi, tutti della trasmissione “Pomeriggio 5”. Invece, il giudice Angela Rizzo, su istanza dell’avvocato difensore, ha stabilità che tutto sia da rifare. Il difetto eccepito? Le notifiche che non sarebbero state inviate nell’ufficio giusto a Mediaset. Ed ecco che il processo è slittato di quattro mesi: al 14 novembre.
Fuori dall’aula lo sfogo di R. S. la donna che da quella trasmissione sarebbe stata diffamata: “Quella donna mi ha rovinato la vita. Sei minuti di trasmissione per distruggere un’esistenza. Le mie foto prese da Facebook e sbattute in video a tutto schermo”. Il servizio trasmesso il 3 marzo del 2016 da “Pomeriggio 5” propone l’ennesimo scoop legato al caso Rosboch. Si parla di Chicca, una bella donna residente di Canavese, che sarebbe stata una delle tante amanti di Gabriele Defilippi, quella che l’avrebbe avviato all’uso della cocaina. “Ero a casa di mia mamma quel pomeriggio e la televisione era accesa e sintonizzata su Canale Cinque. Quando ho visto le mie foto, quel servizio, le cose assurde che venivano dette su di me, mi è crollato il mondo addosso. La mia vita è andata in frantumi”.
Chicca è una bella donna sulla quarantina, una vita discreta, vissuta serenamente in un piccolo paese: “Da quel giorno nulla è stato più come prima. Con quel servizio Barbara d’Urso ha aperto la trasmissione. L’hanno visto tutti. Ho ricevuto telefonate da mezza Italia, le mie zie dalla Puglia che mi chiedevano che stesse succedendo, amici, conoscenti. Per tutti ero diventata una donna spregiudicata, l’amante di un ragazzino, una spacciatrice di coca. Per mesi non sono più uscita di casa. Ora chiedo solo giustizia e il riconoscimento dell’enorme danno subito”. L’unico punto di contatto tra Chicca e Gabriele Defilippi, risalirebbe ad oltre vent’anni fa: “Conoscevo la madre, Caterina Abbattista, eravamo amiche, ma non ci vediamo da oltre vent’anni. Io Gabriele l’ho visto appena nato. Poi mai più ed anche con Caterina ho perso tutti i rapporti. Non so come sia potuta venire fuori una storia simile. Probabilmente si è trattato di un equivoco basato sul fatto che una delle fidanzatine di Gabriele si chiamava proprio Chicca. Ma trasmettere un servizio simile è stato davvero irresponsabile”.
Assistita dall’avvocato Alessandro Radicchi dello studio Chiusano di Torino, “Chicca” si costituirà parte civile: “Non mollo. La mia vita è stata distrutta. Ora devono pagare”.
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