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Da Pont ad Alpette: la fiaba che unisce le valli del Gran Paradiso. Ecco i premiati di "Una fiaba per la montagna"

Dopo anni, la cerimonia torna nel paese dove il premio era nato nel 2003

Da Pont ad Alpette: la fiaba che unisce le valli del Gran Paradiso. Ecco i premiati di "Una fiaba per la montagna"

Da Pont ad Alpette: la fiaba che unisce le valli del Gran Paradiso. Ecco i premiati di "Una fiaba per la montagna"

Dopo diversi anni, la premiazione del Concorso Letterario “Una Fiaba per la Montagna” è tornata a svolgersi a Pont, luogo in cui il premio era nato nel 2003 per ricordare Enrico Trione, un giovane che amava la scrittura e la montagna, morto improvvisamente due anni prima all’età di 32 anni.
Nel pomeriggio di sabato 18 ottobre, nel salone polivalente, si sono ritrovati in tanti per ritirare i premi messi a disposizione dai Comuni di Pont e delle vallate circostanti e da quello di Cogne, dall’Unione Montana Valli Orco e Soana e da quella del Gran Paradiso, dalla Regione e dalla Città Metropolitana, da Federparchi, dal Parco Nazionale Gran Paradiso e da quello d’Abruzzo, Lazio e Molise. Poi c’erano i premi del Gruppo SMAT, del Lions Club Alto Canavese, del Centro Cani guida Lions (il Premio Trione aderisce ai progetti di Libro parlato), dell’Associazione Amici del Gran Paradiso, di quella Nazionale dei Poeti e Scrittori Dialettali, del Club degli Autori e, naturalmente, dell’Effepi Studi Francoprovenzali e degli Amis d’la Rua.

Questi ultimi hanno aggiunto un omaggio speciale regalando le magliette che – ha spiegato il presidente Carlo Rastel Bogin – “avevamo commissionato quando il nostro concerto annuale venne dedicato a Napoli e fummo presenti al Miracolo di San Gennaro”. La stessa cosa ha fatto l’associazione “I Péilacan” che organizza il concorso: in questo caso le magliette – ha detto il presidente Michele Nastro – “sono state realizzate dalla ditta presso cui lavorava Enrico Trione”.

Amministratori e organizzatori del concorso

L'Altrove era il tema di questa edizione

Il tema proposto quest’anno è stato “l’Altrove” e, come sempre, cinque erano le sezioni: Fiabe in Lingua Italiana, Scuole del Parco Nazionale Gran Paradiso, Giovani, Lingua Piemontese, Lingua Francoprovenzale.

Alla cerimonia – condotta dalla giornalista Lara Prato ed accompagnata nei momenti di pausa dalla fisarmonica di Marco Valsoano – oltre ai membri della giuria presieduta dal professor Giovanni Tesio hanno presenziato diversi sindaci ed amministratori, il consigliere regionale Mauro Fava, il presidente del Parco Gran Paradiso Mauro Durbano che faceva altresì le veci del suo collega del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Assente invece per motivi personali l’artista Gianfranco Schialvino, cui si devono le illustrazioni che accompagnano le fiabe nel volume pubblicato dall’editore Botalla di Gaglianico (Biella).

La premiazione, che per parecchi anni si era tenuta a Pont ai primi di dicembre, dal 2019 è diventata itinerante per rafforzare il suo significato di premio delle valli che circondano Pont ed è stata spostata all’inizio dell’autunno. Si era partiti da Locana (o meglio dalla sua frazione di Rosone) per raggiungere l’anno scorso Ingria. Nel 2026 sarà la volta di Alpette e, vista la sua specificità di paese delle stelle caratterizzato dalla presenza dell’Osservatorio e del Planetario nonché dall’organizzazione di incontri e convegni dedicati agli astri ed allo spazio, il tema non poteva che essere quello delle Stelle.

Il tema proposto quest’anno dal Concorso Letterario Nazionale “Una Fiaba per la Montagna” è stato l’ALTROVE. Cos’è l’Altrove? Nelle introduzioni al volume che raccoglie le migliori fiabe di questa edizione, si trovano risposte differenti.
Il professor Giovanni Tesio, presidente della giuria, lo definisce così: “E’ tutto ciò che muove i nostri pensieri, desideri, speranze. Ciò che sta al di là, che sogniamo, che anima i nostri cambiamenti: da sempre il desiderio umano è percorrere le praterie dell’infinito”. Tuttavia, in un mondo che si è molto ristretto “non esistono più plaghe da scovare, luoghi da scoprire: di fatto i nostri altrove li portiamo in noi, sfuggendo al prevedibile, derogando dal conforme, coltivando la nostra indipendenza. Ed ecco che a darci un impulso giunge la scrittura, l’invenzione di una storia. Lì dentro si costruisce qualcosa di misterioso, che possiamo chiamare altrove”.

Il presidente del Parco Gran Paradiso Mauro Durbano ha esaminato i due opposti modi di intendere questa parola. Come un alibi per non fare e non vedere anche in termini di tutela ambientale (“I problemi sono altrove”) oppure divinizzandolo come un luogo perfetto, una sorta di Eldorado irraggiungibile. “Per fortuna – aggiunge – ci sono anche accezioni positive. L’Altrove può essere visto come termine di paragone da conoscere, osservare e da cui all’occorrenza prendere spunti ma sempre tenendo conto delle proprie specifiche qualità”.

Il sindaco di Pont Paolo Coppo osserva che “dietro ogni parola c’è la magia del nostro territorio, la forza della natura e la saggezza di chi ha vissuto in sintonia con essa. Ogni racconto è un sentiero che si snoda tra i boschi, un ruscello che scende a valle, il respiro profondo di una vetta”.

L’assessore pontese alla Cultura Enrica Valle, infine, si è soffermata sul “significato particolare che questo tema assume per Pont, da sempre crocevia di passaggi e di incontri ed oggi luogo che si trasforma accogliendo nuove famiglie provenienti da terre lontane. Questa vocazione al dialogo e allo scambio si intreccia con la cornice unica del Parco Nazionale del Gran Paradiso, patrimonio naturalistico di inestimabile valore ma anche laboratorio di cultura e sostenibilità. Siamo convinti che la cultura rappresenti il più solido investimento per il futuro delle nostre comunità”.

Alcuni degli studenti premiati

I premiati

Le sezioni in Piemontese e Francoprovenzale non registrano mai molti partecipanti vista la difficoltà dello scrivere in idiomi che nel corso della storia hanno avuto prevalentemente un utilizzo orale. Ad aggiudicarsi il premio per il Francoprovenzale è stata la valdostana Enrica Guichardaz con “La Piquioouda marmotta è la Lénna” (“La marmottina e la luna”). Risiede a Courmayeur ed è una fedelissima del concorso.

Per quanto riguarda le fiabe in piemontese, la 1ª classificata è stata “Smangg e grata” (“Prudo e gratta”) di Lorenzo Vaira di Sommariva del Bosco (CN); la “N’agiut mascheugn” (“Un soccorso insperato”) dell’eporediese Maria Teresa Cantamessa; la “Avziné lòn ch’a smija da l’àutra Part!” (“Avvicinare quello che pare altrove”) dovuta alla penna di Attilio Rossi (Carmagnola).

Nella Sezione Animazione (“Scrivi la tua fiaba, diverrà un cartone animato”), con giudice unico Mario Bondici, vincitore delle passate edizioni, è stata premiata “Il topolino incontentabile” di Bruno Lisa (Almese).

Ben più consistente la partecipazione alle Sezioni in Lingua Italiana. Fra gli scrittori adulti, il vincitore è stato Simone Castino di Costigliole d’Asti per l’opera “La Sosta perfetta”. A lui sono andati i premi del Parco Nazionale Gran Paradiso, della Regione Piemonte, del Comune di Pont, consegnati dai rappresentanti degli enti premianti e dai soci del Péilacan. Al 2° posto Franco Tomasi Cont di Baldissero Canavese con “Il larice e la sorgente”, che ha ottenuto il Premio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. 3° classificato Pierangelo Costanza di Strambino con “Benvenuti ad altrove” (Premio Federparchi).

Buona la partecipazione alla Sezione Giovanile, dove va registrata quella di Davide Barbieri, un alunno delle Elementari di Piacenza, con “La banana che voleva fare tutto”. Ampia come sempre la presenza delle scuole Primaria e Secondaria di Secondo Grado: molte delle fiabe sono dovute ad autori singoli, sia delle Elementari che delle Medie; alcune sono invece frutto di un lavoro di gruppo. La parte del leone l’hanno fatta la Primaria “Giovannina Costa” di Sparone e la Secondaria “Giovanni Cena” di Cuorgnè, mentre l’opera proveniente da più lontano è stata quella scritta dagli allievi dell’Istituto Comprensivo di Pescasseroli con “La Magia della Montagna”. A questo proposito il presidente della giuria Giovanni Tesio ha ricordato come Pescasseroli non sia solo un’importante località del Parco d’Abruzzo, ma anche il luogo in cui nacque Benedetto Croce, uno dei giganti della filosofia novecentesca.

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