La vicenda che la scorsa estate aveva portato la borgata sparonese di Calsazio a notorietà internazionale è finita in consiglio comunale, quando il clamore era ormai cessato, per un’interrogazione presentata dal consigliere di opposizione Davide Munari. La richiesta di chiarimenti riguardava le dichiarazioni rilasciate dal sindaco in quei giorni. Ha detto l’interrogante: “Noi siamo assolutamente favorevoli ad interventi che riportano alla luce un patrimonio dimenticato e che ridanno vita ai borghi abbandonati, come Calsazio ed altri. Siamo convinti che l’amministrazione debba fare di tutto per facilitare le iniziative dei privati, sostenute dall’UNCEM”. Le dichiarazioni del sindaco erano state un po’ meno entusiastiche e ne ha precisato i motivi: “Non credo siano state contraddittorie: nessuno aveva avuto la gentilezza di avvisarmi dell’iniziativa. L’ho saputo dai giornali e dai loro servizi: su “Oggi” ne ho visto uno bellissimo però sembrava che parlasse… di un altro mondo. Condivido senza riserve la rivalutazione di queste realtà, possibilmente in accordo con i residenti ma non credo che si debba passare necessariamente attraverso “e.bay”: ci ha regalato un momento di risalto internazionale (e questo non può che essere un vantaggio per l’economia locale) ma si è trattato di una bolla di sapone sgonfiatasi rapidamente. Non ritengo sia stato corretto presentare Calsazio come un luogo abbandonato; nessuno discute il diritto di mettere in vendita la propria casa ma era e resta un’iniziativa di privati”. Non ha rinunciato a rivolgere una frecciata: “Un modo per aiutare la borgata sarebbe quello di tornare ad abitarvi e prendere la residenza. Io, che ero nata e vissuta in città, ho deciso di stabilirmi a Sparone: un percorso esattamente opposto a quello di chi ha lanciato la vendita”. Munari ha ribattuto: “Si è trattato di un’iniziativa dell’UNCEM e quel privato aveva partecipato ad un bando nell’aprile 2012 per creare un servizio utile che prima non c’era: un “Bed &Breckfast”. D’accordo, ci sono altre borgate con maggior potenzialità ma da qualche parte bisogna pur cominciare!” . Ancora il sindaco: “Con tutto il rispetto per Calsazio, se l’UNCEM – per fare un esempio - acquisisse il Budrer, quello sì che è un borgo abbandonato e veramente caratteristico. Avete visto il suo pozzo? E’ un gioiello”. Infine ha concluso. “L’UNCEM ha molti meriti ma i problemi della montagna sono anche altri: i trasporti, la Sanità, il freddo…”
Residenze fittizie
“A Bose e alla Costa risultano esserci persone residenti e votanti che però non vivono lì. Non solo: quelle case non hanno una parvenza di agibilità o addirittura non esistono più. Lo stesso vale per altre frazioni e per il concentrico”. Questa l’accusa della consigliera sparonese di minoranza Nazarena Bruda, che aveva presentato un’interrogazione della quale si è discusso nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Sparone ha numerose borgate e frazioni, una parte delle quali sono abbandonate da tempo ma dove formalmente risultano esserci ancora degli abitanti. E’ una situazione frequente in molti piccoli centri montani e su questo si è imperniata la risposta del sindaco Anna Bonino: “Ce ne siamo accorti adesso? Non mi risulta che in quelle frazioni ci siano nuovi residenti o case crollate ieri. La questione non riguarda soltanto noi: penso a cosa sarebbe Ribordone se dovesse accettare solo quanti vivono davvero lì. Quanto al nesso tra agibilità degli edifici e residenza, ai fini anagrafici questo non rileva”. A sua volta la presidente del consiglio comunale Iva Francisetti ha precisato: “Si tratta di persone che risiedevano effettivamente a quegli indirizzi e che li hanno mantenuti anche dopo essersi trasferite altrove”. Ancora il sindaco: “Se fossero questi i nostri problemi saremmo fortunati! Se sapete di situazioni specifiche, la procedura per dichiarare l’Irreperibilità di un soggetto dura un anno; se invece si conosce o si presume di conoscere la località in cui la persona vive, si chiede a quel Comune di intervenire. S’invita il gruppo di minoranza a completare la segnalazione con nomi e cognomi e, soprattutto, con l’indicazione del Comune in cui risiedono i soggetti indicati. Visto che avete l’elenco…”. Il capogruppo di opposizione però ha ribattuto. “No, nomi e cognomi non ne faccio perché sarebbe una scorrettezza. Comunque non qui”. La minoranza accusa la polizia Municipale per la mancata effettuazione dei controlli. “La Polizia Municipale –ha replicato il sindaco – si muove solo su richiesta dell’Ufficio Anagrafe, qualora questo abbia ricevuto una segnalazione. Non posso garantire controlli a tappeto perché abbiamo altre esigenze ed altre priorità. E non mi risulta ci siano comuni che li fanno”.
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