Cerca

TORINO. Fiat: diritto recesso in scadenza, il titolo perde il 2,9%

TORINO. Fiat: diritto recesso in scadenza, il titolo perde il 2,9%

Fiat Chrysler Automobiles

Continuano le speculazioni di mercato intorno al titolo Fiat in attesa di capire quali saranno i tempi e gli effetti della fusione con Chrysler. Mentre ieri il titolo aveva chiuso in positivo (+0,98%), oggi, nel penultimo giorno in cui gli azionisti potevano esercitare il loro diritto di recesso, il titolo ha perso in Borsa a Milano il 2,9%. Sul risultato negativo pesa con ogni probabilità un report di Credit Suisse, che ha abbassato a 6 euro il prezzo obiettivo del titolo del Lingotto ('underperform'). Secondo gli analisti della banca svizzera, il titolo potrebbe cioè rendere meno della Borsa (il recesso prevede un pagamento superiore ai 7 euro). Dopo la diffusione del report, il calo del titolo si è ampliato fino a toccare il -3,11%, per poi chiudere a -2,91%. Secondo gli analisti di Credit Suisse, c'è la possibilità che la quotazione a New York sia "il primo passo per un aumento di capitale". "Nonostante i successi dell'a.d. Marchionne negli ultimi 10 anni - scrivono gli analisti di Credit Suisse nel loro report - - vediamo poche opportunità per sorprenderci positivamente sulla strategia del gruppo". La quotazione in Borsa negli Usa potrebbe essere "il primo passo per un aumento di capitale".   "Riteniamo - spiegano - che i numerosi punti di forza del gruppo (Jeep, Ferrari, Maserati ed Alfa) non siano sufficienti per affrontare i "rischi a breve termine del mercato ed un insostenibile livello di indebitamento di 9,7 miliardi". Inoltre, "il piano quinquennale fino al 2018 appare troppo ottimistico e c'è un potenziale ribasso delle stime sul 2014 a seguito di un primo semestre debole". Secondo Credit Suisse, l'acquisizione di Chrysler "ha fatto cadere l'opportunità di una fusione con Psa", mentre "riteniamo non abbia valore" l'idea che "Ferrari e Maserati possano esistere senza la dimensione di un grande gruppo". Dunque una parziale Ipo di Ferrari "sarebbe positiva per noi, ma vediamo poco interesse tra il management e gli azionisti". L'ipotesi di aumento di capitale è rafforzata da un altro dato: tra gli azionisti rilevanti di Fiat riaffiora Norges Bank, la banca centrale norvegese. Aveva votato contro la fusione con Chrysler e lo scorso 31 luglio aveva ridotto la sua quota all'1,33%. Oggi è risalita sopra il 2% del capitale (2,016%).
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori