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L'intervista
08 Febbraio 2023 - 12:10
La Protezione Civile durante un intervento
Simone Reviglio entra nella sede dell'associazione. La sede è nata poco meno di trent'anni fa, assieme all'associazione, e oggi è completamente "decorata" di attestati, strumenti, qualche sedia e una scrivania. Siamo a Balangero, e qui dentro si riuniscono i volontari della Protezione Civile Valli di Lanzo. Nello stesso cortile c'è la casa di Simone, che dell'associazione è il presidente.
"Quest'anno, dopo il covid due o tre associazioni con cui collaboravamo purtroppo hanno chiuso - racconta Simone -. Noi, per fortuna, siamo riusciti a sopravvivere mantenendo in piedi diverse attività con cui ci finanziamo. Abbiamo sicuramente avuto tante spese e poche entrate, ma perlomeno i volontari sono in aumento: eravamo scesi a ventidue, mentre ad oggi siamo ventiquattro".
Simone Reviglio nella sede della Protezione Civile
Simone è diventato presidente del gruppo nel 2017, prendendosi il testimone e la passione del papà, Tommaso, scomparso il 26 febbraio dell'anno scorso. Fu proprio papà Tommaso a fondare, nel '94 come gruppo informale e poi ufficialmente l'anno successivo, il gruppo di Protezione Civile Balangero Valli di Lanzo. Con lui c'erano altri volontari.
"Si trattava di un gruppo di amici - racconta Simone - che già si impegnavano nel volontariato in altre associazioni. Erano una cinquantina". Il core business dell'associazione era allora la rimozione dei nidi di calabroni. "Negli anni, pian pianino, il gruppo si è evoluto, hanno comprato dei mezzi e delle attrezzature nuove".
Simone partecipava già alla vita dell'associazione quando aveva 16 anni. A quell'età entrò a far parte del gruppo su autorizzazione dei genitori. Oggi Simone di anni ne ha quarantadue, e, ripensando al primo decennio di vita dell'associazione, ne ripercorre le tappe fondamentali: "Il gruppo si impegnò dopo l'alluvione del 2000, facendo ciò che poteva per aiutare le persone del territorio".
Quell'alluvione fu devastante. Si abbattè sulle Valli di Lanzo, così come su tante altre zone del Piemonte, tra il 13 e il 17 ottobre. Nella Regione, ad eventi conclusi, il bilancio fu di 23 morti, 128 feriti, 11 dispersi e circa 40.000 sfollati. Una prova ardua per un gruppo di volontari come questo, che però avevano dalla loro parte la passione per quello che facevano.
"Mio papà creò la sede che abbiamo attualmente da due garage: li aveva svuotati e piastrellati". Rimessi a nuovo, quei due garage sono diventati il punto di riferimento di tutti i volontari. "Assieme ai suoi amici dell'epoca faceva già volontariato in altre associazioni - racconta Simone -. Poi, per delle divergenze con i vecchi gruppi, decisero di creare qualcosa che servisse alla gente e che non avesse scopo di lucro".
Da quel momento, l'associazione è stata sempre un "pallino" per il padre: "Non si tirava indietro su nulla: andava dal Canavese fino a Cuneo a togliere nidi di calabrone, e la sera era sempre impegnato. Ormai nei paesini del territorio lo chiamavano e lo conoscevano tutti, credo che in quei vent'anni in cui è riuscito a essere più attivo sia andato ovunque a rimuovere i nidi".
La passione è transitata di padre in figlio in maniera quasi naturale. Una passione che vive di riconoscimenti, ma anche e sopratutto di "grazie", di piccole gratificazioni che ti derivano dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa per il prossimo: "Certo, è stato bello ricevere recentemente i riconoscimenti dal presidente della Regione, Alberto Cirio..." ammette Simone.
"Ma ciò che ti gratifica di più è sentire il 'grazie' delle persone che andiamo ad aiutare: sapere che gli hai tolto un problema, che possono dormire tranquilli senza timore di accendere la luce e trovarsi dei calabroni in casa" prosegue il presidente. Nel 2022, di problemi di questo tipo il gruppo ne ha risolti centotrè: centotrè famiglie che non devono più temere le punture pericolose di insetti vari.
Foto d'archivio di alcuni volontari e volontarie della Protezione Civile Valli di Lanzo. Il secondo da destra è Tommaso Reviglio
Ma non solo di questo si sono occupati i volontari: diciotto cani randagi recuperati tra Balangero e Lanzo, cinque messe in sicurezza di alberi pericolanti, 788 ore svolte in attività legate al Covid 19, di cui 738 svolte al Centro Vaccinale di Balangero. Un'attività, quella di contrasto al Covid, partita dalle prima fasi di espansione del virus, nel 2020: "Uscivamo di casa sapendo che potevamo contrarre il virus, e che al contempo c'era bisogno di noi sotto diversi aspetti" racconta Simone.
E poi la sorveglianza meteorologica, la distribuzione di Dispositivi di Protezione Individuali alle Rsa, i corsi di addestramento, le attività legate alla viabilità.
Insomma, un presidio importantissimo sul territorio, effettuato coprendo un'area vastissima, che comincia a San Maurizio, si "allarga" a Front e da lì sale su verso le tre valli di Lanzo. Un presidio che richiede tanta forza materiale e organizzativa, e che quindi è alla continua ricerca di volontari per ampliare il gruppo.
"Al momento l'età media è di cinquant'anni - racconta Simone - e di ventenni ce ne sono pochi. Probabilmente a quell'età si predilige la ricerca del lavoro o lo studio, come è giusto che sia". Anche se, va detto, fare volontariato non ha prezzo. Come diceva qualcuno, "si dovrebbe pensare di più a far del bene che a stare bene: e cosi si finirebbe anche a stare meglio".
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