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Mole Urbana: il ritorno delle utilitarie Made in Italy

Un progetto da 3,5 milioni di euro unisce Piemonte e Marche per rilanciare l’automobile italiana

Mole Urbana

Mole Urbana: il ritorno delle utilitarie Made in Italy

Il progetto Mole Urbana, nato dall’ingegno di Umberto Palermo, promette di riportare in Italia le iconiche utilitarie, ispirandosi al modello giapponese delle Keicar. Un connubio tra tradizione e innovazione che vede protagoniste due regioni d’eccellenza nel settore manifatturiero: il Piemonte e le Marche. Con un aumento di capitale da 3,5 milioni di euro sottoscritto da Cdp Venture Capital, Finpiemonte e un gruppo di industriali marchigiani, il progetto punta a decollare nel 2025.

Secondo Palermo, designer di origini siciliane e torinese d'adozione, il progetto nasce dall'esigenza di rivedere i processi produttivi per restituire all'automobile una dimensione di semplicità e utilità ormai perdute. “Per produrre Mole Urbana non servono grandi industrie ma nanofactory, spiega. I siti produttivi saranno due, complementari:

  • A Orbassano (Torino), dove la nanofactory già operativa sorge grazie a un recupero immobiliare tramite il Mise. Qui verranno evasi gli ordini dal Centro Nord Italia e in futuro dal Nord Europa.

  • A Fabriano (Ancona), strategica per la filiera di forniture, comprese parti metalliche, termoplastica, pressofusione e selleria, e deputata a servire il Centro Sud e i paesi del Mediterraneo.

Ad Orbassano, inoltre, continueranno le attività di centro stile, sviluppo ingegneristico e prototipi con il marchio Mole Costruzione Artigianale, insieme alla realizzazione di modelli one-off.

Il progetto Mole Urbana, nato dall’ingegno di Umberto Palermo, promette di riportare in Italia le iconiche utilitarie, ispirandosi al modello giapponese delle Keicar

Un progetto interamente italiano

La forza del progetto risiede nella sua totale italianità: dal disegno alla progettazione, fino alla produzione e alla filiera di componenti. Questa caratteristica, unita alla sostenibilità e a un prezzo competitivo, rappresenta uno dei principali punti di forza. “Abbiamo incontrato tanti ostacoli”, racconta Palermo, “a partire dalla fisiologica resistenza al cambiamento. Per decollare è stato fondamentale l’intervento di Cdp e l’incontro con persone di grande lungimiranza, come Gian Mario Spacca, che ha saputo unire passione e investimento nel proprio territorio”.

Nonostante il progetto sia in lavorazione da quasi cinque anni, Palermo sottolinea che i tempi necessari per sviluppare un prodotto complesso come questo sono in linea con gli standard del settore. “In questo tempo abbiamo ottenuto la licenza costruttori, realizzato il primo stabilimento con 8.000 metri quadrati di pannelli solari e smaltito 10.000 metri quadrati di amianto. Ora siamo pronti per affrontare una forte domanda da parte dei consumatori”.

Il progetto Mole Urbana si propone non solo di rilanciare le utilitarie, ma anche di offrire una nuova visione del futuro dell’automobile, in cui la sostenibilità e l'innovazione si sposano con la tradizione manifatturiera italiana.

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