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LCM: occasione da non perdere

LCM: occasione da non perdere

Municipio ivrea

Il ferro va battuto fin che è caldo. Ecco perché, utilizzando questa espressione che viene dalla nostra tradizione, ritorno a dissertare amenamente sulla prospettiva che mi sta tanto a cuore di costituzione di una splendida LISTA CIVICA METROPOLITANA per competere nelle Elezioni di secondo livello, quindi riservate agli Amministratori, Sindaci e Consiglieri, dei 315 Comuni del Territorio ex Provincia di Torino, ora Città Metropolitana di Torino per la rielezione del Consiglio della medesima. Oltre alla mia personale e costante testardaggine sull’appassionante argomento, sono intervenuti recentemente nuovi eventi che meritano di essere analizzati, commentati e inseriti nel quadro politico complessivo in corso di definizione, che porterà in autunno all’importante rinnovo Istituzionale. Già, perché è passato pochissimo tempo dalle Elezioni Amministrative di Torino che eleggono anche, con una norma che ritengo medievale, inconcepibile ed inaccettabile, nella stessa persona del Sindaco della Città anche il Sindaco o Presidente della Città Metropolitana. Detto in parole semplici gli elettori di Torino hanno potuto esprimersi per quella esclusiva che consente loro di eleggere anche chi amministrerà gli altri 314 Comuni, le cui popolazioni restano invece ignare e inconsapevoli di fronte a questa scelta mica da ridere. Ebbene è accaduto che a Torino, Piero Fassino, il Sindaco uscente del PD, tutto si sarebbe aspettato meno che di essere scalzato dal trono che ha edificato in molti anni di politica concertata a tempo pieno tra l’incarico di Sindaco, di Presidente dell’Anci, di parlamentare e anche di dirigente di Torino Strategica, alla faccia del fisico smilzo!!!. A scalzarlo è stata la giovane candidata del Movimento Cinque stelle, Chiara Appendino, che è andata anzitutto ad amministrare la Città di Torino con una squadra di 25 consiglieri neoeletti e che per un certo periodo se la vedrà con la maggioranza dei consiglieri del PD nel Consiglio della Città Metropolitana. Dell’inattesa circostanza si sono ovviamente interessati subito anche gli Amministratori dei 314 Comunelli (se confrontati a Torino) ed hanno, in certa parte, subito quasi inconsapevolmente gioito, inneggiando al ribaltamento ed alla conseguente novità politica. Ma quale novità? Se prima dell’elezione il M5S ha rappresentato per qualche amministratore un minimo riferimento contrapposto al “regimetto” instaurato dal PD che spadroneggiava in CMTO, come in Regione, come nel governo a Roma, ora, raggiunto un persino insperato potere, generato proprio dalle regole imposte dal governo targato PD di Renzi e Delrio, non sarà certo propenso a lasciarsi sfuggire tanta manna caduta dal cielo solo per far piacere a qualche inbufalito Sindaco di periferia! La regola che fino a ieri poteva essere considerata blasfema anche da loro, ora per il M5S è oro colato!!! Ma a questo punto, non sta dritta neppure l’ipotesi di fare invece riferimento al monarca deposto del PD, perché per un certo tempo tutta la congrega del PD di Torino e dintorni, sarà sotto processo (anche se ora fortunatamente nessuno rischia più il Gulag di quando c’era il PCI) e poco disposta al dialogo con i presunti boicottatori  proprio del “regimetto PD” costruito con santa pazienza e maestria. C’è persino ancora dell’altro, che potrebbe trasparire proprio per come sono andate le cose a Torino. Che si sia passati dalla dicotomia centrosinistra – centrosinistra a quella bella e nuova centrosinistra-M5S? Il tempo fornirà maggiori elementi circa questo cambiamento epocale, dal quale il presunto centro-destra se non altro avrà l’occasione e anzitutto tutto il tempo occorrente per fare tabula rasa dell’attuale nomenclatura impresentabile ( non si richiedono neppure pur dignitosi KaraKiri, basterebbe  l’intracciabilità a vita) e ripartire dalle primarie da organizzare a partire dai Comuni di poche decine di abitanti, magari chiarendosi anche una volta per tutte che tipo di politica crede di sostenere e diffondere. Mi pare che in tutto questo bailamme, in attesa di capire cosa faranno i neoletti del M5S e come metabolizzeranno lo schianto quelli del PD, ci sia una strada larghissima e in discesa che si apre di fronte a tutti quegli Amministratori che per anni, nei piccoli centri, dico da Ivrea a Pinerolo a Susa, come per tutti quegli altri centri, ancora più piccoli che compongono la CMTo, hanno con impegno e costanza affrontato le difficoltà della crisi economica generale, mettendoci anche passione e coraggio nell’affrontare difficoltà sempre crescenti, spesso abbandonati a sé stessi. Aderire alla LISTA CIVICA METROPOLITANA è la migliore garanzia di potere tutelare le esigenze che scaturiscono del Territorio, senza condizionamenti di segreterie di partito o peggio ancora decisioni assunte attraverso i social network. Considerato che qualche mente eccelsa ha stabilito che l’elezione del Consiglio della CMTo debba avvenire attraverso una votazione riservata a Sindaci e Consiglieri eletti invece direttamente dai Cittadini, una Lista che esalti l’indipendenza degli Amministratori e che intenda sfruttare proprio l’esperienza e l’intraprendenza di chi conosce il Territorio come le proprie tasche, potrebbe rappresentare una vera novità se confrontata con il mondo decadente della politica partitica. Sarà inequivocabilmente l’unica nelle condizioni ideali per richiedere la revisione dell’intera legge che ha generato la Città Metropolitana così come è stata concepita. L’obiettivo è costruire una Lista che esprima un candidato per ogni Area Omogenea, lasciando agli elettori di ogni zona la decisione di identificare quelli che concentreranno il maggior numero di quei voti ponderati che non fanno altro che rafforzare ancora più la necessità di proporre con forza qualcosa che esca dagli schemi attuali. Non è in discussione il successo elettorale, la nomina di rappresentanti in Consiglio, che dipenderanno comunque da quanto questa opportunità sarà recepita dagli Amministratori. Per fornire un segno di discontinuità e di innovazione basterà riuscire a schierarsi ai blocchi di partenza. Poi chi vorrà fare la sua parte per evitare che Torino la faccia da padrona nelle vicende di un territorio in cui tutto quello che la circonda deve potere esprimere lo stesso peso, avrà in mano la carta giusta da giocare.
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