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Caluso, da 26 anni tra le grandi città del vino

Confermata anche per il 2023 la presenza della città dell'Erbaluce nell'associazione nazionale

Caluso, da 26 anni tra le grandi città del vino

Festa dell'Uva Erbaluce di Caluso

Caluso, da 26 anni, è tra le grandi città del vino.

Un impegno iniziato nel 1997 quando si formalizzava l’adesione del Comune di Caluso all’Associazione Nazionale Città del Vino con sede in Siena.

Un impegno che l'Amministrazione Comunale intende mantenere anche per il 2023 e lo ha fatto nei giorni scorsi approvando la determina con cui viene impegnata la cifra necessaria per restare nel sodalizio.

Il sindaco di Caluso Maria Rosa Cena tra i filari dell'Erbaluce

Si tratta di 1.366,10 euro che ogni anno vengono versati a favore dell'associazione in questione.

Era il 21 marzo 1987 quando 39 sindaci si riunirono a Siena per dar vita all’Associazione Nazionale Città del Vino. Erano i sindaci e gli amministratori di Alba, Asti, Barbaresco, Barile, Barolo, Buonconvento, Canale, Carema, Carmignano, Castagneto Carducci, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Diano d’Alba, Dogliani, Dozza, Firenze, Frascati, Gaiole in Chianti, Gattinara, Greve in Chianti, Jesi, La Morra, Marino, Melissa, Monforte, Montalcino, Montecarotto, Montefalco, Montescudaio, Neive, Nizza Monferrato, Ovada, Pramaggiore, Radda in Chianti, Rufina, San Severo, Siena, Treiso d’Alba e Zagarolo.

Da nord a sud, piccoli e grandi comuni, città già note nel firmamento enologico e città ancora in ombra. Già allora un campione fedelmente rappresentativo di quel ricco mosaico che è il vigneto Italia.

Esattamente 10 anni dopo, a questi giganti vino, a questo mosaico, si è unita anche la Città dell'Erbaluce.

ALTRI COMUNI DEL CANAVESE

Oltre al Comune di Caluso, è iscritto all'associazione anche quello di Carema. A questi, proprio quest'anno, si è aggiunto il Comune di Cuceglio

IL RINASCIMENTO DEL VINO ITALIANO

L'Idea era nata dopo i giorni dello scandalo del vino al metanolo che proprio l’anno precedente, il 1986, gettava nella disperazione un sistema socio economico basato sul vino, causando persino 19 vittime ed alcune infermità permanenti.

Il “rinascimento” del vino italiano è partito idealmente proprio da quell’evento negativo; uno scandalo che rappresentò uno dei motivi principali che spinsero quel gruppo di sindaci a far nascere le Città del Vino, intuendo che l’operazione che andava fatta – di carattere culturale, oltre che di marketing – era quella di rendere sempre più forte il rapporto tra vino e territorio, un rapporto che rappresenta ancora oggi l’unicità del vino italiano, la sua originalità assoluta.

IL PIANO REGOLATORE DELLE CITTà DEL VINO

Il vigneto, parte fondamentale del paesaggio

Nel 1998, sulla spinta del rinnovato interesse per la qualità del territorio intesa come risorsa per le comunità locali, l’Associazione ha prodotto il Piano Regolatore delle Città del Vino che fissò allora due concetti importanti validi ancora oggi: il vigneto è parte fondamentale del paesaggio e così tutte le aree agricole interessate e la sua tutela è strategica per la qualità del territorio e pertanto va programmata nell’azione amministrativa; lo sviluppo locale non può che derivare da una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato fatta di scelte condivise.

L'OBIETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE

L’obiettivo dell’Associazione è quello di aiutare i Comuni (con il diretto coinvolgimento di Ci.Vin srl, sua società di servizi) a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. 

SVILUPPO DEL TURISMO DEL VINO

Un esempio concreto è l'impegno per lo sviluppo del turismo del vino, che coniuga qualità dei paesaggi e ambienti ben conservati, qualità del vino e dei prodotti tipici, qualità dell'offerta diffusa nel territorio ad opera delle cantine e degli operatori del settore.

Il turismo rurale nelle Città del Vino è in crescita costante. Con oltre 3 miliardi di euro di fatturato stimati e circa 5 milioni di enoturisti (secondo i rapporti annuali dell’Osservatorio sul turismo del vino), l'enoturismo si pone al centro delle politiche di crescita locale. È questa una forma di turismo di esperienza che privilegia la sostenibilità, l’incontro con il territorio, e la conoscenza diretta dei suoi protagonisti: i vignaioli e la gente che qui lavora e vive.

BANDO PER IL IL MANIFESTO 2024

Anche quest'anno è aperto il bando per la realizzazione de Manifesto Città del Vino, l'Associazione infatti è in cerca dell'immagine che la rappresenterà per l'anno 2024 e il termine per far pervenire i bozzetti è fissato per il 15 giugno p.v. La partecipazione è gratuita ed è riservata esclusivamente alle Scuole Elementari, Medie e Superiori.

Clicca qui per leggere il REGOLAMENTO

Nell’immagine il Manifesto 2023 realizzato da Viktoria Jordanovska del Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba (CN).

DONNE E VINO

Una costola dell'associazione è rappresentata dall'Associazione Nazionale Le Donne del Vino di cui è stata appena eletta la nuova presidente. 

Si tratta di Daniela Mastroberardino, produttrice campana, amministratore ed export manager dell’azienda Terredora a Montefusco (Avellino).

Ha ricevuto l’incarico dal nuovo Consiglio direttivo. La presidente uscente Donatella Cinelli Colombini, che ha retto l’Associazione per sette anni portando le socie a oltre quota mille, le ha consegnato il simbolico campanellino.

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