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L'intervista

Mercato di Rivarolo, parla l'ex sindaco: "Il mercato per com'era prima non si deve fare più"

Al centro della riflessione di Edoardo Gaetano c'è soprattutto la sicurezza: per rientrare nella via centrale serve un regolamento severo

Edo Gaetano

Edo Gaetano

Se c'è una questione attorno alla quale probabilmente si giocheranno le elezioni amministrative del prossimo anno a Rivarolo, quella è il mercato cittadino. Sul tema stanno spingendo le minoranze consiliari, che incalzano l'amministrazione guidata da Alberto Rostagno per far rientrare i banchi nella centralissima via Ivrea.

Quella via Ivrea dove gli ambulanti facevano il mercato fino al 2020. Pù precisamente fino alla pandemia da covid 19, quando l'amministrazione di Alberto Rostagno li ha fatti spostare nel periferico corso Rocco Meaglia.

Motivazione: il distanziamento sociale, che sarebbe stato più garantito sul corso rispetto alla stretta via Ivrea. Ne ha risentito la clientela, e di conseguenza anche il fatturato. Quando l'emergenza era passata, i commercianti hanno iniziato a sperare che sarebbero potuti tornare in centro.

La protesta degli ambulanti in via Ivrea la vigilia di Natale

Niente. Questioni di sicurezza, dicevano dall'amministrazione. Le norme, i tecnici, le circolari dei vigili del fuoco. Tutto sembra andare contro il rientro in centro. Gli ambulanti rivarolesi avevano già tentato di dialogare più volte con l'amministrazione. Avevano anche organizzato una manifestazione, che avevano però poi cancellato in segno di dialogo e voglia di collaborare.

Era aprile 2022. Dopo otto lunghi mesi, però, gli ambulanti erano ancora in corso Meaglia. Da qui la decisione: i commercianti sono scesi tutti in piazza la vigilia di Natale dello scorso anno. Hanno protestato occupando via Ivrea con un corteo di furgoni che rappresentava tutta la loro disperazione.

L'amministrazione di Alberto Rostagno si trova ad oggi stretta tra l'esigenza di garantire l'accesso dei mezzi di soccorso in via Ivrea nel caso in cui qualcuno ne avesse bisogno e la volontà politica, che dall'amministrazione è stata messa nero su bianco, di far rientrare il mercato in via Ivrea per non danneggiare gli ambulanti.

Alberto Rostagno, sindaco di Rivarolo

Trattando una questione così delicata, un giornale ha il compito di chiedere opinioni, di far circolare idee, suggerimenti e critiche. Noi proviamo a farlo intervistando Edoardo Gaetano, sindaco di Rivarolo dal 1994 al 2003, eletto grazie a una coalizione di rottura orientata verso il centrosinistra che ha cambiato la vita politica rivarolese.

Gaetano è stato, fino al 2019, anche il vicesindaco dell'attuale primo cittadino di Rivarolo. 

Gaetano, la questione del rientro in centro del mercato cittadino è indiscutibilmente quella che sta tenendo banco in questo momento a Palazzo Lomellini. Il tema principale è quello della sicurezza di via Ivrea. Lei cosa può raccontare in merito?
C'è un episodio che risale al 1994, ero appena stato eletto sindaco. Il mercato inizialmente era su corso Torino e in parte in via Ivrea, poi dopo i lavori su piazza Massoglia si è aperta un'area mercatale ad hoc, ma alcuni banchi rimasero in via Ivrea, anche per non scontentare troppo gli esercizi commerciali della via che sono il cuore pulsante del commercio rivarolese. Sembrava infatti che localizzando tutto il mercato su piazza Massoglia si sarebbe impoverito il commercio fisso a spese dell'ambulante. Sta di fatto che un giorno di mercato capitò un malore serio in via Ivrea e l'ambulanza non riuscì a passare. Originariamente, infatti, la via era pensata per lasciare, in occasione del mercato, quattro metri liberi per i mezzi di soccorso. Il problema è che, nell'ottica del commerciante ambulante, è importante portare in vista il proprio prodotto. Quindi nei quattro metri non ci stava nessuno. Sotto questo aspetto, chiedere una vigilanza ossessiva da parte della Polizia Municipale è difficile, anche perché come sappiamo la Polizia Municipale si muove con i numeri che la spending review ha imposto, e quindi ci sono spesso pochi vigili. Fortunatamente all'epoca il malore si risolse positivamente, l'ambulanza riuscì a passare in via Viano, la via parallela, però da sindaco ho tremato, perché lì come è giusto che sia un magistrato avrebbe potuto obiettare che la vita umana è preziosissima e che due minuti in meno sarebbero valsi a salvarla.

Alla luce di questo episodio, lei come valuta la posizione di prudenza dell'amministrazione comunale?
La capisco benissimo, anche a fronte dell'altro grosso problema che hanno avuto, in modo eccessivamente gravoso per l'amministrazione, per quanto riguarda la morte di Guido Zabena. Che si fosse allagato il sottopasso è fuori di dubbio, ma che debba essere il sindaco il capro espiatorio rispetto a un potenziale omicidio colposo, insomma... Ad ogni modo, io capisco che per un sindaco che sta già vivendo un dramma di questo tipo, un altro dramma sarebbe umanamente e giuridicamente insopportabile. Capisco quindi alla perfezione questa scelta drastica, draconiana.

Dall'altra parte ci sono i commercianti e anche le minoranze consiliari che reclamano il rientro in centro.
Io capisco che, relegati in una via che non è di transito, i commercianti siano in una situazione poco favorevole. Mi rendo anche conto però che una soluzione diversa sarebbe impossibile, se non assumendo delle decisioni drastiche, facendo sì per esempio che i commercianti stiano "dentro le righe", nei loro margini. Il fatto è che nel corso del tempo le cose sono cambiate: dai vecchi carrettini con cui si faceva il mercato nel Dopoguerra gli ambulanti sono progressivamente giunti all'utilizzo del furgone, come avviene oggi. Da secoli, inoltre, via Ivrea è caratterizzata da grandi cantine a cui si accedeva dalla strada alzando una griglia, e molti un tempo lasciavano lì le loro cose, utilizzando le cantine come magazzini, per poi tirare tutto fuori il giorno del mercato. Al giorno d'oggi invece questo non avviene più, l'ambulante fa più mercati in una settimana e gira quindi con un furgone. E davanti al furgone, assieme anche al banco, rispettare quei quattro metri diventa ostico. Così come per l'amministrazione sarebbe ostico anche ritornare sui propri passi e far rientrare il mercato in via Ivrea: chi potrebbe essere riportato lì? Si dovrebbero riaprire le graduatorie? Da questo punto di vista, quindi, io capisco l'assessore Ghirmu e il sindaco Rostagno, che hanno fatto bene a "blindare" l'aspetto della sicurezza.

Lei quindi avrebbe agito come ha agito l'amministrazione?
Non seguo le politiche sulle norme mercatali da qualche anno, ma sarei del parere che si debba risolvere la situazione assumendo un regolamento secondo cui alla prima volta in cui sgarri ti sanziono, alla seconda ti sposto e alla terza se non basta non ti faccio piazzare più. Sì insomma, ci vorrebbe una soluzione di regolamento. Teniamo poi presente anche un'altra cosa: che chi abita in via Ivrea il sabato, quando c'era il mercato, non usciva di casa. Non ci si è scontrati a suo tempo su questo tema perché il mercato era diventato ormai una tradizione, ma attualmente abbiamo liberalizzato la viabilità su via Ivrea e questa non è una cosa da poco. Su questa e su altre problematiche si innesca poi la polemica. Questo perché purtroppo la politica attualmente viene fatta più per enfatizzare il problema che non per risolverlo.

A tal proposito, cosa pensa dell'idea del centrodestra, che ancor più che Rivarolo Sostenibile farebbe rientrare in centro il mercato esattamente com'era prima? 
Siamo seri... non basta dire "mi assumo la responsabilità": occorre evitare che succedano le tragedie, e inoltre occorre evitare di cercare i colpevoli. La priorità è impedire che i drammi avvengano. Lo stesso discorso vale quando dissero per il sottopasso: "Io andavo a vedere quando pioveva". Posto che sia vero, il fatto di andare a presidiare non è neanche il mestiere del sindaco, del vice e dell'assessore... Al di là di questo, se avviene l'incidente a me non importa chi sia il responsabile, io voglio che non avvenga l'incidente. Io su questa questione un'idea ce l'ho, ed è questa: il mercato di via Ivrea per così com'era non si deve più fare. È invece possibile trovare una soluzione per rientrare, ma tenendo presente che "patti chiari e amicizia lunga". Via Ivrea ha una larghezza critica, e il mercato che aveva luogo nella via è nato per ospitare la bancarella del commerciante che arrivava col carretto sul quale posizionava la merce da vendere... Come soluzione alternativa, invece, potrebbe essere valutato il mercato in corso Torino, ma vorrebbe dire spezzare il mercato in due tronconi. Eppure su quel corso le Allee avrebbero la possibilità di sopportare il mercato. Da questo punto di vista le racconterei una storia fatta più di timori del funzionario che non di pericoli reali. Sotto via Ivrea passa la vecchia roggia di Rivarolo. Dunque, a chiunque voglia mettere qualunque installazione temporanea sul viale viene richiesta la prova tecnica di stabilità sulle volte robustissime di mattoni. E sicuramente io capisco che i funzionari pensino che, siccome i tempi sono cambiati, se cedesse la volta e andasse giù un furgone qualcuno gliene andrebbe a chiedere conto. Probabilmente anche qui è ora di fare quello che va fatto: una perizia comunale di conformità di questa volta di mattoni in seguito alla quale si stabilisce se si può fare il mercato sull'Allea. 

L'ultima domanda gliela vorrei fare sull'assessore Ghirmu: è stata criticata per aver impiegato troppo tempo a risolvere la questione. Lei come la vede? 
Conosco benissimo Helen, e so che si tratta di un assessore competente ma con una non maturata esperienza precedente. Peraltro sono certo che queste politiche sono condivise da una Giunta e non sono solo scelte sue. La mia impressione, ma la valuti come tale, è questa; inoltre credo che non succeda più come una volta, quando l'assessore era un viceré e a casa sua decideva lui. Helen non è quindi neanche liberissima di fare le sue scelte. Quello che caratterizza questa amministrazione, così come molte altre che sto seguendo come militante del Partito Democratico, è l'inesperienza delle nuove leve che le compongono. Spesso questi ragazzi non hanno fatto una carriera di esperienza amministrativa come si faceva una volta, e glielo dico perché io stesso l'ho provato: ho fatto il sindaco all'improvviso senza esperienze pregresse pur avendo una grossa esperienza di politica amministrativa per il mio lavoro nel sindacato. Come dicevo, si tratta di persone competenti, ma la capacità di gestione pratica dei problemi matura solo col passare del tempo. In questo contesto, chiedere una scelta drastica e subitanea a un assessore su questi temi è abbastanza duro, soprattutto coi precedenti che riguardano la vicenda del sottopasso. D'altra parte, io vorrei francamente che la minoranza si sedesse al tavolo con l'ottica di risolvere il problema e non di segnalare l'incompetenza di un assessore o di un sindaco, mentre invece, come accade sempre in Italia, i problemi vengono utilizzati per denigrare qualcuno e non per essere risolti.

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