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Giorgia Meloni querela un cittadino di Ivrea per una battuta su twitter. Era il caso?

Al centro dell’inchiesta il “caso Bibbiano” utilizzato strumentalmente dalla politica

Giorgia Meloni querela un cittadino di Ivrea per una battuta su twitter. Era il caso?

Succedeva nell’agosto del 2019. Una polemica estiva ripresa da molti quotidiani nazionali. 

A innescarla un tweet di Franco Cappelletti, oggi 57enne,  agronomo, critico cinematografico, scrittore (anche per il nostro giornale) e soprattuto Blogger antifascista, residente a Chiaverano ma che a Ivrea ci è nato e ci ha vissuto per 37 anni e per questo nel 2018 si era candidato nella lista “Ivrea Comune” a sostegno dell’allora candidato a sindaco Francesco Comotto.

Poche parole (come si fa su twitter) per prendere in giro il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, non ancora divenuta Presidente del consiglio...

“Da adulta, la figlia della #Meloni rimpiangerà di non essere stata a #Bibbiano”, scrisse e successe un pandemonio... 

Il commento della diretta interessata arrivò a stretto giro: “Ecco dove siamo arrivati. Che schifo”. 

Fece seguito la solidarietà del Garante dell’Infanzia del Lazio, Jacopo Marzetti, che era anche membro della commissione d’inchiesta su Bibbiano. 

“Attaccare una madre o peggio una figlia indipendentemente dal ruolo che ricopre è un fatto grave e non accettabile -  commentò -  Mi aspetto e sono certo che tempestivamente tutta la politica e le autorità proposte si uniscano alla solidarietà a Giorgia Meloni prima ancora che come politico come donna e madre e condannino a voce alta ogni frase che possa coinvolgere la minore o in generale un minore”. 

La sinistra non si fece sentire il senatore forzista Francesco Maria Giro sì,  ma solo per esprimere la sua vicinanza “per l’ennesimo attacco” subìto dalla Meloni. Come lui anche il consigliere capitolino Rachele Mussolini: “Le offese di un orco nulla toglie alla forza di una famiglia solida come quella dell’amica, collega e mamma. Nell’offesa volgare e raccapricciante si scoprono le carte, di come a sinistra pensieri e metodi sono rapportarti a turpi atteggiamenti dove neppure i bambini sono salvi. Tutto il mio personale sostegno a Giorgia Meloni per essere ancora più forti nel combattere tanto degrado.” 

Da Ivrea il duro commento di Rebel Firm: “Inutile ribadire la nostra distanza dal partito FdI, ma questi casi chiamano ad una levata di scudi, a tutela dei bambini.  Ci chiediamo cosa diranno i signori Comotto, Perini, Tarena, e tutta quella sinistra tanto impegnata ad impedire a Rebel firm di manifestare, nel vedere tanta infamia da parte di un loro compagno. I bambini non si toccano, neanche verbalmente...”.

E meno male, tuonò “Il Giornale” di Alessandro Sallusti che sul suo account Francesco Cappelletti “ha sentito il bisogno di aggiungere l’hastag #antifascista....”.

Tutto questo per dire che cosa? Che la Premier Giorgia Meloni tutto aveva fatto salvo che starsene con le mani in mano.

Ha querelato il “nostro” Cappelletti dando mandato all’avvocato Andrea Del Mastro.

Non se n’era saputo niente almeno fino ad un anno fa quando la Procura ha comunicato a Cappelletti la fine delle indagini. Poi e d'un tratto, l’altro ieri, s’è sparsa la notizia che si sarebbe tenuta un’udienza pre-dibattimentale davanti alla giudice Lucrezia Natta, fissata lunedì 9 ottobre in tribunale a Ivrea. Addirittura in anticipo rispetto ad una data indicata in precedenza.

«E' una vicenda talmente pregnante e di rilevanza penale suggestiva, che il predibattimento è anticipato a lunedì» si lascia andare Cappelletti sul suo profilo di facebook, dove in verità viene fuori il personaggio, cioè uno che fa satira tutte le volte che ne ha occasione, a volte in maniera pungente, altre volte meno, solitamente con battute azzeccate, alcune volte non tanto.  

Che si tratti di satira e quanto cercherà di dimostrare il suo legale, l'avvocato Paolo Maisto.

MATTEO SALVINI SEGRETARIO LEGA CON IN BRACCIO GRETA, UNO DEI BAMBINI DI BIBBIANO

Caso Bibbiano

Per capire il perchè del “post” di Cappelletti si deve tornare indietro al 2019 e al clamore mediatico suscitato dall’inchiesta della procura di Reggio Emilia che prende il nome di “Angeli e Demoni”.

Bibbiano è un centro con poco più di 10mila abitanti a 15 chilometri da Reggio Emilia. Il 26 giugno del 2019, ben 24 persone vengono iscritte nel registro degli indagati e 16 di loro, tra cui amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti, furono destinatarie di misure cautelari. Sono sospettate di aver redatto o agevolato relazioni false per allontanare bambini dalle loro famiglie e darli in affido, in alcuni casi, ad amici e conoscenti.

Secondo la procura le false relazioni erano state compilate dopo sedute di psicoterapia che avevano suggestionato i minori, alterando i loro ricordi tanto da indurli, in alcuni casi, ad accusare ingiustamente i genitori di molestie sessuali.

Claudio Foti, responsabile della onlus Hansel e Gretel di Moncalieri viene messo agli arresti domiciliari. Ai domiciliari anche Andrea Carletti, sindaco del Pd di Bibbiano.

​L’inchiesta era stata avviata nell’estate del 2018 quando alla procura di Reggio Emilia venne notato un aumento significativo e considerato anomalo di segnalazioni di abusi sessuali su minori avvenuto nei due anni precedenti. Riguardarono in particolare il Servizio sociale dell’Unione dei comuni della Val D’Enza.

Dopo gli arresti i leader dei partiti di centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, vanno a Bibbiano e accusano il PD di essere il principale responsabile di queste accuse. 

L’inchiesta viene usata di fatto per scopi politici, per attaccare la giunta di centrosinistra della regione guidata da Stefano Bonaccini.

A Lega e Fratelli d’Italia si unisce anche il Movimento 5 Stelle con Luigi Di Maio, leader del M5S, pronto a dichiarare che non si sarebbe mai alleato «con il partito di Bibbiano».

Comincia una campagna di manifesti del centrodestra con su scritto «Parlateci di Bibbiano». 

Giorgia Meloni si fa anche fotografare davanti al cartello che indica l’ingresso di Bibbiano, reggendo un foglio su cui è scritto: «Siamo stati primi ad arrivare. Saremo gli ultimi ad andarcene!». 

L’inchiesta “Angeli e Demoni” entrò anche nella campagna elettorale per le amministrative del gennaio del 2020. Lo stesso Claudio Foti in un’intervista ricorda che “durante la campagna elettorale Matteo Salvini venne a Bibbiano a tenere un comizio, mostrando l’immagine di un bambino portato via dalla famiglia ed era falsa”. 

Il centrosinistra vinse le elezioni in Emilia-Romagna e Stefano Bonaccini venne riconfermato alla presidenza della Regione.

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