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Scippi, furti e degrado? Per la sindaca Elena Piastra è tutta fantasia

In Commissione si celebra il nulla: Piastra minimizza, Ruzza evoca l’Albania, e ai cittadini resta solo la “percezione” dell’insicurezza.

Scippi, furti e degrado? Per la sindaca Elena Piastra è tutta fantasia

Elena Piastra e Nicolò Farinetto presidente della Commissione Assetto e uso del Territorio

A Settimo Torinese, tutto va bene. O almeno così vuole farci credere l'Amministrazione comunale, convinta che la sicurezza non sia affatto un problema. Che furti, scippi e atti vandalici, siano solo sciocchezze, suggestioni collettive alimentate da qualche post su Facebook e da giornalisti troppo ispirati.

L'altro ieri, in Commissione Ambiente e Territorio (presieduta da Nicolò Farinetto) prima l'assessore Angelo Sante Barbati, poi la sindaca lo hanno ribadito con la consueta sicurezza, o meglio, con quella loro tipica aria di chi sa tutto e non ammette repliche. “Abbiamo già fatto abbastanza, non serve altro”.

Tradotto in lingua corrente: se vi sentite insicuri, siete voi il problema.

La sindaca è intervenuta, com’è nel suo stile, con sorrisetti calibrati, l’aria tronfia da prima della classe che corregge tutti, i modi da maestrina, le frasi fatte uscite dritte dal manuale dell’amministratore che si applaude da solo. Con la prosopopea di una statista globale, l’umiltà sotto i tacchi e l’atteggiamento di chi non vuole neanche sentir nominare la parola “problema” nella città che lei vorrebbe presentare al mondo come un esempio da studiare. Con, ovviamente, sè medesima in copertina.

Peccato che i cittadini, invece di rilassarsi e godersi questo paradiso urbano, continuino a segnalare disagi e microcriminalità. Ma guai a farlo troppo pubblicamente, ché si rischia subito la bacchettata per “strumentalizzazione”. Perché a Settimo, si sa, la realtà non conta: conta la percezione. E se la percepisci male, peggio per te.

Morale della favola: la commissione, che avrebbe dovuto fare luce (è il caso di dirlo) su un tema serio e molto sentito, si è trasformata nell’ennesima liturgia autocelebrativa. L’Amministrazione ha rispolverato il repertorio ormai ben rodato: le telecamere, l’ufficio mobile della Polizia Locale – un camper appena partito che dovrebbe girare per i quartieri come un furgone dell’ottimismo – e l’immancabile nuovo comando in via Schiapparelli, diventato ormai più che un’opera pubblica, un santuario da raggiungere in processione una volta al mese per far foto sull'avanzamento dei lavori.

Ciliegina sulla torta: le quattro nuove assunzioni annunciate, per arrivare a quei famosi 50 agenti. Numero magico, da anni sempre lì, a portata di comunicato stampa.

Peccato che tra tutte queste “azioni concrete” non figuri, per esempio, un piano serio sull’illuminazione pubblica. In diversi quartieri, la luce gioca ancora a nascondino: va e viene, accende e spegne, lasciando intere zone al buio per giorni. Ma anche qui, tranquilli: sarà colpa della percezione notturna dei cittadini. Basta armarsi di torcia, scarpe da ginnastica, e confidare nella Provvidenza.

Dalle opposizioni, un silenzio carico di stupore. Francesco D’Ambrosio, Enzo Maiolino e Manolo Maugeri sono rimasti basiti davanti al muro di gomma del “va tutto bene, madama la marchesa”. Si aspettavano un confronto, numeri, idee. Hanno trovato invece il solito disco rotto in loop. “Se la pensavate così, meglio sarebbe stato non convocarla, questa commissione…”, ha commentato D’Ambrosio.

E quando tutto sembrava ormai scivolare nell’oblio istituzionale, ecco il colpo di scena: la capogruppo del PD, Elena Ruzza, che, pur di spostare l’attenzione, ha pensato bene di citare il DDL Sicurezza e i militari italiani in Albania. Un salto logico così acrobatico da meritare almeno una medaglia per l’arrampicata politica. Con Settimo, ovviamente, non c’entrava nulla. Ma quando le argomentazioni finiscono, si sa, si tira in ballo l’Albania.

Insomma, il messaggio dall’alto è sempre lo stesso: se non vi sentite sicuri, fatevi una tisana e lasciate perdere. Le telecamere ci sono, il camper (forse) gira, e se qualcosa non va, sarà colpa vostra. O del buio. O della stampa.

La vera domanda resta aperta: i cittadini vogliono davvero essere trattati come bambini impauriti da calmare a colpi di slogan, o preferirebbero un’Amministrazione in grado di guardare in faccia la realtà, ascoltare e intervenire?

Finché ogni denuncia riceverà un “ci stiamo lavorando”, e ogni disagio verrà derubricato a suggestione collettiva, Settimo continuerà a galleggiare in quel limbo fatto di promesse, selfie istituzionali e camper della speranza.

Nel dubbio, meglio rientrare a casa prima del tramonto. Perché se vi capita qualcosa, la risposta potrebbe essere già pronta: non è successo davvero, ve lo siete immaginato.

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