MONTEU DA PO. Una famiglia senza casa e il sindaco ci scherza anche su...

Che il sindaco Vittorio Covacci di Monteu da Po sia di sinistra o di destra, lo confesso, non m’interessa granché. Così come non m’interessa sapere che lui è “apartitico” quando veste la fascia tricolore, mentre è “compagno” nella cameretta di casa sua o su facebook. “Singolari” concezioni dell’impegno politico e amministrativo da parte di chi lo fa, ma tant’è. Alzo le mani. Cosa m’interessa - e dovrebbe interessare in primis il sindaco - è, invece, il destino di una famiglia di padre, madre e un bimbo di nemmeno quattro anni, che può finire sulla strada da un giorno all’altro. E’ la famiglia di Daniel Farcas, 37 anni, e Tincuta Turcanu, 44. I due vivono da 9 anni a Monteu.

Da dodici mesi a questa parte i coniugi non riescono più a pagare l’affitto dell’alloggio di corso Industria.

Per questo, sono stati sfrattati. Lo sfratto è esecutivo, con sentenza del tribunale di Ivrea, dal 15 febbraio. Entro aprile devono lasciare la casa. Con il loro bambino.

La famiglia Farcas ha bussato alla porta del sindaco Covacci e, per ora, l’ha trovata sempre chiusa.

“I signori richiedenti alloggio hanno rifiutato le varie offerte possibili, tanto è vero che sorgerebbe spontaneo chiedersi se trattarsi davvero di un’ emergenza abitativa reale”, replica il sindaco nella lettera pubblicata a pagina 4. Che poi aggiunge di agire nell’interesse della collettività, per non incappare nel rischio di essere accusato di abuso d’ufficio.

Parole forti. Dure.

Accuse pesanti, senza riflettere sul fatto che un’emergenza abitativa non è un gioco. Non è uno scherzo o un pesce d’aprile. Tanto meno per un papà e una mamma preoccupati per il loro bambino.

Che il sindaco Covacci sia di sinistra o di destra, chissenefrega. Che sia responsabile, forse, interessa per lo meno a tutti i suoi concittadini.