"Edisu ci affama: no al carovita sulla pelle degli studenti". Così recita uno striscione che è stato affisso questo pomeriggio fuori dalla Sala studio Edisu in via Michelangelo Buonarroti a Torino. Lo striscione è firmato dal collettivo 'Cambiare Rotta'. L'Ente regionale per il diritto allo studio universitario del Piemonte, che gestisce le residenze, è finito nei giorni scorsi al centro di una polemica sull'aumento delle tariffe della ristorazione. "Le proteste, che se civili sono sempre legittime, dovrebbero però tenere conto della realtà e cioè che con l'aumento delle borse di studio e le tariffe più basse d'Italia il diritto allo studio in Piemonte è ancora più garantito", è la replica di Alessandro Sciretti presidente Edisu. "Oggi - hanno scritto sui social gli attivisti - dopo essere stati a denunciare il numero chiuso per le facoltà di medicina e infermieristica, con un'azione di protesta all'Edisu abbiamo contestato l'aumento dei prezzi nelle mense affermando le ragioni degli studenti. La misura annunciata dalla regione e dall'Edisu prospetta un forte incremento del prezzo dei pasti per gli studenti di tutte le fasce ISEE che peseranno particolarmente sulla maggioranza di noi, quella non privilegiata. Le ragioni addotte sono l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, con la stessa scusa sarà diminuita la pressione dell'acqua calda e "razionalizzato" l'uso dell'energia elettrica nelle residenze dell'ente. L'istituzione preposta a tutelare il diritto allo studio lascerà che l'aumento del costo della vita, dettato da speculazioni, extraprofitti, coinvolgimento nella guerra alle porte dell'Europa e asservimento della politica e delle istituzioni all'UE pesi sugli studenti. Con una dichiarazione in risposta alle prime contestazioni studentesche il presidente Sciretti ha affermato che si debba ridurre la differenza fra prezzo di mercato dei pasti e prezzo pagati dagli utenti, e questa politica la viviamo sulla nostra pelle:vuol dire smantellare il diritto allo studio ancora una volta. Da sempre denunciamo questa tendenza: dagli accordi coi privati alle politiche abitative. Anziché potenziare e migliorare il servizio delle mense, gli atenei vengono privatizzati dalla stessa amministrazione concedendo spazi di Unito a Burger King, mentre per affrontare la domanda di posti letto per studenti fuori sede tanto il comune quanto gli investimenti nazionali col PNRR puntano sull'attrazione di capitali privati per studentati di lusso come quello che a breve sorgerà in Aurora e favorire profitti a nostre spese, luoghi inaccessibili ai più di noi. Gli unici studenti adatti a questo modello sono studenti ricchi che coi loro consumi favoriscano l'arricchimento delle aziende, che si possano permettere stanze costosissime in studentati privati o alle condizioni di un mercato degli affitti privati sempre più incontrollato. Nonostante le ultime giunte comunali e regionali di Torino, dalla destra al PD ai pentastellati, disegnino Torino come città universitaria, la realtà che viviamo sulla nostra pelle è ben diversa:no al carovita sulla pelle degli studenti!"
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