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14 Marzo 2018 - 15:52
favilli andrea
Siamo nel seggio 36, in via Milano, nella scuola Gobetti ed è la sera del 4 marzo, dopo le 23 parte lo spoglio dei voti. Qui, tra scrutatori e presidente di seggio qualcosa, evidentemente, non deve essere andato per il verso giusto visto che nessuno si è ricordato di segnare sul verbale i voti di lista per quei partiti che non erano in coalizione. Scorrendo i risultati, infatti, tutti i partiti che si sono presentati da soli, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Potere al Popolo e tutti gli altri, risultavano aver conquistato zero voti. La cosa, poi, ancora più strana, è quella di un Pd al 38%, una percentuale che il Partito Democratico in queste elezioni, a Settimo, non è riuscito a vedere nemmeno con il binocolo. Una percentuale evidentemente “falsata” vista la mancanza di numerosi voti.
Per fortuna, però, qualcuno se ne è accorto e i grillini hanno deciso di fare ricorso.
“Ci mancano 220 voti alla camera e 189 al senato - spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Favilli (in foto) - per questo abbiamo fatto ricorso in corte d’appello. Purtroppo in quel seggio nei verbali inviati al ministero dell’interno mancavano i voti di lista. Con questi superiamo i 10 mila voti”.
Un ricorso che dovrebbe restituire qualche voto anche a Liberi e Uguali e a tutti gli altri partiti e movimenti che avevano scelto di non apparentarsi.
In parole povere, chi ha compilato i verbali ha trascritto i voti conquistati dal candidato all’uninominale (Aldo Corgiat per Liberi e Uguali e Pino Masciari per il Movimento 5 Stelle, al senato) ma si è dimenticato di compilare la parte relativa ai voti di lista che è rimasta inspiegabilmente bianca.
Insomma, la rappresentazione plastica di una disorganizzazione nello spoglio delle schede che definire totale è dire poco. Un disastro che si spera sia l’unico.
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