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Satira

Il SUPERCAZZOLARIO: assurdità e momenti tragicomici da un consiglio comunale

A Rivarolo, l'ultima seduta del parlamentino ne ha riservate delle belle...

Il supercazzolario

Il supercazzolario

Chiunque abbia assistito all'ultima seduta del consiglio comunale di Rivarolo se lo sarà detto: c'è abbastanza materiale per costruire un bestiario delle dichiarazioni più assurde e dei dibattiti più surreali. Ce lo siamo detti anche noi. Le supercazzole erano troppe e troppo belle, e meritavano la giusta dignità.

Comincia quindi il Supercazzolario: la raccolta di assurdità, bassezze o semplicemente balle stratosferiche emerse dal parlamentino rivarolese. In prima posizione, manco a dirlo, c'è il centrodestra di Riparolium. Alcuni pezzi della maggioranza guidata da Alberto Rostagno si dimostrano però ottimi competitor. 

Letture completamente spiantate del ruolo delle donne, accuse di "socialismo reale" al sindaco, cugini geometri e sindaci non tesserati al PD che fanno spot per il PD. Le mettiamo in ordine di apparizione, perché se avessimo dovuto ordinarle in base alla loro caratura non avremmo davvero saputo da dove cominciare.

"Non sono iscritto al PD", ma fa gli spot per il PD

"Non sono iscritto al PD" ha detto il sindaco Alberto Rostagno in consiglio comunale. E sarà pure vero. Ma nel 2018 il sindaco diceva in uno spot confezionato dal PD, targato PD, di fronte a una bandiera del PD e con argomento le elezioni politiche a cui si era presentato il PD: "Il PD è l'unico partito serio e affidabile in Europa". Nel 2022 poi si è fatto fotografare ai banchetti... del PD. Ma lui col PD non ha nulla a che fare...

Alberto Rostagno

(Ah, mettiamo in chiaro due cose. Primo: la "cacciata" dell'assessore Schialvino dalla Giunta non è avvenuta perché l'ex assessore non era iscritta al PD: sarebbe stata una mossa suicida; secondo: essere iscritti al PD o sostenerlo non è un reato, anzi, la democrazia italiana è fondata sui partiti: certo, quantomeno questa scelta andrebbe difesa e non nascosta sotto al tappeto...).

Stalin contro Einaudi, Pol Pot contro De Gasperi: il conflitto planetario targato Bertot

Ecco, dall'altra parte il centrodestra ha scelto le supercazole per fare opposizione. "Il PD ha occupato militarmente la sua Giunta - ha detto Bertot - ma non è male. Sono due culture diverse: una che si rifà al socialismo reale contro una che si rifà al mondo liberale, ma, ripeto, non c'è niente di male. Si fa politica anche per le idee, semplicemente ammettete una realtà".

E Bertot avrà pure ragione, ma il suo lessico merita un cenno.

Pensavamo infatti di stare a Rivarolo e invece era Stalingrado. Pensavamo che la Giunta fosse tesserata al PD e invece era tesserata al PCUS. Il problema sono le tasse troppo alte... Menomale che c'è il centrodestra che vuole fare la rivoluzione liberale nel 2024. Qualcuno, trent'anni fa, aveva promesso la stessa cosa. Poi è (letteralmente) andato tutto a... vabbè.

L'IMU che funziona solo con le famiglie sfasciate

Qui la supercazzola sta, come spesso accade, nella burocrazia. Si parla di calcolo dell'Imu di prima e seconda casa. Prima, se il nucleo familiare aveva la residenza a Rivarolo ma aveva una seconda casa altrove, la casa altrove era considerata seconda casa. Ora, invece, se in un nucleo familiare un coniuge ha la residenza in un paese e l'altro ce l'ha da tutt'altra parte, entrambe le abitazioni sono considerate prima casa, e la tassazione si regola di conseguenza. 

Geniale e sottilissimo il commento del presidente del consiglio comunale, Roberto Bonome: "Insomma, la tassa si applica solo quando la famiglia è sfasciata". Amministratori e giornalisti in sala non hanno smesso di ridere per un minuto buono.

Il femminismo 3.0 di Riparolium

Si parlava di asili nido e del legame tra accessibilità al servizio ed emancipazione femminile. Aldo Raimondo, consigliere di Riaprolium, era partito alla grande: "Se una donna lavora avrebbe necessità del nido se anche il marito lavora". Giustissimo, alla grande, lo dicono i migliori esperti in materia: facilitate l'accesso agli asili nido e farete un favore all'emancipazione femminile.

Ma è nella seconda parte della frase che Raimondo infila la supercazzola: "Se sei in quel momento a casa e non lavori potresti tenerlo te il bambino". Ah, okay. Insomma, la donna che lavora avrebbe bisogno del nido, e quindi il comune potrebbe agire sul regolamento per agevolarla (cosa che peraltro già avviene). Invece quella che non lavora no, può stare lì dov'è a fare l'angelo del focolare.

Fabrizio Bertot e Aldo Raimondo di Riparolium

È il nuovo femminismo in salsa Riparolium. "Ecco forse dovremmo un po' rivedere il concetto di emancipazione ma ci possiamo lavorare" il commento dell'assessore Costanza Conta Canova che scatena l'ilarità dell'intero consiglio comunale.

Rincara la dose il consigliere Sara Servalli: "Non posso sentire che l'emancipazione della donna preveda che chi non lavora non entri nel mondo del lavoro e chi lavora ci rimanga. Mi sembra un livello molto basso di pensare all'emancipazione. L'emancipazione della donna passa per l'autodeterminazione nel mondo del lavoro".

Quei barbari degli svedesi

Mentre Raimondo si riscopre militante femminista, Bertot si dà all'antropologia. Si parlava sempre di welfare e di asili nido, e il capogruppo di minoranza ha dovuto fare una premessa: "Non vedo nei modelli nordeuropei dei modelli: hanno la fiscalità all'80%".

E fin qui ci sta: tutto in linea con la crociata antibolscevica di Bertot di cui parlavamo sopra. Ma il bello arriva dopo: "Anche dal punto di vista culturale, poi... lo dicevamo già in Parlamento europeo: eravate dei barbari, vi abbiamo civilizzato noi dell'Impero Romano. Credo che la cultura mediterranea sia stata un esempio... e io difenderò sempre le prerogative di questa cultura".

Welfare avanzato, politiche migratorie efficienti, un sistema economico egualitario e diritti civili garantiti: effettivamente a uno che visiti Stoccolma non può che salire lo schifo...

Raimondo e gli amici geometri

Un'altra perla del centrodestra è gentilmente offerta nuovamente da Raimondo. Che in flusso di coscienza in consiglio comunale, parlando della progettazione e della direzione dei lavori su Villa Vallero grazie al Pnrr, lo definisce un lavoro gravoso, ben diverso, dice il consigliere di Riparolium, da quando "faccio la strada e do l'incarico all'amico geometra".

Chi? Cosa? Amici geometri? Un'accusa gravissima (ma era davvero un'accusa?), e Rostagno risponde per le rime: "Questa qua è una dichiarazione forte, chi è che ha dato l'incarico all'amico geometra?". Putiferio in sala. Raimondo ripete la stessa solfa per difendersi, evidentemente in difficoltà.

Poi cerca di rettificare: "È una critica politica (sigh!), ho detto amico geometra perché io faccio il geometra (doppio sigh!)". La logica argomentativa del consigliere è impeccabile. Nei circoli accademici, si dice, lo chiamano "l'Aristotele canavesano" per la qualità dei suoi sillogismi.

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