Non una dichiarazione di guerra ma una forte richiesta di mettere la Sanità pubblica al centro dell'agenda politica, a partire da assunzioni, aumento del Fondo sanitario e rinnovo dei contratti. Con questo spirito i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials ed il sindacato degli infermieri Nursind sono scesi oggi in piazza a Roma per chiedere al nuovo Governo "immediato e concreto impegno per garantire la tutela della salute" all'insegna dello slogan 'Sanità, se non la curi non ti cura!'. Sono 8 le misure urgenti chieste al nuovo governo e al ministro della Salute Orazio Schillaci: maggiori risorse per il Fondo Sanitario Nazionale, lotta alle esternalizzazioni, superamento dei limiti di tetti di spesa per le assunzioni e stabilizzazioni del personale, adeguate risorse contrattuali, spazi per la contrattazione decentrata, valorizzazione del personale, misure per l'integrazione fra pubblico e privato e, infine, una reale integrazione delle aree sanitaria e sociale. Chiaro il messaggio lanciato dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Oggi diciamo che il diritto alla salute è un diritto fondamentale e che bisogna investire sulla sanità, superare la logica dei tagli. Negli ultimi 10-15 anni sono stati tagliati più di 35 miliardi quindi abbiamo bisogno che questo governo, come rivendicato ai governi precedenti, aumenti strutturalmente la spesa sanitaria. Il diritto alla salute e la qualità dei servizi socio sanitari sul territorio è un diritto di tutti i cittadini, questo è e sarà elemento di mobilitazione generale". Tra le priorità quella di sbloccare le assunzioni, ha affermato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, ricordando che "mancano 70mila infermieri, 30mila medici, 100mila posti letto, e abbiamo piccoli ospedali che sono stati chiusi. Bisogna rafforzare cioè gli investimenti sugli ospedali, per le tecnologie e per la medicina territoriale". Anche gli infermieri rivendicano un "segnale concreto nella prossima legge di Bilancio". Nel Ssn, sottolinea il segretario Nursind Andrea Bottega, "ci sono 280mila infermieri ma ne mancano almeno 70mila, di cui 20mila infermieri di famiglia. Negli ultimi due anni si sono laureati più medici che infermieri ed in Italia abbiamo 1 medico per 1 infermiere e mezzo contro i 3 della media Ue. Eppure nonostante ci siano a bando 20mila posti per infermieri, questo numero non viene coperto: proponiamo che non si facciano pagare le tasse universitarie per incentivare i giovani ad intraprendere questa professione e che ci sia - afferma - un supporto economico per gli studenti fuori sede".
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