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Il caso
11 Aprile 2023 - 13:39
Operazione (immagine d'archivio)
Un diciottenne di Leinì con una massa tumorale che gli ostruiva completamente la trachea, rischiando di farlo morire per asfissia, è stato salvato grazie a un intervento mini invasivo, considerato ad alto rischio, effettuato in broncoscopia, alle Molinette di Torino.
Il paziente era stato trasferito a fine marzo dal San Giovanni Bosco di Torino alle Molinette della Città della Salute.
Inizialmente in cura per asma bronchiale, gli accertamenti clinici al San Giovanni Bosco avevano permesso di accertare che la grave insufficienza respiratoria acuta, non gestibile anche dopo che il paziente era stato intubato, era dovuta ad una massa tumorale, cresciuta fino a 2 centimetri di diametro. Per mantenere in vita il paziente è stata attivata la circolazione extracorporea (Ecmo) da parte del gruppo anestesiologico, guidato dal dottor Sergio Livigni.
L'ospedale Molinette di Torino
Dopo un paio di giorni, necessari per "ottimizzare l'ossigenazione e le condizioni generali" grazie alle équipes di Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) e rianimatorie (dirette dai professori Luca Brazzi, Vito Fanelli e Chiara Bonetto) delle Molinette, il paziente è stato sottoposto a broncoscopia con strumento rigido, eseguita dal professor Paolo Solidoro e dal dottor Giuseppe Tabbia della Pneumologia universitaria (diretta dal professor Carlo Albera).
Il tumore, di origine angiomatosa, è stato completamente rimosso - spiegano i medici - con un intervento ad alto rischio di sanguinamento e di mortalità intraoperatoria, su un paziente in gravissime condizioni cliniche. In caso di sanguinamento erano stati preventivamente attivati percorsi di emergenza e, in ultima analisi, allertata la presenza dei chirurghi toracici (diretti dal professor Enrico Ruffini) per eventuali interventi sul torace.
Il giorno dopo l'operazione è stata rimossa la circolazione extracorporea, 24 ore più tardi il paziente è tornato a respirare spontaneamente ed è stato trasferito "in ottime condizioni respiratorie e generali" nel reparto di Pneumologia universitaria.
La procedura si è svolta "senza complicazioni", con l'assistenza del dottor Massimo Consoli, nella sala della Rianimazione del Pronto soccorso, coordinata dalla dottoressa Marinella Zanierato.
La massa, spiega la Città della Salute, si è dimostrata di natura benigna angiomatosa ma, per il peculiare e raro posizionamento nell’albero tracheobronchiale, “avrebbe determinato la morte del paziente per asfissia se non si fosse proceduto al più presto all’ossigenazione extracorporea e quindi al trasferimento presso un Centro esperto in broncoscopia in questa tipologia di assistenza rianimatoria, quale l'ospedale Molinette di Torino”.
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