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CHIVASSO. Rugby, terzo posto al mondiale

CHIVASSO. Rugby, terzo posto al mondiale
Si è conclusa con un meritatissimo terzo posto ed una grande soddisfazione nel cuore l'avventura del Chivasso Rugby Onlus, la prima società rugbistica in Italia nata per portare la palla ovale nel mondo del disagio e dell'handicap, al Primo Torneo Mondiale di Rugby Mixed Ability a Bradford, in Inghilterra. Dopo essersi giocata la finale con i padroni di casa, i Bumble Bee Barbarians, per soli due punti, la squadra guidata dal presidente Enrico Colzani ha battuto la Francia ai play off che si sono disputati venerdì 21 agosto, aggiundicandosi così il terzo gradino del podio. Un'esperienza, quella del mondiale, che ha permesso ai ragazzi del Chivasso Rugby- una quarantina di giocatori provenienti dalla fusione del Settimo Rugby Torino con il Chivasso Rugby Onlus- non solo di entrare in contatto con più di 400 partecipanti con e senza disabilità fisiche ed intellettive provenienti da oltre 10 paesi,tra cui Regno Unito, Francia, Irlanda, Belgio e Argentina, ma anche di giocare senza barriere e senza etichette.
Il primo ad essere soddisfatto è proprio il presidente Colzani, che riferendosi ai play off giocati contro la Francia, ha commentato: “Abbiamo disputato una buona partita, molto corretta e giocata con spirito mixed ability, ossia nel pieno rispetto della composizione della squadra”. Poi ha aggiunto: “Con questa esperienza portiamo a casa un'immensità di ricordi, anche dal lato agonistico e sportivo, e la sensazione di aver partecipato a qualcosa di enorme. Io lavoro nel sociale- ha continuato Colzani-, sono abituato a stare in relazione con le persone, ma questa volta, in Inghilterra, abbiamo davvero sentito di essere una comunità umana di persone, dove l'inclusione è reale”.
Ma, facendo un passo indietro, bisogna dire che forse il successo della squadra non sarebbe stato così forte se non fossero anche arrivate così tante dimostrazioni di affetto da parte dei loro tifosi: un in bocca al lupo speciale via web da parte dei nazionali italiani Martin Castrogiovanni e Sergio Parisse e da privati e da aziende come Giugiaro, Vaber e Progetti Medical che, con le loro donazioni, hanno consentito alla società sportiva di pagare le spese di viaggio della trasferta e salpare verso l’Inghilterra.

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