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Cava di San Bernardo, i cinquestelle si intestano la battaglia e attaccano, ma il Comitato mette tutti in guardia

Dopo il voto unanime in Consiglio, i Cinque Stelle rivendicano la battaglia contro la cava e attaccano Cantoni. Ma il Comitato chiede atti concreti e mette in guardia: "Non ci basta una stretta di mano".

Cava di San Bernardo, i cinquestelle si intestano la battaglia e attaccano, ma il Comitato mette tutti in guardia

Massimo Fresc e Andrea Cantoni

Dopo settimane di silenzi, proteste, articoli sui giornali, una riunione accesa e, infine, un Consiglio comunale che ha visto il sindaco Matteo Chiantore fare sostanzialmente marcia indietro, arriva la coda velenosa. I 5 Stelle di Ivrea — che non fanno parte della maggioranza, ma sono rappresentati in giunta dall’assessore Massimo Fresc — decidono di rompere il silenzio e di mettere i puntini sulle i. E lo fanno "attaccando" il consigliere comunale Andrea Cantoni e prendendosi il merito d'aver fatto in un certo senso "rinsavire" tutta la maggioranza di governo.

“Abbiamo potuto leggere - dicono - la fantasiosa ricostruzione dell’inesperto e approssimativo consigliere di Fratelli d’Italia rispetto alla lunga battaglia contro la Cava di San Bernardo, con il goffo tentativo di intestarsi la lotta dei cittadini del Comitato No Cava. Per sua sfortuna, i cittadini riuniti nel comitato sanno perfettamente badare a sé stessi e non hanno bisogno del Cantoni di turno. Non è nostro costume, ma se c’è una forza politica che può rivendicare coerenza e militanza contro la cava, quella è il Movimento 5 Stelle, che fin dai primi giorni della battaglia, nel 2014, si è schierato al fianco dei residenti di San Bernardo, fino alla richiesta di parere al Consiglio di Stato, parere che fu però favorevole alla concessione…”

Un passato, dunque, rivendicato. Ma anche un presente che, secondo i pentastellati, li vede ancora protagonisti. In un comunicato stampa sottolineano infatti come sia stato proprio il M5S a promuovere una riflessione approfondita all’interno della maggioranza  che avrebbe favorito una chiara presa di posizione, culminata nell’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal Comitato No Cava.

“Già nelle scorse settimane – spiegano i grillini – il Comune di Ivrea ha evidenziato le molte criticità della concessione rilasciata dalla Provincia di Torino, che ha poi rallentato l’iter autorizzativo di sua competenza chiedendo maggiori approfondimenti. Oggi come dieci anni fa, il Movimento 5 Stelle ritiene che una cava in prossimità di un centro abitato possa condizionare in modo grave la qualità della vita dei cittadini della zona…”

E da qui, il lungo elenco delle ragioni del “no”, ampiamente note.

no cava

“È necessario valutare l'impatto ambientale che comporterebbe l’aumento consistente dei flussi di camion in transito: alcune stime parlano di una media di circa 90 camion di medie dimensioni al giorno per dieci anni. E potrebbero anche aumentare, poiché non esiste alcun vincolo giornaliero alla quantità di mezzi autorizzati. Le attività previste genererebbero forti disagi, tra rumorosità e dispersione di polveri, in una zona che confina direttamente con il centro abitato di San Bernardo. Inoltre, l’apertura della cava potrà comportare una sensibile diminuzione del valore degli immobili, spesso frutto di grandi sacrifici da parte di semplici cittadini. Nel 2014, ARPA osservava che non sarebbe stato possibile reperire nei soli comuni limitrofi, in dieci anni, i 206 mila metri cubi di terre e rocce da scavo richiesti. Questo significa che, alla fine, il riempimento dello scavo dovrà avvenire con materiali provenienti da altre zone, delle quali non si sa nulla e che, pertanto, richiederebbero fin dall’origine controlli rigorosi. Il Movimento 5 Stelle di Ivrea continua ad opporsi allo sfruttamento della cava di San Bernardo per tutte le ragioni sopra elencate, già espresse nel 2014 e che oggi si arricchiscono di una riflessione in più…”

Una riflessione che nasce dal tempo passato. “Dieci anni fa si diceva che, senza quella cava, l’attività sarebbe stata compromessa e con essa i posti di lavoro di molti operai. Ma a distanza di dieci anni, non un solo grammo è stato estratto. Dunque tutta questa urgenza evidentemente non c’era. E, presumibilmente, non c’è nemmeno oggi. Questa situazione di incertezza, protratta nel tempo, continua ad alimentare preoccupazioni nel quartiere…”

I 5 Stelle guardano anche oltre, alla necessità di una riforma normativa a livello nazionale.

“È tempo di avviare un’azione politica che cambi le regole. Bisogna limitare il periodo di tempo in cui si concede il diritto di sfruttamento delle cave, così come – più in generale – il diritto a costruire. Non deve essere un diritto acquisito per sempre…”

Finita qui? Macché" La battaglia, infatti, non si chiude con il voto in aula. Anzi. Come sottolineano gli attivisti del Comitato No Cava di San Bernardo, l’approvazione unanime dell’ordine del giorno rappresenta sì “un raro e significativo momento di unità”, ma non è ancora il traguardo.

“È un segnale politico forte – scrivono – Entrambi gli schieramenti hanno ritirato le rispettive mozioni, riconoscendo l’autenticità, la forza politica e civile della proposta elaborata dai cittadini. Un gesto raro, che conferma l’importanza del percorso partecipativo promosso dalla nostra comunità. Il voto unanime rappresenta una chiara presa di posizione a difesa del territorio, della salute pubblica e dell’ambiente…”

Il Comitato ringrazia tutti i consiglieri comunali, ma chiede che dalle parole si passi ai fatti. E subito.

“In particolare – scrivono – auspichiamo che l’Amministrazione Comunale, in coerenza con quanto deliberato, conferisca con urgenza mandato all’Ufficio Tecnico affinché sospenda ogni ulteriore procedura amministrativa legata alla variante del Piano di Classificazione Acustica nell’area della cava. La sospensione di tali atti è un primo passo indispensabile per dare piena attuazione alla volontà espressa dal Consiglio Comunale e per costruire insieme un futuro di tutela e valorizzazione del nostro territorio…”


È presto per cantar vittoria. E il Comitato No Cava lo sa bene

Il voto unanime del Consiglio comunale sull’ordine del giorno contro il rinnovo della concessione della cava di San Bernardo è, senza dubbio, un segnale politico forte. Ma sarebbe un errore grossolano scambiarlo per una vittoria definitiva. Il Comitato No Cava, che da anni combatte su questo fronte, lo ha capito al volo: i ringraziamenti ai consiglieri sono arrivati, ma accompagnati da richieste precise, concrete, misurabili. Nessun brindisi. Nessuna euforia. Solo la consapevolezza che, come spesso accade in politica, anche l’unanimità può nascondere zone d’ombra.

La speranza è che l’intesa raggiunta non si riveli, tra qualche settimana, un abile bluff della giunta per spegnere i riflettori, silenziare i rivoltosi, prendere tempo. Perché il clima è rovente, la mobilitazione popolare è cresciuta e l’Amministrazione, fin qui poco reattiva, si è trovata costretta a cambiare tono e strategia. Un atto di reale ascolto o solo una mossa tattica per evitare che la protesta monti?

Il tempo, come sempre, dirà la verità. Il primo banco di prova sarà la sospensione delle procedure legate alla variante del Piano di Classificazione Acustica, richiesta nero su bianco dal Comitato. Se l’Ufficio Tecnico non riceverà indicazioni chiare, urgenti e formali, allora sì, il sospetto si farà più denso: che tutto questo – il voto, le parole, le strette di mano – fosse solo teatro.

Nessun trionfalismo, dunque. Solo vigilanza. Il Comitato lo ha capito. I cittadini pure. Ora tocca al Comune dimostrare che non si trattava solo di una sceneggiata consiliare.

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