Si apprende da fonti ecclesiastiche che pure il Padreterno, venerdì sera, abbia disdetto precedenti impegni per sintonizzarsi sulle frequenze del consiglio comunale di Leini, ormai notoriamente il più grande spettacolo dopo il Big Bang, almeno in Canavese. Protagonista della serata proprio lui, il Padreterno. Nello specifico la sua incarnazione umana, Gesù Bambino. All'ordine del giorno c'era infatti il caso presepe, che tanto aveva fatto discutere nelle precedenti settimane. Per chi se lo fosse perso: il direttore della scuola Anna Frank Piero Bottale aveva negato il permesso di piazzare, come da tradizione, buoi, asinelli, San Giuseppi e Madonne realizzati da Gabriella Brassiolo nel cortile di villa Violante (oggi pertinenza scolastica) per motivi di sicurezza e per “rispetto delle culture di tutti”. Decisione che aveva infiammato la città, tanto che alla minoranza non era parso vero di buttarla in politica e chiedere un consiglio ad hoc. Questo, appunto. Viste le premesse, si attendevano frizzi e lazzi, e così è stato. Pubblico caldo, minorenza ancora di più. Bocciata la delibera proposta dall'opposizione, che impegnava il sindaco a trovare un luogo pubblico dove piazzare il presepe, la maggioranza ha approvato una seconda delibera. Che impegnava il sindaco a trovare un luogo pubblico dove piazzare il presepe. E mentre il pubblico si chiedeva se nell'emiciclo si fosse diffuso un atroce morbo condannando i politici ad un disturbo bipolare che li obbligasse, poveretti, a dir bianco subito dopo aver detto nero, fra urlacci e polemiche, applausi e fischi, nella gazzarra del parlamentino era tutto un fiorir di presepi. Musolino ne piazzava uno sul suo banco. Riva idem, che a un certo sembrava di stare a Napoli in via San Gregorio Armeno e c'era da stare attenti a camminare per non inciampare in un Re Magio galeotto. Il sindaco spiegava che le due delibere erano diverse, anche se in pochi capivano in quale misura. La differenza più sostanziale, infatti, erano le firme dei proponenti. Quelle stesse firme che impedivano alla Leone di votare un atto proposto da Brugiafreddo e a Brugiafreddo di votare un atto proposto dalla Leone. Perchè quest’è. E mentre il Padreterno da lassù si arrovellava per capire come mai il presepe, che Lui aveva voluto simbolo di concordia, pace e buona volontà, a Leini avesse scatenato la terza guerra mondiale, il consigliere Cazzari spiegava a tutti che “gli organi di stampa avevano capito male, che il preside voleva solo spostare il presepe dove fosse più sicuro”. Insomma, è colpa dei giornalisti. Era tutta una montatura, capito? “Ah, ok, è la stampa che ha capito male – interveniva Pittalis - O magari state cercando di ricostruire a vostro uso e consumo una vicenda che vi è scoppiata fra le mani e per cui non avete avuto il coraggio di prendere una posizione?”. Poi Riva rincarava: “Ci dica un po', caro sindaco, se noi non avessimo portato la nostra delibera, voi avresto portato la vostra, che è identica?”. Occhiata di panico fra la troika Troiani-Leone-Lamberti. Attimo di silenzio. Imbarazzo. Poi il presidente prendeva la parola. “La maggioranza non ritiene di rispondere a questa domanda”. A questo punto pure il Padreterno cambiava canale.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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