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11 Maggio 2025 - 13:21
Sospensione della licenza ai commercianti che non pagano la TARI: la proposta shock dell’amministrazione di Chivasso
A Chivasso la tensione sulla TARI non si placa. Dopo le forti proteste dell’Ascom, il dibattito mancato in Consiglio comunale con le inevitabili polemiche che sono seguite e il gelo calato nei rapporti tra amministrazione e commercianti, ora tocca alla consigliera Claudia Buo tentare la carta della razionalità.
E lo fa con una mozione articolata e politica, che punta a disinnescare l’aumento dell’11,8% della tariffa sui rifiuti previsto per le utenze non domestiche nel 2025. Ma non solo: Buo chiede una revisione profonda del sistema, degli equilibri di spesa, dei criteri di ripartizione e persino delle sanzioni previste per chi non riesce a pagare.
Il documento, protocollato il 9 maggio, sarà discusso nel prossimo consiglio comunale. E potrebbe rappresentare l’ultima occasione utile per correggere il tiro, prima che la ferita con il mondo del commercio diventi insanabile.
La delibera del consiglio comunale del 28 aprile, proposta dall'amministrazione del sindaco Claudio Castello, ha approvato il Piano Economico-Finanziario (PEF) per l’anno 2025, con un incremento del 9,53% rispetto al 2024. Ma ad allarmare è stato soprattutto l’aumento della tariffa TARI per le utenze non domestiche, fissato all’11,8%. Una percentuale che ha subito scatenato le critiche delle associazioni di categoria, con l’Ascom di Chivasso che ha parlato apertamente di “colpo durissimo per le piccole e medie imprese”, accusando la Giunta Castello di “cecità fiscale” e di non aver coinvolto nessuno nelle scelte.
Il presidente Carlo Nicosia ha denunciato l’assenza di confronto, lamentando che “nessuna delle proposte presentate da Ascom è stata accolta, né in merito alla rimodulazione delle tariffe, né riguardo alla modifica del regolamento TARI”. Proprio quest’ultimo è stato oggetto di critiche pesanti, perché prevede che, in caso di morosità superiore ai 500 euro, scatti prima la diffida, poi la sospensione dell’attività fino a 90 giorni, e infine la revoca della licenza. Misure giudicate sproporzionate e “lesive della libertà d’impresa”.
Davanti alla bufera, il Comune prova a ricucire. Martedì 13 maggio, alle ore 14, nella sala consiliare di Palazzo Santa Chiara, si terrà un incontro ufficiale tra amministrazione comunale e commercianti, organizzato dopo un colloquio preliminare con Ascom. Al centro del tavolo, non solo l’applicazione del PEF e le tariffe, ma anche il Piano Generale del Traffico Urbano e la permanenza del Distretto Urbano del Commercio (DUC), il cui triennio è in scadenza.
Nel comunicato ufficiale, l’amministrazione fa sapere che sta lavorando a una delibera per estendere il perimetro del DUC a tutto il territorio comunale, frazioni comprese, e che “è in preparazione la relazione da presentare alla Regione Piemonte”. Ma basterà questo per calmare le acque? Difficile dirlo, soprattutto se non arriveranno risposte concrete sui rincari.
Ecco allora che Claudia Buo, consigliera del gruppo LiberaMente Democratici, prende l’iniziativa. La sua mozione è un vero e proprio piano di emergenza, fondato su un dato contabile: nel Rendiconto 2024, il Comune ha registrato oltre 2,1 milioni di euro di avanzo libero. Una somma che, secondo la normativa (art. 187 del TUEL), può essere utilizzata per spese correnti non permanenti, comprese quelle destinate alla riduzione delle tariffe TARI.
La proposta concreta? Applicare almeno 610.000 euro di avanzo libero alla voce F del PEF (entrate extra-tariffarie), così da “riportare il fabbisogno tariffario ai livelli del 2024”. In questo modo, l’aumento dell’11,8% verrebbe annullato o fortemente ridimensionato.
Non basta. Buo denuncia anche l’anomalia nella ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche, attualmente fissata al 60%-40%, mentre i dati reali parlano di un 69% di rifiuti prodotti dai nuclei familiari e solo il 31% dalle attività produttive. Da qui la richiesta di fare una valutazione, successiva alla revisione del contratto, per riallineare la quota al 70%-30%, per alleggerire il carico su bar, negozi, artigiani e ristoratori.
"Con la mia proposta torniamo anche indietro sull'aumento delle utenze domestiche, quindi anche i cittadini non pagheranno quella media del 9,8% in più ma continueranno a pagare quello che pagavano fino allo scorso anno", spiega la consigliera comunale di Liberamente Democratici.
Claudia Buo consigliera comunale del gruppo Liberamente Democratici
La mozione entra anche nel merito della qualità del servizio di raccolta rifiuti, affidato alla società SETA Spa dal 2014 con contratto quindicennale. Buo chiede che venga convocata una Commissione consiliare con la partecipazione di SETA, per valutare:
il rispetto del contratto di servizio;
l’efficienza e la trasparenza del sistema di raccolta e trattamento;
il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata;
l’equilibrio economico delle attività affidate.
Nel lungo periodo, la consigliera propone anche una riforma dei criteri tariffari, da discutere in sede di Consorzio CB16 e con ARERA, per introdurre modelli premianti e partecipati, come la TARI puntuale (TARIP), che calcola il tributo in base alla quantità effettiva di rifiuti conferiti. Un sistema che già in altri Comuni ha permesso di abbassare le bollette per le utenze più virtuose.
Infine, uno dei punti più delicati: la modifica del Regolamento approvato il 3 aprile 2024, che introduce l’automatismo tra morosità e sospensione dell’attività. Buo chiede di: eliminare gli automatismi sanzionatori non previsti dalla normativa nazionale; sostituire le sanzioni interdittive con strumenti ordinari di riscossione coattiva; prevedere un confronto preventivo con l’Ufficio tributi e la Commissione consiliare prima di qualsiasi sospensione.
“È una questione di proporzionalità e di ragionevolezza” scrive la consigliera, ricordando che le attuali regole sono state contestate pubblicamente da Ascom e giudicate lesive della libertà d’impresa.
La mozione è ora sul tavolo del consiglio. Toccherà al sindaco Claudio Castello e alla sua maggioranza decidere se accoglierla, respingerla o provare a emendarla. Certo è che l’aria che tira non è delle migliori. Il mondo del commercio chiede ascolto, attenzione, giustizia fiscale. E non è più disposto a subire in silenzio.
L’incontro del 13 maggio sarà un banco di prova. Ma il consiglio comunale sarà il vero terreno su cui si misurerà la volontà politica di correggere gli errori. Perché se l’amministrazione dovesse andare avanti a testa bassa, ignorando anche questa mozione, allora sarebbe chiaro che il muro costruito con il commercio locale è ormai diventato troppo alto per essere scavalcato.
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