"Di sicuro c'è solo che è morto". Così Tommaso Besozzi titolava una delle inchieste che faranno la storia del giornalismo italiano. Erano gli anni '50, e l'inchiesta trovava spazio sulle colonne de "L'Europeo". Un titolo migliore per un'analisi del voto proprio non si riesce a trovare. Di sicuro c'è solo che è morto... Ma chi? La classe dirigente di questo Partito Democratico, che a Ciriè ne esce quasi più a pezzi che in tutta Italia. L'obiettivo era vincere al primo turno, si sono ritrovati sconfitti con 770 voti di differenza al ballottaggio. E di chi è la colpa? Di Francesco Brizio, che in questi dieci anni di amministrazione non ha convinto i ciriacesi come avrebbe dovuto. Di Paolo Ballesio, segretario dem che si è occupato della conduzione politica del partito prima e durante la campagna elettorale. E poi, ultimo ma non per importanza, Luca Capasso, che forse - visti i risultati - non era il candidato ideale. Nel direttivo Pd c'è da fare "mea culpa" e farsi un bagno di umiltà. C'è da rifondare un partito quasi da zero, con giovani, giovani e tanti giovani. Perché Loredana Devietti ha vinto questo elezioni? Se è vero che la politica è scienza, ed è vero, la Devietti ha vinto perché Brizio ha deluso, perché Capasso non è un trascinatore, perché la Devietti non doveva essere contro ma con (e di questo possiamo chiedere spiegazione solo ai 2 o 3 che stanno dietro alla campagna elettorale Dem, in primis al segretario). Capasso ha sbagliato puntando troppo poco sul rinnovamento. L'ha capito dopo il primo turno, vista la debacle, ha provato un cambio di rotta ma ormai era tardi (e, anzi, ha avuto l'effetto contrario: a molti è parsa una presa in giro). Perché Loredana Devietti ha vinto questo elezioni? Perché ha dato alla sua coalizione un carattere civico in un periodo storico in cui la gente è stufa dei partiti. Perché è una figura carismatica, conosciuta e mediaticamente incredibile. Perché ha imbastito una campagna elettorale, in tre mesi, stupefacente. Devietti ha vinto perché ha fatto leva sulle emozioni della gente, sul suo cuore ("Io amo Ciriè" non è un nome scelto a caso). In casa Dem c'è da guardarsi allo specchio e tirare le somme. Lo slogan di Capasso era: "Noi ci mettiamo la faccia". Bene, adesso chi ha le sue colpe che ce la metta davvero.
manuel.giacometto@gmail.com
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