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18 Maggio 2016 - 18:12
Una foto d'archivio della discarica di Chivasso
La società SMC, proprietaria delle discariche di Chivasso, ha depositato in Città Metropolitana una domanda di rinnovo con modifiche sostanziali dell’autorizzazione dell’impianto noto come “quello dei pneumatici”. Il nome ufficiale è impianto di “messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi. Operazione R13 di cui all’allegato C del DLgs 152/2005”. L’autorizzazione concessa dalla Provincia a SMC nel settembre 2006 vale per dieci anni e quindi è in scadenza.
Quella autorizzazione consente a SMC di ospitare nell’impianto non solo pneumatici, ma anche altri 51 tipi di rifiuti. Ne citiamo alcuni: truciolati, plastiche, gomme e fibre sintetiche, cavi, pastiglie per freni, serbatoi per gas liquido, metalli, imballaggi, carta, vetro, fibre tessili, cemento, mattonelle, ceramiche. L’impianto è composto da due capannoni che coprono una superficie di 2.800 metri quadrati sui 300.000 dell’area discariche nel suo complesso.
Abbiamo già scritto la settimana scorsa di questa domanda di rinnovo con modifiche Ma non eravamo ancora in possesso degli elaborati. Ora sì e possiamo cercare di comprendere in che cosa consistono le modifiche richieste, riservandoci di approfondire. Attualmente l’impianto è autorizzato a “mettere in riserva” i rifiuti: è l’operazione definita R13. Ora SMC chiede che le venga concesso di effettuare, in particolare per carta e cartone, anche l’operazione R3: si tratta di procedimenti propedeutici al riciclo dei rifiuti stessi e alla loro trasformazione in materia prima secondaria. Le operazioni principali sono tre: la deferrizzazione che consente di recuperare i materiali ferrosi; la triturazione dei rifiuti; il loro compattamento finalizzato a ridurne il volume. Il materiale così trattato verrà inviato ad “impianti di recupero autorizzati”. SMC non indica quali sono e dove sono: potrebbe trattarsi anche del futuro “Wastend 3”?
SMC assicura che l’impianto presenta “le condizioni di garanzia minimali atte a evitare fenomeni di contaminazione e/o inquinamento delle matrici ambientali interessate”. Però sappiamo che il capannone dei pneumatici è andato a fuoco del 2002, nel 2008 e nell’ottobre 2014. In questa ultima circostanza il sindaco Libero Ciuffreda aveva emanato un avviso con il quale invitava i residenti entro il raggio di un chilometro a lavare accuratamente gli ortaggi coltivati sul posto, ad alimentare polli e conigli con mangimi e foraggi provenienti da fuori dell’area probabilmente contaminata, e a non pascolare bovini e ovini in quei terreni.
La richiesta presentata dalla società verrà esaminata in Città Metropolitana il 26 maggio. Cittadini ed associazioni possono inviare a Città Metropolitana “osservazioni” fino al 16 maggio, ma si spera che i dirigenti dell’ex ente provinciale tollerino qualche giorno di ritardo come hanno fatto altre volte. Non conosciamo quale sia la posizione del Comune di Chivasso.
Come valutare la richiesta di SMC? Teniamo conto che l’azienda non chiede solo un rinnovo dell’autorizzazione: questa richiesta le aziende la fanno sempre alla scadenza dell’autorizzazione. La società vuole anche ottenere modifiche sostanziali costituite da pretrattamenti finalizzati al riciclo dei materiali. Ciò pare confermare che SMC non solo vuole restare a Chivasso, che non ha nessuna intenzione di chiudere, e che anzi tende ad arricchire di nuove operazione gli impianti esistenti. E il sindaco ha annunciato l’imminente deposito della terza versione del progetto Wastend.
La Provincia e il Consiglio comunale ritennero, rispettivamente nel 2008 e nel 2010, che in quella parte di Chivasso c’erano già troppi rifiuti. Poteva bastare: stop ai conferimenti nella discarica di Regione Pozzo. Gli ambientalisti che ora gridano “Chiudiamola” non fanno altro che esigere da Provincia e consiglio comunale il mantenimento delle promesse. L’amministrazione di Chivasso cosa ne pensa? Gli impegni si devono onorano oppure no?
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