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29 Ottobre 2025 - 19:24
«Empress» in fiamme sul Nilo: notte di paura e salvataggio impeccabile a Luxor
Il riflesso arancione delle fiamme sul Nilo ha infranto la calma del crepuscolo. Erano le 18:15 circa di martedì 28 ottobre 2025, quando un incendio è divampato a bordo della nave da crociera «Empress» (indicata in alcuni dispacci come «Iberotel Crown Empress»), in navigazione nel tratto di Esna, a sud di Luxor. Nel giro di pochi minuti l’equipaggio ha fatto scattare le procedure d’emergenza: megafono, giubbotti di salvataggio, corridoi di fuga. A bordo si trovavano passeggeri di più nazionalità, tra cui un nutrito gruppo di italiani — «circa 60», secondo le prime comunicazioni della Farnesina, fino a «almeno 80» nelle stime di altri media — tutti evacuati in sicurezza. La scena più importante è quella che non si è vista: nessuna vittima tra i passeggeri. Le forze di sicurezza e di protezione civile del Governatorato di Luxor hanno portato a termine un’evacuazione considerata esemplare, mentre i vigili del fuoco domavano il rogo. In serata tre membri egiziani dell’equipaggio risultavano feriti e trasferiti in ospedale per accertamenti.

L’episodio è avvenuto nell’area di Asfun al-Mata’na, nel distretto di Esna (governatorato di Luxor), lungo una delle rotte più battute dalle crociere sul Nilo che collegano la riva occidentale di Luxor con Edfu e poi Assuan. Secondo ricostruzioni convergenti, l’incendio sarebbe partito dai ponti più bassi dell’unità. In particolare, le prime versioni parlano di un cortocircuito scatenato nella zona del bar o nelle cucine: un dettaglio che resta da fissare con certezza, ma il quadro tecnico (innesco elettrico in aree di servizio) è coerente con incidenti analoghi avvenuti negli anni sulle navi-flottanti del Nilo.
Le autorità locali hanno parlato di una «evacuazione riuscita» di circa 220 persone tra passeggeri e personale di bordo.
Le stime sui connazionali oscillano tra 60 e 80 italiani, segno di conteggi in aggiornamento nelle prime ore.
Non risultano vittime tra i passeggeri; i feriti (al momento indicati in tre e appartenenti all’equipaggio) sono stati portati in ospedale.
Il capitano ha mantenuto la governabilità del mezzo e ha portato la nave verso riva per facilitare lo sbarco; le uscite di emergenza e la segnalazione alle altre imbarcazioni hanno consentito di isolare il perimetro e alleggerire la pressione del traffico fluviale.
La Farnesina ha attivato immediatamente il coordinamento con l’Ambasciata d’Italia al Cairo e il Consolato competente, informando il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. I tour operator coinvolti — Corsini Viaggi e Travco Tours — hanno organizzato il trasferimento dei gruppi su altre navi: parte dei turisti italiani è stata imbarcata sulla «Nile Crown», altri sono stati assistiti in area Esna in attesa di una diversa unità. Il lavoro congiunto di autorità egiziane e operatori turistici ha permesso di fornire assistenza medica e supporto logistico, con l’obiettivo di far proseguire i programmi di viaggio o, se necessario, riproteggere i passeggeri su itinerari alternativi.
La Unità di Crisi del MAECI ha diffuso i riferimenti di emergenza e ha chiesto ai tour operator le liste passeggeri per facilitare eventuali pratiche documentali. Alcuni turisti avrebbero infatti lasciato a bordo documenti e oggetti personali, un aspetto frequente in evacuazioni che avvengono in tempi rapidi e in condizioni di fumo intenso.
Nei dispacci iniziali la nave è indicata come «Empress», in alcune note come «Iberotel Crown Empress» o «Crown Empress». Si tratta di una delle numerose unità classificate come «floating hotels», le navi-crociera che percorrono il tratto Luxor–Edfu–Kom Ombo–Assuan con soste strategiche presso i templi tolemaici e le necropoli tebane. In alta stagione sul fiume operano decine di navi, con carichi variabili da poche decine a oltre cento cabine; la concentrazione dei flussi e l’età media di parte della flotta rendono centrali manutenzione e procedure.
Non è la prima volta che un incendio a bordo di un «floating hotel» sul Nilo attira l’attenzione internazionale: nelle cronache del passato ricorrono episodi riconducibili a cortocircuiti in aree tecniche o di servizio, spesso risolti senza vittime grazie all’intervento degli equipaggi e delle autorità. La memoria operativa di questi casi ha contribuito a standardizzare checklist e simulazioni.
Le prime ricostruzioni parlano di un innesco elettrico nell’area bar o nelle cucine — due ambienti ad alto carico elettrico e termico. In contesti del genere, un difetto di isolamento, un surriscaldamento di quadri elettrici o una combinazione di umidità e grassi può fungere da accelerante. Detto questo, finché la perizia delle autorità egiziane non avrà completato la fase di ispezione (impianti, canaline, estintori, compartimentazioni REI, registri di manutenzione), la dinamica va considerata probabile ma non definitiva.
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