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ROMA. Tasi: Acli, quasi 90% comuni ha raddoppiato aliquota

ROMA. Tasi: Acli, quasi 90% comuni ha raddoppiato aliquota

Quasi tutti i comuni che hanno deliberato sulla Tasi (7.405 su 8.057) hanno scelto di applicarla inasprendola; e ciò vale in 6.508 realtà, vale a dire nell'87,9% dei casi. L'aliquota media risulta infatti quasi doppia, l'1,9 per mille rispetto a quella standard (1 per mille), che verrà invece applicata obbligatoriamente nei comuni che non hanno adottato alcuna delibera entro lo scorso 10 settembre. E' quanto evidenzia uno studio delle Acli - elaborato tramite i Caf associati e presentato a Cortona (Arezzo) nel corso di un incontro nazionale di studi dedicato al lavoro e all'economia - secondo il quale addirittura 765 comuni, l'11,75% di quelli che hanno scelto di applicare la Tasi, ha scelto un'aliquota superiore al 2,5 per mille.

"Valutando nell'insieme le delibere Tasi - commenta Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli - si percepisce come i Comuni, su cui lo stato ha scaricato gran parte degli oneri delle politiche di austerità, con i tagli ai trasferimenti statali, si siano rivalsi sui cittadini. Ora, se è ammissibile il principio di una tassazione sugli immobili per finanziare i servizi, cosa ben diversa è la situazione attuale dove i comuni usano l'imposizione fiscale sulla casa quasi come una sorta di bancomat, mettendo in forte difficoltà - sottolinea - famiglie e imprese, soprattutto i ceti più deboli".

Per quanto riguarda le detrazioni, aggiunge il presidente delle Acli, solo poco più di un terzo dei comuni (2.341, il 35,97%) ha ritenuto di prevederle. "Questo è molto grave perché contravviene al principio della progressività dell'imposizione fiscale. E se si va a vedere nel dettaglio, le residue agevolazioni sono anche di minore entità". "Emblematico è il caso delle detrazioni sui figli. Nel precedente sistema di tassazione sulla casa - ricorda Bottalico - erano applicate su tutto il territorio nazionale e a partire dal primo figlio. Con la Tasi solo poco più di un decimo dei comuni (869, il 13,3%) prevede delle detrazioni extra per i figli e spesso queste detrazioni scattano solo dopo il terzo o quarto figlio. Inoltre, nella metà dei comuni (3.874, il 52,32%) il tributo è esteso anche agli immobili in affitto con la possibilità da parte del comune di far pagare una parte dell'imposta anche agli inquilini".

"Va evidenziato anche il fatto - osserva ancora il presidente delle Acli - che il calcolo della Tasi risulta molto più complesso e non appare certo andare nel senso di una semplificazione amministrativa. Qui a Cortona le Acli stanno discutendo di come rilanciare il lavoro: sotto questo profilo non possiamo fare a meno di notare che l'applicazione della Tasi, che funge da addizionale Imu su immobili agricoli (in 4.408 comuni, il 59,5% dei comuni) e commerciali e produttivi di ogni tipo (in 3.649 comuni, il 49,3%) finisce per avere delle ripercussioni su quei comparti come agricoltura, artigianato, ristorazione e altro, che vengono indicati come settori capaci di creare nuovo lavoro, e di cui si parla molto in vista dell'Expo 2015 sull'alimentazione. C'è una evidente discrepanza - conclude - tra gli annunci per il rilancio dell'economia e le dinamiche reali della fiscalità locale".

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