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Caso Roggero, Salvini sfida le sentenze e lancia la raccolta fondi: “Io sto con il gioielliere”

Il leader della Lega sostiene pubblicamente una raccolta fondi per il gioielliere condannato a 14 anni e 9 mesi

Caso Roggero, Salvini sfida le sentenze e lancia la raccolta fondi: “Io sto con il gioielliere”

Caso Roggero, Salvini sfida le sentenze e lancia la raccolta fondi: “Io sto con il gioielliere”

Matteo Salvini scende in campo per Mario Roggero. Lo fa nel modo più politico possibile: un video, un post sui social, un IBAN pubblico e una frase che non lascia spazio a sfumature. «Io sto con Mario Roggero». Il leader della Lega sostiene apertamente una raccolta fondi per il gioielliere di Grinzane Cavour, condannato in Appello a 14 anni e nove mesi di carcere per aver ucciso due rapinatori e ferito un terzo, dopo una rapina nel suo negozio nel 2021.

Il punto, per Salvini, non è la sentenza. È il racconto. Roggero viene descritto come un commerciante che ha lavorato una vita, «ammirato e stimato da tutti», travolto da un calvario giudiziario dopo aver reagito all’ennesima rapina per difendere sé stesso e la moglie. La condanna diventa così il simbolo di una giustizia che colpisce chi si difende, non chi rapina. E il risarcimento imposto — mezzo milione di euro alle famiglie dei rapinatori — viene presentato come un’ingiustizia ulteriore, quasi una beffa.

Nel video Salvini entra nei dettagli, scandisce cifre, insiste sul peso economico della vicenda: centinaia di migliaia di euro di spese legali, un futuro segnato, una famiglia da sostenere. E conclude con una frase che è insieme slogan e linea politica: «La difesa è sempre legittima». Non una valutazione giuridica, ma una dichiarazione identitaria.

La raccolta fondi diventa così un atto politico a tutti gli effetti. Non solo solidarietà personale, ma sfida aperta alla magistratura e al perimetro stesso della legittima difesa così come viene interpretata nei tribunali. Salvini non chiede una revisione della legge: la supera nel racconto, la aggira nel consenso, la contraddice nel linguaggio.

Il caso Roggero, quattro anni dopo la rapina, continua a dividere. Da una parte le sentenze, dall’altra una narrazione che trasforma un imputato condannato in simbolo dell’esasperazione dei commercianti. In mezzo, una politica che sceglie da che parte stare e lo dice senza ambiguità, IBAN compreso.

Non è solo una raccolta fondi. È un messaggio: alla vigilia di fine anno, la legittima difesa torna a essere bandiera, non principio da discutere. E Mario Roggero, ancora una volta, diventa il volto di uno scontro che va ben oltre la sua gioielleria.

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