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27 Maggio 2025 - 16:22
Al Lidl arrivano le guardie armate
Non è più solo una denuncia. E non è più nemmeno una richiesta. È un fatto.
Da oggi, al supermercato Lidl di via Sant’Ulderico, a Ivrea, fanno la ronda le guardie giurate armate. Passaggi mirati, programmati nei momenti “più sensibili” della giornata. Lo ha confermato Francesco Sciarra, sindacalista della Uil, con un messaggio tanto asciutto quanto esplicito: “In attesa dell’incontro che terremo il 9 o il 10 giugno, è stato assegnato un servizio di ronda da parte di guardie giurate armate”.
Una svolta concreta, che segna un cambio di rotta e, insieme, una presa d’atto dell’emergenza.
Eppure, fino a poche settimane fa, qualcuno, in Municipio, parlava ancora di "ragazzate", di "birre rubate", di "situazioni isolate". Ma chi lavora in quel punto vendita sa bene che la realtà è ben più cupa. È fatta di violenze verbali, minacce, furti sistematici, insulti sessisti e paura costante. Non è più questione di percezione. È diventata, come ha detto un sindacalista, una questione di sopravvivenza lavorativa.
La misura adottata da Lidl arriva dopo la diffida formale inviata il 16 maggio dalla Filcams CGIL di Torino a Lidl Italia S.r.l., al sindaco di Ivrea Matteo Chiantore e al comandante della polizia municipale. A firmarla è stato Michele Racanelli, funzionario sindacale.
La denuncia parla chiaro: “Il personale si è trovato esposto a ripetuti episodi di minacce, aggressioni verbali e fisiche, nonché ad atteggiamenti potenzialmente riconducibili a condotte penalmente rilevanti”.
Un grido d’allarme netto: non si tratta di casi isolati, ma di una spirale di violenza che ha trasformato il punto vendita in una trincea.

La CGIL punta il dito contro l’azienda, colpevole – secondo il sindacato – di aver violato gli obblighi di sicurezza sul lavoro previsti dal Decreto Legislativo 81/2008. Il rischio per l’incolumità fisica e psicologica dei lavoratori è definito senza mezzi termini: “inaccettabile”. L’azienda ha ora pochi giorni per rispondere formalmente. In caso contrario, i sindacati annunciano azioni legali, fino alla presentazione di un esposto alle autorità giudiziarie.
I dipendenti parlano di furti quotidiani, clienti molesti, giovani che entrano col volto coperto e rubano sotto minaccia, come accaduto solo un mese fa: un blitz con una pistola (forse finta) per portare via casse di birra davanti a clienti e lavoratori terrorizzati.
Una lavoratrice, dopo quell’episodio, si è sentita male e ha chiesto il trasferimento: “Non riesco più a lavorare serena. Ho paura anche solo a entrare”, avrebbe confidato a un collega.
Allora sembrava un gesto isolato. Oggi appare per quello che è: il sintomo evidente di un degrado strutturale.
Non è la prima volta che i sindacati intervengono. Già ad aprile Francesco Sciarra (Uil) aveva denunciato tutto senza freni: “Non c’è rispetto verso il personale femminile. La percezione di insicurezza è fortissima”.
Oggi, Sciarra torna a farsi sentire e conferma l’incontro imminente con Lidl, fissato tra il 9 e il 10 giugno: “Lidl ci ha confermato che sta valutando alcuni aspetti della sicurezza. Vedremo come arrivare a un ambiente più sicuro”.
Ma non mancano le polemiche: “Avremmo voluto che all’incontro fosse presente anche l’assessora Gabriella Colosso, ma l’azienda ha detto no”, aggiunge Racanelli, pur riconoscendo il sostegno dell’amministrazione comunale: “Il Comune ci è sempre stato vicino, come accaduto anche per il Bennet, dove ora la situazione è sotto controllo”.
Il caso Lidl è piombato al centro del dibattito cittadino. “Quel che sta capitando al Lidl – commentava amaro il consigliere comunale Massimiliano De Stefano – è il risultato di un fallimento collettivo, di un territorio che si gira dall’altra parte mentre chi lavora chiede solo di essere protetto…”
E così, mentre le guardie armate iniziano i loro giri e i sindacati si preparano all’incontro, resta una domanda che pesa come un macigno, ad ogni fine turno:quanta paura dovrà ancora essere sopportata?
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