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31 Agosto 2017 - 08:37
Tra le ultime determine pubblicate sull’albo pretorio telematico del Comune di Ciriè, ce n’è una in particolare che desta numerose curiosità.
Stiamo parlando della numero 1085 del 24 agosto, con cui si riduce da 3mila euro a 0 l’esborso per il servizio di car sharing. L’amministrazione ha deciso di disfarsene? La società ha scelto di donare gratuitamente il servizio ai fortunati ciriacesi?
Macché. “IoGuido”, che si occupava del car sharing, ha fatto fallimento. A ripensare alle dichiarazioni pubbliche al lancio del servizio, a gennaio 2016, viene quasi da ridere (o da piangere). A presentare la grandiosa novità l’ex sindaco Francesco Brizio e l’assessore Giorgio Perello. A Ciriè arrivò una Fiat 500 nuova di zecca in una postazione in via Roma, angolo corso Martiri della Libertà.
“Abbiamo voluto dare un segno concreto di attenzione alla mobilità alternativa - sosteneva Perello - grazie al car sharing di Io Guido i cittadini possono avere un’opportunità di mobilità che potrà integrarsi ai diversi servizi già esistenti. Sono già molti i Comuni che hanno aderito a questo servizio di auto condivisa e siamo fiduciosi che possa rappresentare una soluzione per famiglie, liberi professionisti e imprese”. E poi Tiziano Schiavon, di CarCityClub, la società che gestiva “IoGuido”: “L’auto condivisa è un’esperienza di successo”. Manco fosse la rivoluzione.
Ad aprile 2016 la “vecchia” amministrazione esuberante cantava vittoria. “I numeri - spiegava la giunta comunale - indicano che sono oltre 20 gli iscritti che utilizzano già in modo abituale l’auto presente a Cirié. Vi sono, in prospettiva, ottime prospettive di crescita, non appena verrà attivato il servizio in tutti i comuni dove è presente “IoGuido””.
Insomma tutto bene, fino alla comparsa della determina.
“In data 13 marzo 2017 - è scritto a chiare lettere - si veniva a conoscenza del ritiro delle auto a noleggio senza peraltro essere mai stati contattati in precedenza dalla società affidataria del servizio”. Così, il 26 aprile, il Comune chiede delucidazioni al Car City Club “in merito alla prosecuzione del servizio senza che, ad oggi, pervenisse un riscontro positivo o altre comunicazioni riguardo la cessazione del servizio”.
Insomma chi s’è visto s’è visto. Il Comune, non si fosse accorto della scomparsa repentina della Fiat500, avrebbe continuato a sborsare soldi alla società.
E adesso - recita ancora la determina - “occorre procedere ad una verifica delle prestazioni effettivamente rese rispetto ai corrispettivi economici erogati fino all’anno 2016 al fine di quantificare eventuali richieste di rimborso”.
Di tutto questo, in Amministrazione (l’attuale), nessuno sa molto. L’unico informato, della fine del servizio ma non della mancanza di comunicazioni da parte della società, è il vice sindaco Aldo Buratto, che ha seguito la vicenda portando il tema all’attenzione della giunta comunale.
“La città metropolitana di Torino, con la quale abbiamo avuto una corrispondenza, ha già chiesto a diversi comuni se, nel caso ci fosse stata una nuove società, le amministrazioni fossero interessate a continuare ad avere questo servizio - spiega -. Di fatto non c’è ancora un contratto ma Ciriè è disponibile in tal senso, la nostra volontà c’è”.
Cambierà però il luogo dove l’auto è parcheggiata. “Con le manifestazioni, l’auto rimaneva chiusa e neanche si poteva utilizzare, era quasi d’intralcio - conclude Buratto -. Stiamo valutando l’ipotesi della stazione, utile anche per un collegamento con la ferrovia. Adesso aspettiamo che arrivi la nuova società”.
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