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26 Settembre 2025 - 23:12
L’archivio in scena: Milano e Ivrea unite per salvare la memoria del Piccolo Teatro
Giovedì 25 settembre 2025, alle ore 12, il Teatro Strehler di Milano ha ospitato la conferenza stampa di presentazione del progetto “L’archivio in scena. Tutela e valorizzazione del patrimonio audiovisivo del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa”, promosso dalla Fondazione Guelpa in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea e con lo stesso Piccolo Teatro di Milano. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di salvaguardare, digitalizzare e valorizzare un patrimonio unico: oltre seimila supporti audiovisivi, conservati dal Piccolo, che documentano spettacoli, prove, attività collaterali e momenti significativi della vita del primo teatro stabile italiano. Si tratta di materiali registrati a partire dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi Duemila, realizzati su nastro magnetico e su pellicola, oggi minacciati dall’obsolescenza tecnologica e dal deterioramento fisico dei supporti.
Carpi, Strehler
Vita di Galileo
Arlecchino servitore di due padroni
Nelle collezioni del Piccolo Teatro trovano spazio documenti di grande valore: la registrazione audio di Vita di Galileo del 1962-63, i video di Così fan tutte del 1997-98, l’ampia documentazione relativa ad Arlecchino servitore di due padroni nelle sue molteplici edizioni, le prove de L’opera da tre soldi del 1955-56 e quelle de L’anima buona di Sezuan del 1995-96. A questi si aggiungono i materiali prodotti durante la direzione artistica di Luca Ronconi, con particolare rilievo per le riprese de Gli ultimi giorni dell’Umanità realizzate da Alberto Signetto. La varietà dei documenti testimonia il lavoro di un’istituzione che, fin dalla sua fondazione nel 1947 per volontà di Paolo Grassi, Giorgio Strehler e Nina Vinchi, si è configurata come un teatro di servizio pubblico, impegnato non solo nella produzione di spettacoli ma anche nella costruzione e conservazione della memoria teatrale.
La figura di Paolo Grassi resta centrale per comprendere questa visione. Grassi era convinto che il teatro dovesse avere una funzione sociale e civile, non limitarsi all’intrattenimento, ma porsi come strumento di crescita collettiva. La sua insistenza sull’archivio non era un vezzo burocratico: già negli anni Sessanta parlava della necessità di sistemare e ordinare i materiali, affinché diventassero “un luogo vivo e utile alla comunità”. Accanto a lui, Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi del Novecento, vedeva nel Piccolo non solo un palcoscenico, ma un laboratorio di ricerca artistica. Strehler concepiva il teatro come arte totale, capace di fondere poesia, organizzazione e disciplina, e non sorprende che gran parte dei documenti conservati ruotino intorno alle sue regie. Infine, Nina Vinchi, la terza fondatrice, svolse un ruolo decisivo, spesso lontano dalle luci della ribalta, ma fondamentale per la costruzione organizzativa e per la sopravvivenza stessa del Piccolo, specialmente nei primi anni.
La Fondazione Guelpa, nata dal lascito di Lucia Guelpa, negli ultimi vent’anni ha sostenuto numerosi progetti culturali nel territorio eporediese. Tra i più rilevanti: il supporto alla candidatura di “Ivrea, città industriale del XX secolo” a sito UNESCO, la promozione del titolo di Capitale Italiana del Libro 2022, lo studio GROMA per il nuovo Polo Culturale e il concorso di progettazione connesso. Con “L’archivio in scena” la Fondazione si propone di consolidare la propria azione, mettendo in relazione Ivrea e Milano attraverso un lavoro di tutela della memoria audiovisiva.
“Con il sostegno a L’archivio in scena - ha spiegato il presidente Bartolomeo Corsini - intendiamo recuperare la storia audiovisiva legata al teatro del recente passato, creando sul territorio eporediese un polo per la conservazione e la valorizzazione di materiali di eccezionale valore. Con il coinvolgimento dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea, la Fondazione si propone di creare un archivio digitale riscoprendo e restituendo a un pubblico internazionale una parte importante della storia del teatro nazionale e canavesano”.
Il CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea è stato inaugurato nel 2006 grazie a una convenzione tra la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Piemonte, il Comune di Ivrea e Telecom Italia. Ha sede nell’ex asilo olivettiano progettato dall’architetto Mario Ridolfi. Oggi custodisce circa 82.000 rulli di film, realizzati a partire dal 1907, e migliaia di nastri magnetici, molti dei quali recuperati e restaurati dopo anni di abbandono. All’interno è attivo un laboratorio di digitalizzazione e restauro che lavora su tutti i principali formati di pellicola fino a una risoluzione di 5K e su supporti magnetici di vario tipo. Le attività del laboratorio hanno consentito di riportare alla luce importanti collezioni, come quelle del Teatro Regio di Torino, della Fondazione Ferrovie dello Stato, della Banca d’Italia e di Philip Morris.
A sottolineare la rilevanza dell'accordo anche la presidente del Centro Sperimentale, Gabriella Buontempo.
“La collaborazione tra Piccolo Teatro di Milano e il Centro Sperimentale di Cinematografia - ha detto - ha l’obiettivo di valorizzare e preservare il patrimonio degli Enti coinvolti. Attraverso questa sinergia, si prevede di realizzare eventi, proiezioni e iniziative culturali che mettano in luce i materiali”.
Il Piccolo Teatro conserva da sempre una molteplicità di materiali: costumi, scenografie, fondi archivistici, materiali bibliografici, documentazione amministrativa e promozionale, oltre a un patrimonio immateriale fatto di testimonianze artistiche e culturali. Negli anni Sessanta fu lo stesso Paolo Grassi a promuovere il riordino dell’archivio, sottolineando come la sistemazione dei materiali fosse “cosa necessaria e importante”, affinché l’archivio potesse diventare “un luogo vivo e utile alla comunità”. Grazie a questa attenzione, il Piccolo è oggi in grado di offrire una documentazione che spazia dai copioni ai bozzetti, dalle musiche alle locandine, dalle fotografie agli audiovisivi. Un archivio che restituisce l’immagine di un’impresa teatrale nelle sue diverse dimensioni culturali, produttive, economiche e amministrative.
Il direttore generale Lanfranco Li Cauli e il direttore artistico Claudio Longhi hanno definito l’iniziativa un tassello fondamentale per gli ottant’anni del Piccolo, che ricorreranno nel 2027: “Il lavoro di Fondazione Guelpa e Centro Sperimentale di Cinematografia tenta di restituire momenti irripetibili di spettacolo, prove, lezioni, dagli anni Cinquanta a oggi, ricucendo la trama di una storia che finora era affidata soltanto al ricordo. Un regalo migliore per l’anniversario non poteva essere immaginato”.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati alcuni documenti audiovisivi esemplificativi del lavoro di recupero: il video di Arlecchino servitore di due padroni, stagione 1959/60, con Marcello Moretti nei panni del protagonista; la registrazione audio de L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht, stagione 1955/56, con Marina Bonfigli; l’audio de Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, stagione 1954/55, con musiche di Fiorenzo Carpi; l’audio di Vita di Galileo di Brecht, stagione 1962/63; il video delle prove de L’isola degli schiavi di Pierre de Marivaux, stagione 1994/95, con lo stesso Giorgio Strehler al lavoro.
Oltre ai materiali del Piccolo, il progetto prevede la digitalizzazione e la valorizzazione di altri fondi conservati a Ivrea, tra cui Fargo Film, RoseBud di Alberto Signetto, Judica Cordiglia, NovaT/Mediacor, MiTo – Settembre Musica, Show Biz, il fondo Edoardo Fadini con documenti su Carmelo Bene e il Living Theatre, Agata Guttadauro, la Compagnia Solari-Vanzi, il Fondo Video Olivetti e l’archivio fotografico Palmiro Muci. Questi materiali compongono un mosaico che permette di ricostruire non solo la storia del Piccolo Teatro, ma più in generale la vicenda del teatro italiano del Novecento e dei primi anni Duemila, nelle sue componenti tradizionali e sperimentali.
Il legame con Ivrea non è casuale. La città canavesana ha già avuto un ruolo cruciale nella storia del teatro italiano. Nel 1967 fu sede del Convegno per un Nuovo Teatro, uno degli eventi più significativi del teatro del Novecento, che vide la partecipazione di figure di spicco come Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Leo de Berardinis e Giuliano Scabia. Quel convegno nacque come risposta a un manifesto apparso sulla rivista “Sipario”, promosso da critici come Giuseppe Bartolucci, Edoardo Fadini, Ettore Capriolo e Franco Quadri, e firmato da intellettuali di primo piano. I temi dibattuti a Ivrea segnarono una svolta e divennero le basi del teatro sperimentale e di avanguardia degli anni Settanta e Ottanta. Oggi, con “L’archivio in scena”, Ivrea torna a essere protagonista, non più come luogo di elaborazione teorica ma come polo di conservazione e valorizzazione di un patrimonio che testimonia la vitalità della scena teatrale italiana.
“L’archivio in scena” rappresenta dunque un intervento articolato, che unisce competenze archivistiche, tecnologie di digitalizzazione avanzate e strategie di valorizzazione culturale. Il progetto intende garantire la conservazione a lungo termine dei materiali, secondo gli standard internazionali della FIAF, e rendere accessibile al pubblico un patrimonio finora poco conosciuto. La presentazione al Teatro Strehler ha avuto il merito di riportare l’attenzione non solo su Milano, ma anche su Ivrea e sulla sua tradizione culturale. La città canavesana, che già nel 1967 ospitò il Convegno per un Nuovo Teatro, torna oggi al centro di un percorso che riguarda la memoria e la trasmissione di un’eredità teatrale ancora viva.
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