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Valli di Lanzo: tombe da svuotare perché il Comune ha fallito per vent’anni

A Groscavallo estumulazioni di massa, nessun ampliamento del cimitero e un paese in rivolta: dopo due decenni di promesse tradite, cinquanta famiglie scoprono che i resti dei loro cari finiranno all’ossario se non rispondono entro giugno.

Valli di Lanzo: tombe da svuotare perché il Comune ha fallito per vent’anni

Valli di Lanzo: tombe da svuotare perché il Comune ha fallito per vent’anni

Il 3 dicembre, alle 18, la sala consiliare di Groscavallo si è riempita come non accadeva da anni. All’ordine del giorno c’era un Consiglio comunale aperto – il primo dopo 16 anni di opposizione in aula – richiesto con forza dal gruppo Groscavallo Cambia per affrontare un tema che tocca tutti: l’avviso di estumulazione di una cinquantina di tombe nei tre cimiteri comunali.

Tra il pubblico, oltre ai residenti, c’erano molte famiglie arrivate da fuori paese: figli e nipoti di persone sepolte a Bonzo, Groscavallo e Forno, e anche non residenti che da anni chiedono invano di poter acquistare un loculo. Segno di quanto la questione abbia toccato corde intime, personali, profonde.

Per capire il clima della serata è importante tornare al documento firmato dal sindaco Giuseppe Giacomelli, alla guida del Comune ininterrottamente dal 2004. Una comunicazione ufficiale del 27 ottobre 2025, in cui si parla di «una grave situazione di insufficienza dei cimiteri comunali» e dell’«impossibilità di provvedere tempestivamente all’ampliamento o alla costruzione di un nuovo cimitero». Parole pesanti, arrivate dopo ventun’anni di rassicurazioni e promesse mai concretizzate.

L’avviso è stato chiaro sin dal primo momento: nella stagione invernale 2026/2027 verranno estumulate circa cinquanta salme, alcune sepolte da sessanta, settanta, perfino ottant’anni.
Morale? Per molte famiglie si è prospettato l’obbligo di trasferire i resti altrove o accettare l’ossario comunale, descritto dall’opposizione come «una fossa dove le ossa vengono buttate tutte insieme e mischiate». Chi non avrà risposto entro il 1° giugno 2026 sarà considerato automaticamente rinunciatario – in qualsiasi caso – e il Comune procederà senza ulteriori comunicazioni.

È in questo contesto che il Consiglio comunale aperto si è acceso. L’opposizione ha sintetizzato così il senso della serata: «Da vent’anni il sindaco dice di voler ampliare il cimitero. Non lo fa, e per trovare posto estumula tombe».

L’opposizione ha messo sul tavolo tre contestazioni precise. Primo: l’ampliamento del cimitero promesso per due decenni e mai realizzato, nonostante il terreno sia stato acquistato quasi vent’anni fa. Secondo: le promesse della campagna elettorale di un anno e mezzo fa – che avevano contribuito alla quarta riconferma consecutiva di Giacomelli – e che però non si sono tradotte in nulla. Nessun cantiere, nessun progetto visibile, nessun atto amministrativo. Terzo: la modalità con cui l’amministrazione ha comunicato l’estumulazione, con un avviso improvviso, senza confronto con la popolazione e senza alcuna attenzione al lato umano della vicenda.

Durante il Consiglio, il sindaco non ha offerto tempistiche chiare.  Ha mostrato un progetto molto ambizioso. Era appeso in sala consiliare.  Ha parlato di iter lunghi, procedure complesse, risorse difficili da reperire. Ha fatto capire che la strada è ancora tutta in salita e che, nonostante i vent’anni trascorsi, non esiste un cronoprogramma definito. Soprattutto, non ha fatto alcuna previsione, nulla che potesse chiarire quando – e se – vedrà mai la luce.

Giacomelli ha spiegato che l’avviso rappresenta solo l’avvio del procedimento e che le famiglie possono rivolgersi al Comune per chiarimenti o persino per ricomprare la concessione del loculo. Ma proprio qui, ha evidenziato l’opposizione, la situazione è diventata paradossale: se i parenti ricomprano le concessioni, non si libera alcun posto. E allora a cosa serve l’operazione? Cosa succederà quando, concluso il primo giro di estumulazioni, ci sarà ancora bisogno di spazio? Si procederà con un secondo avviso? E poi un terzo, un quarto? Fino a quando? Quante tombe dovranno essere aperte prima di affrontare il problema alla radice?

L’opposizione lo ha ripetuto più volte: continuare con gli avvisi significa solo rimandare, alimentare incertezza e soprattutto violare un patto non scritto tra un Comune e i suoi cittadini, quello di garantire un luogo dignitoso ai propri defunti. La proposta è stata chiara: costruire subito un primo lotto di poche decine di loculi, su un terreno comunale già acquistato. Anche solo un inizio, ma reale. Perché le parole, dopo vent’anni, non sono più sufficienti.

Cosa resta da fare? Nulla, salvo catalogare questa vicenda tra i racconti di un’Italia che arriva sempre tardi, che non pianifica, che trasforma ogni ritardo in emergenza, che si ricorda dei problemi solo quando esplodono tra le mani e che mostra cosa accade quando un’amministrazione rimanda per anni decisioni vitali, comprese quelle sul destino dei propri morti.

A Groscavallo, l’altra sera, non si è discusso solo di cimiteri: si è discusso di fiducia, di trasparenza, di memoria. Si è discusso del diritto – sacro, elementare – di sapere dove riposeranno i propri familiari. La verità è che la memoria dei propri cari non può essere gestita come un’urgenza dell’ultimo minuto. Mai.

Avviso

Ecco le salme coinvolte:

BERARDO Bartolomeo 1958, BOTTINO Francesco 1957, SALVETTI Lodovico 1942, BERARDO Giovanni Angiolino 1930, SALVETTI Giuseppe 1957, RAPELLI Lorenzo 1945, PERROCCHIETTI Caterina 1938, RAPELLI Antonio 1946, GARBOLINO Boot Maddalena 1961, TORRENO Pietro 1941, MILONE Teresa in Torreno 1956, BERARDO Pietro 1961, GIRARDI Teresa 1943, RAPELLI Pietro 1943, BORGIOTTO Pierina 1962, MAGNETTI Maddalena 1944, RAPELLI Giovanna ved. Berardo 1944, GIRARDI Antonietta 1952, GIRARDI Battista 1951, GIRARDI Caterina nata Plano 1958, GERARDI Pietro 1934, GIRARDI Giuseppe 1938, GIRARDI Guglielmo 1929, PEROTTO Domenica 1965, GIRARDI Luigi 1952, COSTA Adelaide 1954, PECCHIO Maria 1965, VENERA Andrea 1920, GIRARDI Matteo 1938, VENERA Caterina 1922, GOFFI Angela 1943, GIRARDI Matteo 1951, GIRARDI Bartolomeo 1959, GERARDI Domenico 1958, SOBRILE Giuseppe 1956, VENERA Elisabetta 1925, VENERA Michele 1961, GRIVA Alessandro 1957, VIVENZA Marianna 1952, VIVENZA Edoardo 1957, VIVENZA Domenica 1948, VIVENZA Domenico 1949, VIVENZA Ernesto 1916, Parroco Don Quaranta 1946, GRIVA Maria Maddalena 1955, MICHIARDI Domenico 1950, MICHIARDI Maria Anna 1959, VIVENZA Pietro 1951, VIVENZA Giovanni 1958, MANGIARDI Battista 1953, VIVENZA Adelaide 1935, BONADE’ Cristina 1958, SIBILLA Lucia Maria ved. Griva 1957, DRAPPERO Agostino 1957, ENRIETTA Bernardo 1957, CHIANALE Luigi 1959.

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