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Sei anni di galera a chi organizza "Rave Party". Ma i raduni a Predappio sono un'altra cosa

Sei anni di galera a chi organizza "Rave Party". Ma i raduni a Predappio sono un'altra cosa

MODENA RAVE PARTY OPERAZIONI DI SGOMBERO

Organizzare e partecipare ai rave party diventa un reato specifico, il 434-bis del Codice penale. Punibile con pene fino a sei anni di reclusione. Nel primo Consiglio dei ministri operativo, ecco la stretta del Governo di centrodestra sui raduni illegali, proprio nel giorno dello sgombero - senza scontri e prima del clou in programma nella notte di Halloween - dell'evento di Modena, che ha richiamato migliaia di giovani. Niente dolcetto, dunque, piuttosto un pesante scherzetto agli amanti delle maratone danzanti - e spesso 'chimiche' - di massa in terreni incustoditi e capannoni in disuso.
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"Confidiamo nell'effetto deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria dei mezzi che vengono usati per organizzare questi eventi", ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. C'è infatti ora il rischio di vedersi sottrarre camion, furgoni e costosi sound system. Il titolare del Viminale respinge poi al mittente le critiche del leader M5S, Giuseppe Conte e del Pd, per il mancato intervento, invece, sul raduno fascista di ieri a Predappio, paese natale di Mussolini. "Sono cose - secondo il ministro - completamente diverse. Predappio è una manifestazione che si svolge da tanti anni, sul rave party c'era la denuncia del proprietario".
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Nel dibattito del Cdm sull'argomento, sono entrate anche le tecnologie di comunicazione con gli smartphone. Oltre alle tradizionali intercettazioni telefoniche, sono stati presi in considerazione anche i messaggi via whatsapp e le videochiamate. Su questo tema si è aperta una articolata discussione nel corso della quale i ministri di Fi, tra cui il vicepremier e responsabile della Farnesina, Antonio Tajani avrebbero chiesto molta cautela trattandosi di una materia inedita e tutta da studiare. Da qui la decisione di ulteriori approfondimenti. In generale, sulla questione del contrasto ai rave già la precedente ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, aveva messo al lavoro i suoi uffici per definire una norma che mettesse l'Italia al passo con altri Paesi europei. Con il nuovo Governo c'è stata un'accelerazione, determinata anche dalle polemiche per Modena. La misura è arrivata così subito sul tavolo del Consiglio dei ministri presieduto da Giorgia Meloni. Piantedosi ha ringraziato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ex magistrato ed il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il contributo alla stesura del provvedimento. Il 434-bis istituisce dunque una nuova fattispecie di reato: "Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica".
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Chiunque organizza o promuove l' "invasione" - commessa da più di 50 persone - è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro. La pena fino a sei anni consente di disporre le intercettazioni per prevenire i rave, che vengono quasi sempre organizzati con un passaparola in chat e social 'coperti'. Per il solo fatto di partecipare alla "invasione" la pena è diminuita. E' sempre ordinata la confisca "delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato... nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell'occupazione". Nel testo viene poi apportata una modifica al Codice antimafia disponendo le misure di prevenzione personali per chi si macchia del nuovo reato. Ciò consentirà l'applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per gli indiziati dell' "invasione per raduni pericolosi". Secondo Piantedosi il decreto rispetta i requisiti di necessità ed urgenza "per il fatto, drammaticamente confermato nella giornata di ieri, che probabilmente l'assenza di una normativa efficace nel nostro Paese, a differenza dei Paesi limitrofi, ci rendeva vulnerabili come, ahimè, la cronaca degli ultimi anni testimonia. Si tratta di eventi - ha sottolineato - non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l'impiego di forze dell'ordine che ne consegue. Sono ora previste sanzioni significative e confidiamo che la norma possa costituire deterrenza per questi eventi".

Il Rave, una moda arrivata dalla Gran Bretagna Tanti i casi controversi, tra gli ultimi quello vicino Viterbo

L'obiettivo è quello di dimenticare, di sentirsi liberi e al tempo stesso invisibili, di 'occuparsi' solo del tempo presente scandito dal ritmo di musica e luci sempre crescente. Nella cultura del rave è diffuso l'uso di stupefacenti, soprattutto pasticche di ecstacy che possono accompagnare le tante ore trascorse sulla pista da ballo.
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L'apice viene raggiunto solitamente all'alba quando le pulsazioni cardiache e le percussioni della drum machine della musica techno vanno all'unisono. Del resto rave in inglese è l'abbreviazione di rave up ovvero festa scatenata, deriva dal verbo to rave che significa farneticare, delirare. I rave party si svolgono all'aperto o in capannoni industriali. Si va da alcune migliaia di persone fino a 50 mila presenze che soltanto poche ore prima vengono a sapere l'esatta ubicazione del raduno proprio per fare in modo che le forze dell'ordine si accorgano del ritrovo solo quando ormai il numero dei partecipanti è così massiccio da avere più difficoltà ad interromperlo. Il metodo è quello del passaparola o dei social ma con messaggi cifrati, spesso numeri. E' controversa l'interpretazione di quale fu il primo rave della storia. L'epoca è quella degli anni '80. C'è chi parla di Chicago, con i primi raduni nelle fabbriche abbandonate al ritmo delle prime versioni di musica techno. C'è chi ritiene che tutto cominciò dalla Gran Bretagna, dove nel 1988 a Clink Street si svolse uno dei rave più famosi della storia. Chi invece fa risalire la nascita addirittura ai free festival del 1967 quando in California nacque la prima Summer of Love, manifestazione hippy e pacifista, i cui elementi erano lsd ed acid rock. Il 25 giugno del 1989 di nuovo in Inghilterra 12 mila persone si ritrovarono sulla pista di atterraggio a White Waltham, facendo credere alle forze dell'ordine che si stava girando un video di Michael Jackson.
Castlemorton Common Festival
Nel '92 fu la volta del "Castlemorton Common Festival", quando quasi 50mila persone ballarono per una settimana. Viene definito il più grande rave illegale nella storia della Gran Bretagna ma anche quello che portò due anni dopo all'approvazione del "Criminal Justice and Public Order Act" con un notevole inasprimento delle pene. Anche l'Italia può contare su ritrovi 'eccellenti" come quello avvenuto a Capodanno del '96 al Crossover a Roma, sulla Pontina. Nel giugno 1999 decine di migliaia di persone ritrovarono in Toscana. Nel 2007, in 50mila ballarono a Pinerolo, in provincia di Torino e 10mila nel Salento, per una festa durata due settimane. Ma il rave che scatenò le più aspre polemiche fu quello del 2021 svoltosi a Valentano in provincia di Viterbo. Una sei giorni con circa 3.000 partecipanti ed un bilancio pesantissimo: un ragazzo di 25 anni trovato morto nel lago di Mezzano, ritenuto uno dei partecipati al ritrovo, due ragazze che denunciarono di essere state stuprate, decine di ricoverati per coma etilico e timori per la diffusione del contagio da coronavirus.
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