AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
30 Novembre 2025 - 21:55
Dentro gli Asili Notturni: ecco dove passano la notte i più fragili di Torino
La notizia è semplice quanto importante: gli Asili Notturni Umberto I continuano a dimostrare che il sociale, quando è fatto con competenza e lunga memoria, funziona davvero. Non servono slogan, non servono passerelle, basta varcare la soglia di via Ormea per capire che qui la cura non è una promessa, ma un gesto quotidiano. È quello che hanno toccato con mano l’Assessore regionale Andrea Tronzano e il Consigliere regionale Sergio Bartoli, arrivati per una visita che più che un sopralluogo è sembrata un ritorno alle fondamenta del vivere civile.
Ad accoglierli c’era Sergio Rosso, da oltre quarant’anni l’anima di questa istituzione che a Torino conoscono tutti, ma che pochissimi hanno visto così da vicino. Rosso non fa mai discorsi lunghi: mostra, spiega, accompagna. È una guida che preferisce i fatti alle dichiarazioni, perché gli Asili Notturni parlano da soli. Le stanze dedicate all’accoglienza notturna raccontano vite che spesso non trovano casa altrove; le cucine sono il cuore operativo dove si preparano pasti per chi ha bisogno, e gli ambulatori sono luoghi di cura che non chiedono tessere sanitarie o documenti, ma solo di entrare.
Nel corridoio che porta alle sale diagnostiche, Tronzano ascolta spiegazioni, osserva macchinari, chiede dei protocolli per le visite. È un assessore spesso impegnato a rincorrere conti e bilanci più che persone. Ma qui l’attenzione si sposta inevitabilmente su un altro parametro: la dignità. Perché questo è il vero servizio che gli Asili Notturni offrono, prima ancora delle prestazioni mediche.
La visita entra nel vivo negli ambulatori dove si effettuano cure oculistiche, odontoiatriche, prestazioni di medicina generale e perfino lavori ortodontici e pedodontici, tutti completamente gratuiti. Non esiste un tariffario sociale, non esiste una “partecipazione simbolica”: chi entra viene curato e basta. Un modello che altrove sembrerebbe impossibile, qui invece è prassi consolidata. E, per una volta, Torino può rivendicare un primato che non si basa su dichiarazioni di principio ma su un esercito silenzioso di professionisti e volontari.
Accanto all’assistenza tradizionale, Rosso presenta anche i progetti innovativi che stanno prendendo forma: la telemedicina per il diabete, gli screening per epatiti e tubercolosi, le collaborazioni con l’ASL Città di Torino e con diverse strutture ospedaliere piemontesi. Non sono attività aggiuntive, ma l’evoluzione naturale di un presidio che conosce il proprio territorio e sa che la povertà sanitaria cambia forma, si insinua nelle crepe della burocrazia e finisce spesso per colpire chi non ha né voce né visibilità.
«Ho avuto modo di conoscere in modo approfondito una realtà a dir poco lodevole - commenta Sergio Bartoli -. Qui si respira solidarietà concreta, fatta di professionalità, volontariato e attenzione verso chi spesso non ha voce. Gli Asili Notturni sono un patrimonio umano per l’intera comunità piemontese». Nessun superlativo fuori posto, nessun entusiasmo di circostanza: solo il riconoscimento di una macchina solidale che continua a reggere nonostante fragilità, crisi economiche e ritardi strutturali.
Bartoli rivolge anche un ringraziamento all’associazione dumsedafe e al suo presidente Piero Gola, realtà da anni vicina agli Asili Notturni e spesso presente nelle iniziative culturali e solidali che animano la città. Un legame che racconta un altro aspetto fondamentale di questo luogo: gli Asili Notturni non sono una struttura isolata, ma un nodo vivo della comunità torinese, dove reti diverse — istituzioni, volontariato, associazionismo — trovano un punto d’incontro possibile.
La visita si chiude con un momento conviviale preparato dai volontari. Una tavolata semplice, niente cerimonie, niente discorsi da fine evento. Solo persone che parlano, ridono, condividono un pasto. È forse la scena più rappresentativa di tutte: la solidarietà che diventa quotidianità, lontana dai riflettori, ostinata, necessaria. In un tempo in cui il sociale viene spesso brandito come arma politica o trasformato in slogan, gli Asili Notturni Umberto I continuano a essere ciò che sono sempre stati: un presidio autentico, un luogo dove la dignità non è un concetto astratto ma un servizio erogato, giorno dopo giorno.
Un monito e un esempio, per Torino e per chi la governa.






Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.