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Rendimenti garantiti: come scegliere il conto deposito più adatto a te

Conto deposito: cos'è, perché sceglierlo, tipologie (vincolato/libero), rendimento netto dopo ritenuta 26% e imposta di bollo 2 per mille, con garanzia fino a 100.000 euro

Rendimenti garantiti: come scegliere il conto deposito più adatto a te

Rendimenti garantiti: come scegliere il conto deposito più adatto a te

Il conto deposito è uno strumento finanziario sui generis che ha sia finalità di risparmio che di investimento. Non deve essere confuso con il conto corrente, il cui scopo principale è la gestione del denaro (addebiti di utenze, bonifici, accrediti di stipendio e pensione, pagamenti tramite le carte di debito e credito e prelievi di contanti).

Il conto deposito, date le sue diverse finalità, ha un’operatività limitata (si possono fare solo versamenti e prelievi) e, se vogliamo, è più simile al tradizionale libretto di risparmio, uno strumento non più molto diffuso.

Negli ultimi anni, i conti deposito sono diventati molto popolari come evidenziato da un articolo pubblicato nel 2024 sulla testata online FocusRisparmio (“Risparmio, non solo Btp: boom di conti deposito tra gli italiani”), che sottolineava che circa 14 milioni di italiani hanno dichiarato di possederne almeno uno. Data la diffusione di questo strumento, è senz’altro interessante saperne qualcosa di più.

Cos’è un conto deposito?

Il conto deposito è una particolare tipologia di conto bancario, a operatività limitata, sul quale è possibile depositare somme di denaro per finalità di risparmio. La sua principale caratteristica è quella di prevedere un rendimento a tasso fisso grazie al quale il titolare può incrementare il capitale di partenza.

Il tasso di interesse è specificato nel contratto di apertura del conto e non subirà alcuna variazione, a prescindere dalle oscillazioni del mercato dei tassi. 

Dal momento che garantisce un determinato rendimento, che può essere più o meno elevato a seconda del tasso d’interesse concordato, il conto deposito è considerato anche uno strumento di investimento ed è quindi uno dei prodotti che possono essere inseriti in un portafoglio finanziario diversificato.

Tecnicamente parlando, viene inquadrato tra i prodotti finanziari a basso rischio, poiché sono previste specifiche garanzie. La quasi totalità delle banche che operano in Italia, infatti, aderisce al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Si tratta di un sistema di garanzia che assicura al depositante una copertura fino a 100.000 euro e che interviene per legge nel caso di liquidazione coatta amministrativa di una banca aderente.

Conti deposito: vincolati e non vincolati

Generalmente si distinguono due tipologie di conti deposito: vincolati e non vincolati (anche detti liberi).

Nel caso di un conto deposito vincolato, le somme depositate non possono essere prelevate prima della scadenza specificata sul contratto. Con il termine vincolato si fa riferimento a un vincolo temporale la cui durata può essere diversa a seconda delle proposte della banca: 3, 6, 9, 12 mesi e così via. Di solito, se non si rispetta il vincolo, è prevista una penale, per esempio il mancato riconoscimento degli interessi maturati oppure l’applicazione di un tasso attivo inferiore a quello normalmente previsto. Arrivati a scadenza, le somme sono a piena disposizione del titolare.

Il conto deposito non vincolato è un prodotto più flessibile poiché non prevede vincoli particolari: il cliente può movimentare le proprie somme di denaro verso il conto collegato, senza rischiare penali.

Generalmente, il conto deposito vincolato offre rendimenti leggermente superiori rispetto a quello libero; è una sorta di “ricompensa” per la minore flessibilità.

Il tasso di interesse e la ritenuta fiscale sugli interessi maturati

Il tasso di interesse sui conti deposito dipende dalle politiche della banca e, in buona parte, da quelle della BCE, che influenzano il mercato dei tassi. In linea di massima, quando l’inflazione sale, si registra di solito anche un incremento dei tassi attivi. Al contrario, quando l’inflazione si riduce, i rendimenti tendono ad abbassarsi. 

Sugli interessi attivi maturati è attualmente prevista una ritenuta fiscale del 26%. Dal momento che il tasso specificato nei prospetti pubblicitari delle banche è quello lordo, occorre essere consapevoli che il rendimento netto sarà più basso. Per scendere sul pratico: se il tasso lordo è del 2%, quello netto corrisponde all’1,48%.

È necessario ricordare anche l’imposta di bollo, che sui conti deposito è proporzionale alla giacenza risultante a una determinata data ed è pari al 2 per mille della somma depositata. Non sono previsti limiti massimi per le persone fisiche.

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