Cerca

Attualità

Vendita dell'ex Rsa a Pont Canavese, il consigliere comunale contro il sindaco: "Era già tutto deciso"

Il consigliere di minoranza accusa la maggioranza di aver ignorato una proposta completa e sostenibile

Vendita dell'ex Rsa a Pont Canavese, il consigliere comunale contro il sindaco: "Era già tutto deciso"

Vendita dell'ex Rsa a Pont Canavese, il consigliere comunale contro il sindaco: "Era già tutto deciso"

Dopo la discussione sulla vendita della RSA di Pont, avvenuta durante la seduta di consiglio di due settimane fa, il consigliere di minoranza Raffaele Costa interviene per commentare e contestare le dichiarazioni del sindaco. Le posizioni di <Noi per Pont> erano state esposte dal capogruppo Gian Piero Bonatto ma Costa, forzatamente assente per motivi indipendenti dalla sua volontà, ci tiene a rimarcare alcuni punti visto che “il nostro gruppo ha seguito la vicenda sin dall’inizio, presentando osservazioni, proposte e richieste puntuali. Fin da subito ci siamo espressi contro la vendita, non per un atteggiamento pregiudiziale o di opposizione a priori, ma per la volontà di tutelare un bene storico della comunità, costruito grazie al contributo della popolazione e destinato a servizi fondamentali per i cittadini, perché eravamo convinti – così come poi dimostrato – che fosse possibile ottenere la riapertura dell’ex RSA mantenendo la proprietà in capo al Comune”.

Riferendosi alle dichiarazioni di Coppo, Costa precisa: “Il sindaco ha ribadito che la decisione di vendita è arrivata dopo la constatazione che non si riusciva a fare altrimenti”. In effetti Coppo aveva affermato: <Nell’ultimo anno avevamo contattato una quindicina di ditte ma nessuna si era detta disponibile a gestire la struttura mantenendone la proprietà comunale così in giugno avevamo maturato la convinzione di alienare l’immobile. Su nove imprese inizialmente interessate alla gestione solo una aveva manifestato una mezza idea di convenzionarsi, ritenuta incongrua dalla commissione. Sarebbe piaciuto a tutti mantenere la proprietà dell’edificio, ma cederlo non vuol dire rinunciare al controllo, tant’è che chiediamo una fideiussione di 50.000 euro>.

Nella sua replica, Costa obietta: “Sollevo l’interrogativo che la decisione di alienare l’immobile fosse già stata maturata dalla maggioranza. La manifestazione d’interesse proveniva da una ditta con oltre quarant’anni di esperienza nel settore, che avrebbe mantenuto la proprietà in capo al Comune. Contrariamente a quanto comunicato dal Sindaco, non si trattava di una <mezza proposta>, bensì di un progetto dettagliato e strutturato che prevedeva: gestione della struttura; ristrutturazione e adeguamento a proprie spese; attivazione di un progetto in due fasi. Entro 12 mesi sarebbe stata riattivata l’RSA con 40 posti letto; entro i successivi 24 mesi sarebbero stati messi a disposizione ulteriori 20 posti letto; un poliambulatorio specialistico; locali per Guardia Medica, punto prelievi e centro diurno per anziani. Questa soluzione avrebbe consentito di mantenere la proprietà dell’immobile al Comune, garantendo così il controllo pubblico sulla gestione”.

Quell’unica offerta non era stata accolta. Perché?

Il sindaco aveva affermato che, non essendone giunte altre, non era stato possibile effettuare dei confronti per capire se fosse conveniente oppure no. Tale motivazione era apparsa bizzarra non solo a Costa che dichiara: “Nell’Avviso esplorativo era chiaramente riportato che l’Amministrazione, a seguito della eventuale ricezione di una o più manifestazioni di interesse, avrebbe deciso se e come avviare una procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del concessionario. La Giunta ha respinto la proposta, inizialmente motivando il diniego con l’<unicità dell’offerta>. Successivamente, a seguito della mia segnalazione su tale incongruenza, ha cambiato posizione, parlando di <mancanza di certezze> e <costi esosi>. Un cambio di giustificazione che definisco tardivo, contraddittorio e privo di istruttoria. Se davvero quella di mantenere la proprietà pubblica dell’edificio fosse stata una volontà condivisa, non si spiega perché quella ditta non sia stata nemmeno contattata per un confronto o un approfondimento. Tale mancata interlocuzione dimostra come l’Amministrazione fosse già orientata alla vendita, contraddicendo nei fatti le dichiarazioni di principio espresse dal Sindaco”.

Il comunicato si conclude con alcune <considerazioni finali>. La prima è che “Le maggiori spese legate a un bando di gestione non avrebbero rappresentato un rischio, bensì un vero e proprio investimento per la comunità: un impegno amministrativo più oneroso, ma finalizzato a mantenere la proprietà pubblica e a garantire servizi socio-sanitari di qualità e sotto controllo comunale”. La seconda riguarda la raccolta firme contro la vendita promossa da <Noi per Pont> ed aspramente criticata dal primo cittadino.

“Era volta – dichiara Costa - a sensibilizzare la maggioranza su una questione cruciale per la collettività. Grazie ad essa si è ottenuto un risultato di grande rilievo: la mobilitazione ha infatti contribuito ad evitare che l’ex RSA venisse posta a bando di vendita con un valore ridotto di circa 200 mila euro, garantendo così una maggiore tutela dell’interesse pubblico”.
Concludendo il suo intervento, Costa ribadisce che “Il gruppo <Noi per Pont> continuerà a vigilare con attenzione sull’iter e sull’attuazione degli impegni assunti dalla ditta aggiudicataria, affinché siano rispettati e la comunità possa beneficiare dei servizi promessi”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori