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Flash mob della Polizia: trenta sagome di cartone per chiedere rispetto e nuove assunzioni

Il sindacato di Polizia Fsp chiede nuove assunzioni, migliori condizioni lavorative e rispetto per gli agenti

Flash mob della polizia

Luca Pantanella, segretario generale della Fsp Polizia di Stato di Torino

Questa mattina, giovedì 28 novembre 2024, Torino è stato teatro di una protesta silenziosa ma dal forte impatto visivo. Il sindacato di polizia Fsp ha organizzato un flash mob davanti alla prefettura, catturando l’attenzione di cittadini e istituzioni con un messaggio chiaro e diretto.
Trenta sagome di cartone, raffiguranti poliziotti, sono state posizionate nella piazza come simboli delle difficoltà quotidiane che affliggono gli agenti italiani.

Le sagome erano accompagnate da slogan significativi, tra cui “No alla pensione a 62 anni”, “Servono nuove assunzioni”, “Non siamo pagati per prendere le botte” e “Più polizia significa più sicurezza”.
Parole che rappresentano il grido di una categoria che si sente dimenticata, nonostante il ruolo fondamentale per la sicurezza pubblica. Attraverso questa manifestazione, il sindacato ha voluto richiamare l’attenzione su problemi strutturali che minano la dignità e l’efficienza degli agenti.

A guidare l’iniziativa è stato Luca Pantanella, segretario generale della Fsp Polizia di Stato di Torino, che ha preso la parola per sottolineare il malessere degli agenti.
Ha ribadito che i poliziotti non sono martiri, ma professionisti che meritano rispetto e adeguate condizioni lavorative. Pantanella ha poi denunciato le crescenti violenze gratuite subite dagli agenti, spesso costretti all’inazione da decisioni politiche che limitano le loro possibilità di intervento.

Un confronto con le istituzioni

Durante il flash mob, Pantanella è stato ricevuto dal prefetto Donato Cafagna, al quale ha consegnato una lettera dettagliata con le richieste del sindacato. Tra le priorità figurano l’aumento delle assunzioni, il miglioramento delle retribuzioni e una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro.
Questo incontro rappresenta un tentativo di aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni, andando oltre la protesta per trovare soluzioni concrete.

La manifestazione di Torino non è un caso isolato, ma parte di un malessere diffuso tra le forze dell’ordine italiane.
La carenza di personale, i turni massacranti e le scarse risorse sono problematiche note, aggravate da una percezione di abbandono politico.
I poliziotti chiedono non solo strumenti per lavorare in sicurezza, ma anche un riconoscimento della loro dignità professionale.

Il flash mob di Torino non è stato solo una protesta, ma un appello al futuro. Le sagome di cartone erette in piazza davanti alla prefettura sono un monito per ricordare che la sicurezza pubblica dipende da chi ogni giorno rischia la vita per garantirla. È necessario che queste voci siano ascoltate e che le richieste trovino risposte concrete. Per il bene dei poliziotti, e di tutti i cittadini italiani.

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