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Moncalieri sogna: Capitale Italiana della Cultura 2028?

Moncalieri candidata 2028 con "La periferia fa centro". Dossier depositato, le finaliste si conosceranno a dicembre

Moncalieri ci prova: la periferia fa centro e la città punta al 2028

Chi l’ha detto che la cultura abita solo i centri storici? A Moncalieri hanno deciso di cambiare prospettiva e di farne una bandiera. Con “La periferia fa centro”, il titolo del dossier depositato al Ministero della Cultura entro la scadenza del 25 settembre, la città entra ufficialmente nella corsa a Capitale Italiana della Cultura 2028 insieme ad altre ventidue realtà tra città e Unioni di Comuni.

Più che uno slogan, “La periferia fa centro” è una dichiarazione di intenti: portare la cultura dove si vive ogni giorno, nei quartieri, negli spazi marginali, nei luoghi in cui le relazioni accadono e crescono. Moncalieri propone di trasformare quelle aree spesso considerate “ai bordi” in nodi di incontro, creatività e partecipazione, rimettendo al centro le persone e il tessuto comunitario. È una visione che dialoga con le parole chiave del nostro tempo: inclusione, rigenerazione, prossimità.

Ora la palla passa a una commissione di sette esperti indipendenti provenienti dal mondo dell’arte, della cultura e della valorizzazione del patrimonio, chiamata a valutare i dossier presentati. Il calendario è serrato: entro il 18 dicembre 2025 saranno selezionate dieci città finaliste; entro il 12 marzo 2026 si terranno le audizioni pubbliche; entro il 27 marzo 2026 verrà annunciata la città vincitrice, che riceverà un contributo di un milione di euro per realizzare il programma culturale.

La competizione è nutrita e, soprattutto, rappresentativa dell’Italia nei suoi diversi paesaggi culturali. Tra i 23 candidati figurano realtà come Ancona, Catania, Fiesole, Forlì, Gravina in Puglia, Tarquinia, Vieste e l’Unione dei Comuni della Città Caudina, oltre a Moncalieri per il Piemonte. Un mosaico che condivide un obiettivo comune: usare la cultura come motore di coesione sociale e sviluppo sostenibile, intrecciando comunità, patrimonio e innovazione.

La scommessa moncalierese intercetta una domanda diffusa: la cultura può essere infrastruttura sociale? La risposta, nel progetto, è un sì pratico e misurabile. Non si tratta solo di eventi, ma di processi: riattivare spazi, facilitare la partecipazione, produrre nuove energie relazionali. La cultura come leva che rigenera i luoghi e rafforza i legami, riducendo distanze e disuguaglianze.

Il milione di euro destinato alla vincitrice è un acceleratore importante, ma il punto è un altro: costruire un modello replicabile di città viva, inclusiva e rigenerativa. Moncalieri indica una direzione chiara, mettendo in rete ambizioni civiche e visione culturale. Se “la periferia fa centro”, allora il centro si allarga: e la città intera diventa palcoscenico, laboratorio e casa.

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