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Special Olympics, lo sport che abbatte le barriere: emozione e inclusione sulle nevi di Bardonecchia

La storia di Samuele Tron, esempio di coraggio e determinazione

Special Olympics, lo sport che abbatte le barriere: emozione e inclusione sulle nevi di Bardonecchia

Special Olympics, lo sport che abbatte le barriere: emozione e inclusione sulle nevi di Bardonecchia

Gli Special Olympics World Winter Games hanno ufficialmente preso il via, portando sulla neve di Bardonecchia atleti da tutto il mondo pronti a sfidare i propri limiti nel segno dello sport e dell’inclusione. Dopo la giornata inaugurale dedicata agli allenamenti, questa mattina la località di Melezet ha ospitato la prima dimostrazione nell’ambito del Motor Activity Training Program (MATP), un programma sportivo rivolto ad atleti con disabilità intellettive gravi che necessitano di un elevato livello di supporto. L’evento ha mostrato l’importanza dello sport come strumento di crescita e partecipazione, confermando il valore di Special Olympics nel promuovere opportunità per tutti, senza barriere.

A rendere ancora più solenne la giornata è stata la presenza di personalità di spicco del panorama istituzionale e sportivo. Tra i presenti figuravano Usha Vance, moglie del Vicepresidente degli Stati Uniti, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente del Comitato Organizzatore Locale, Mary Davis, CEO di Special Olympics, e Timothy P. Shriver, Presidente di Special Olympics International. Il loro sostegno ha evidenziato l’importanza globale di questo evento, che va oltre la competizione per diventare un momento di celebrazione del talento e della determinazione degli atleti.

L’attenzione del pubblico si è concentrata sulle esibizioni di due atleti che incarnano il vero spirito di Special Olympics. Lo slovacco Michael Dolinsky e l’italiano Samuele Tron, accompagnati dai loro padri, hanno dato vita a una dimostrazione di sci che ha emozionato tutti i presenti. La loro discesa sulle piste di Melezet ha rappresentato molto più di una semplice esibizione sportiva: è stata la prova di come lo sport possa abbattere qualsiasi barriera e diventare un potente strumento di trasformazione personale.

La storia di Samuele Tron: lo sci come sfida e riscatto

Uno dei protagonisti della giornata è stato Samuele Tron, giovane atleta originario di Giaveno (TO), la cui storia è un esempio straordinario di resilienza. Nato prematuro, Samuele ha affrontato fin dai primi mesi di vita una grave encefalite, che ha lasciato danni permanenti, privandolo della vista, della parola e costringendolo a convivere con disabilità intellettive e motorie. Per anni, la sua mobilità è stata fortemente limitata, al punto da dover utilizzare una sedia a rotelle per ogni spostamento.

La svolta è arrivata grazie all’amore e alla determinazione di suo padre, Andrea Tron, maestro di sci, che ha cercato di condividere con il figlio la sua grande passione per la neve. All’inizio, Samuele ha sciato utilizzando un guscio speciale, un’attrezzatura che gli permetteva di essere trasportato da un maestro, mentre il padre lo affiancava per fornirgli supporto. Con il passare del tempo e grazie a un percorso di allenamenti intensivi, Samuele ha acquisito maggiore forza fisica e sicurezza, riuscendo a muoversi in autonomia su alcuni tratti di pista, sempre con il sostegno del padre.

L’impegno e la tenacia hanno portato Samuele a diventare un vero e proprio atleta Special Olympics, capace di vivere lo sport in prima persona, con una consapevolezza e un entusiasmo che hanno ispirato il pubblico presente. La sua partecipazione alla dimostrazione di oggi non è stata solo una prova atletica, ma il simbolo di un cammino fatto di sacrifici, dedizione e voglia di superare ogni ostacolo.

Al termine della dimostrazione, i protagonisti della giornata, Samuele Tron e Michael Dolinsky, sono stati premiati da Usha Vance e dalla Presidente del Comitato Organizzatore, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, un gesto che ha voluto sottolineare il valore e la rilevanza internazionale dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics.

“La determinazione di questi atleti e la gioia con cui affrontano ogni sfida rappresentano alla perfezione lo spirito degli Special Olympics. È stato un momento straordinario, che ha emozionato tutti i presenti e ci ha ricordato quanto sia importante il potere dello sport nel migliorare la vita delle persone”, ha dichiarato Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. La Presidente ha poi espresso un sentito ringraziamento a Usha Vance per la sua presenza, considerata un segnale forte di vicinanza e sostegno alla missione di Special Olympics, e ha elogiato il costante impegno di Mary Davis e Timothy P. Shriver, due figure chiave per lo sviluppo del movimento a livello globale.

Con questa intensa giornata di dimostrazioni, i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics Torino 2025 entrano nel vivo. Domani, martedì 11 marzo, sarà il turno delle prime gare di snowboard, che vedranno gli atleti sfidarsi sulle piste di Bardonecchia. Saranno assegnate anche le prime medaglie, un momento atteso da tutti i partecipanti, che potranno vivere l’emozione della competizione dopo mesi di preparazione.

Parallelamente, proseguiranno le attività nelle altre sedi di gara, con le sessioni di divisioning, gli allenamenti e i percorsi del Motor Activity Training Program (MATP), che continueranno a offrire opportunità di partecipazione e inclusione a tutti gli atleti.

Gli Special Olympics World Winter Games non sono solo un evento sportivo, ma un’esperienza di vita che unisce atleti, famiglie, volontari e pubblico in un’unica, grande celebrazione dell’inclusione e della resilienza. La strada verso il successo non si misura solo in medaglie, ma nella capacità di superare i propri limiti, vivere la passione per lo sport e dimostrare che ogni traguardo è possibile.

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