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Agricoltura

L'Olio del Canavese è davvero così buono? In 50 l'hanno assaggiato e hanno detto "sì"

Si coltiva a Settimo Vittone, Piverone e anche a Casalborgone

Olio Settimo Vittone

Olio Settimo Vittone

Oli torinesi promossi a pieni voti da Evo School e Coldiretti Torino.

Tra gli eventi collaterali delle Nitto Atp Finals Coldiretti Torino ha organizzato un evento dedicato alla promozione dell’olio della provincia di Torino. A Casa Gusto, con il contributo della Camera di Commercio, si è così svolta la degustazione guidata di oli, dal titolo: “La sorpresa dell’olio torinese”. Grazie alla guida esperta di Antonio Capone della Evo School di Unaprol, il Consorzio olivicolo italiano della famiglia Coldiretti, 50 persone hanno assaggiato oli prodotti in un territorio, quello torinese, che fino a pochi anni fa non aveva ulivi. 

Olio oliva

«Coldiretti – ha detto il presidente delle federazione provinciale, Bruno Mecca Cici – incoraggia da sempre l’innovazione in agricoltura. Per questo non potevamo non cogliere l’opportunità delle finali del campionato di tennis più importante del mondo per fare conoscere questa novità incredibile dell’olio prodotto sulle fasce pedemontane e collinari di un territorio come il nostro che non ha mai prodotto olive. Anche questo è un segno del cambiamento climatico, un fenomeno nuovo che ci prepariamo a governare sostenendo la produzione di un olio di qualità che sperimenta varietà e metodi di coltivazione che meglio si adattano alle nostre caratteristiche ambientali».

«Quelli che abbiamo assaggiato sono oli che ci hanno convinto – ha osservato Antonio Capone – Tutti hanno le caratteristiche di oli di qualità, ricchi di antiossidanti e di profumi».

Alla degustazione è intervenuto Fulvio Castagna, presidente dell’Associazione piemontese olivicoltori che conta circa 300 iscritti e che ha portato oli della collina morenica ovest di Ivrea tra cui un blend e un olio monocultivar da olive Leccio del Corno.

Per l’olio del Torinese è appena un esordio ma il futuro sembra già tracciato. «Come torinesi arriviamo ultimi tra i territori italiani dell’olio extravergine – sottolinea Castagna – Ma proprio perché arriviamo dopo la lunga tradizione degli altri territori italiani abbiamo fatto tesoro dell’esperienza e soprattutto abbiamo sperimentato le varietà e le zone di esposizione che meglio si adattano al clima sempre più caldo ma dove ci sono sempre le incognite delle gelate e dei picchi di freddo».

Questa olivicoltura di adattamento, moderna proprio perché non deve rispettare nessuna tradizione agricola, è stata testimoniata dagli oli e dalle esperienze dell’azienda agricola “La Mimosa”, sulle colline di Pinerolo; dall’azienda sulle colline di Bricherasio “Salfrutta” che oltre i kiwi ora produce anche olio; dall’agriturismo “La Civignola” sulle colline di Casalborgone, che oltre a quella delle nocciole ha intrapreso la strada dell’olio; dall’azienda agricola “Agriforest” di Almese che produce olio sul versante morenico esposto a sud all’imbocco della valle di Susa; dall’Azienda agricola “La Turna” di Settimo Vittone all’imbocco con la valle d’Aosta; all’azienda agricola Buemi di Piverone sulla Serra d’Ivrea.

In provincia di Torino sono 33 gli ettari destinati all’olivicoltura da olio. La produzione è di circa 1300 quintali di olive appartenenti a una dozzina di cultivar diverse resistenti alle gelate. Da questa produzione si ricavano 19.500 litri di olio extravergine.

A Settimo Vittone il Circolo Molino Lingarda

Il Circolo Molino Lingarda è uno dei sei frantoi di comunità presenti in Piemonte. Sta emergendo sempre di più come il luogo ideale per la spremitura delle olive e la produzione di olio lavorato a freddo. La sua diffusione e produzione sono in costante aumento, grazie all'impegno e alla passione di un gruppo di persone determinate a preservare e promuovere la tradizione dell'ulivo nella regione.

Nel 2010, il mulino è stato trasformato in un frantoio comunale, dotato di macchine per la spremitura a freddo, garantendo una lavorazione che si mantiene costantemente al di sotto dei 28 gradi di temperatura. A illustrare i dettagli di questa struttura unica, che raccoglie le olive provenienti da parte del Canavese, della Bassa Valle d'Aosta e da altri produttori piemontesi, era stato qualche tempo fa il vicepresidente Daniele Calzavara, che fa parte del direttivo insieme al presidente Giuseppe Pusceddu, al segretario tesoriere Luca Bellina e ai consiglieri Enrico Groccia e Pietro Menaldino.

Per supportare la raccolta delle olive e la produzione dell'olio, si uniscono al Circolo familiari e amici, creando una rete solida e coesa.

LA PRODUZIONE

"Durante la stagione 2022-2023, abbiamo raccolto 60 tonnellate di olive e prodotto 8.200 litri di olio, rispetto ai 100 quintali di olive raccolte e ai 1.310 litri di olio prodotti nei primi anni, registrando un incremento superiore al 500% in soli 10 anni", ci spiegava il vicepresidente Calzavara.

La resa è stata maggiore, probabilmente a causa della prolungata siccità.

La campagna olearia, iniziata nel 2012, è in costante crescita. Questo frantoio è infatti diventato un punto di riferimento dei conferitori provenienti da tutto il Piemonte e dalla Valle d'Aosta: nel 2012 erano 28, nel 2022 sono stati 191. 

La tradizione dell'ulivo in Valle d'Aosta affonda le sue radici nell'antichità.

Nonostante si possa pensare che questo tipo di coltivazione non sia autoctono della regione, a causa delle latitudini e delle temperature, non è affatto così.

Un documento del 530 d.C. della diocesi di Aosta attesta che l'ulivo era già presente in quest'area, che all'epoca rappresentava l'unico punto di accesso all'Europa e una zona di intenso traffico per i Romani, anche per il commercio dell'olio. Oggi, la coltivazione delle olive procede con successo, grazie a un microclima ideale, e si teme addirittura che possa soppiantare la coltivazione della vite. 

LA RACCOLTA DELLE OLIVE

La stagione della raccolta delle olive è breve, si svolge da fine settembre a metà dicembre, ma i risultati ottenuti sono eccezionali. Nel 2018, l'olio prodotto qui ha addirittura vinto un primo premio in Puglia per la sua qualità e secondo le analisi fatte fare dal Circolo quest'olio è simile a quello prodotto sul lago di Garda, con un'acidità estremamente bassa.

Viene venduto soltanto durante la fiera che si tiene ogni anno la Domenica delle Palme. Il prezzo di 8 euro per un quarto di litro. 32 euro al litro, e il ricavato delle vendite viene interamente reinvestito nella manutenzione delle macchine per la spremitura.

Il lavoro svolto dal Circolo Molino Lingarda non si limita solo alla produzione di olio d'oliva di alta qualità, ma svolge anche una funzione didattica. Infatti, la struttura accoglie le visite delle scuole, offrendo ai giovani la possibilità di apprendere e osservare da vicino il processo di lavorazione delle olive. L'obiettivo è di preservare la conoscenza e la passione per la tradizione dell'ulivo, trasmettendola alle nuove generazioni. Qui arrivano anche le scolaresche di Piverone che da anni portano avanti il progetto didattico di un uliveto coltivato dai ragazzi.

Il Circolo Molino Lingarda, che porta il nome di Vito Groccia, un illustre consigliere storico del paese che ebbe l'idea di creare il frantoio di comunità, sta vivendo una continua espansione e ogni attività svolta è certificata. "Vito fu colui che realizzò alcune talee dalla pianta madre di ulivo, si dice arrivata dal Portogallo grazie a un migrante", rivela Calzavara.

"La varietà, che abbiamo affettuosamente chiamato Don Vito, è stata riprodotta in un vivaio toscano in 200 piante numerate, poi 'adottate' dal territorio attraverso un'iniziativa comunale. Inoltre, fu proprio Vito a voler dotare il frantoio di vetri trasparenti per permettere a tutti di osservare il processo di lavorazione delle olive e produzione dell'olio. In questo modo, offriamo anche un'opportunità didattica e abbiamo avuto il piacere di ospitare numerose scuole. Oltre alle scuole del nostro paese, abbiamo accolto studenti da Piverone e Aosta", spiegava il vicepresidente.

Il Circolo Molino Lingarda rappresenta un'eccellenza nel territorio, testimoniando l'importanza della valorizzazione delle tradizioni locali e l'impegno costante nel produrre olio d'oliva di altissima qualità.

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