E' morta all'età di 96 anni Lidia Menapace. Da alcuni giorni era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bolzano. L'ex senatrice è deceduta alle ore 3.10. Menapace è stata nel 1964 la prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano (assieme Waltraud Deeg) e la prima donna in giunta provinciale. Attivista del movimento pacifista e femminista dal 2006 al 2008 è stata senatrice di Rifondazione comunista. "Sono rimasta partigiana tutta la vita, perché farla è una scelta di vita", amava dire Lidia Menapace. Il suo ultimo intervento in piazza risale a un anno fa, quando il 13 dicembre a Bolzano salì sul palco delle Sardine. "Quando le piazze si riempiono è sempre un buon segno", disse soddisfatta, accompagnata da un lungo applauso dei manifestanti. Lidia Brisca nasce il 3 aprile 1924 a Novara. Da giovane è una staffetta: la partigiana 'Bruna' in bicicletta porta messaggi e medicine ai ribelli piemontesi della Val d'Ossola, rischiando la vita. Nel dopoguerra si impegna nei movimenti cattolici, in particolare con la Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) e si appassiona alla politica e al femminismo. Lidia arriva a Bolzano nel 1952, per seguire il marito, il medico trentino Eugenio Menapace.
Storia di Lidia
Nel 1964, candidata della Democrazia Cristiana, viene eletta nel Consiglio provinciale di Bolzano come Assessora per affari sociali e sanità. E' la prima donna insieme a Waltraud Gebert Deeg della sinistra Dc. All’inizio degli anni Sessanta prende servizio presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore come lettore di Lingua italiana, ma in seguito ad un suo articolo intitolato “Per una scelta marxista” l’incarico non le venne rinnovato. Uscita dalla DC, nel ’68 simpatizza per il Partito Comunista Italiano, poi viene chiamata al “Manifesto”. Nel 1973 fu tra le promotrici del movimento Cristiani per il Socialismo ed entra a far parte del Comitato per i diritti civile delle prostitute come membro laico. Aderisce a Rifondazione comunista e nel 2006 viene eletta senatrice. Nell'aprile 2011 entra nel Comitato Nazionale dell’ANPI. Poco dopo la nascita del Governo Prodi fu proposta alla presidenza della Commissione Difesa al Senato, una proposta contestata da alcuni esponenti della Casa delle Libertà, visto il suo antimilitarismo. Dal 6 febbraio 2007 al 28 aprile 2008 ricopre la carica di presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. Nel 2009 Lidia Menapace si candida alle elezioni europee nella lista anticapitalista PRC-PdCI nella circoscrizione Nord-Est senza essere eletta a causa del mancato raggiungimento della soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale. Nel 2018 accetta di candidarsi per il Senato con Potere al Popolo. La lista non raggiunge però la soglia di sbarramento del 3% e dunque lei non viene eletta.
Foto scattata nel Giardino Donne della Resistenza in occasione della visita di Lidia ad Ivrea nel novembre 2016 nel Contesto del NO alla riforma della Costituzione
"L’abbiamo incontrata ad Ivrea nel 2016, in Sala Santa Marta, durante i lavori per il referendum costituzionale - scrive commosso il presidente dell'Anpi di Ivrea e Canavese Mario Beiletti - Colpiva subito di lei, sebbene di figura minuta, l’autorevolezza datale da tanti anni di impegno nella vita politica del Paese, l’energia, la vitalità, l’amore per la vita e il suo continuo l’impegno. Nonostante l’età, girava senza soste il Paese per portare il proprio contributo. Dotata di grande umorismo unito alla saggezza. Caustica e feroce contro ogni forma di fascismo. Orgogliosa di essere stata Partigiana, femminista da sempre, combattente sino all’ultimo. E il suo sorriso aperto, di monella che non dimenticheremo…". A salutare una vera combattente anche Rosanna Barzan, presidente delCentro documentazione Pace di Ivrea: "Ciao Lidia ostinata e instancabile difensora della Libertà. Onorate di aver conosciuto il tuo sorriso e la tua parola colta e ferma..."). Non in ultima Cadigia Perini segretaria del Circolo PRC-SE di Ivrea: “Ciao Lidia, ci mancherai, generosa compagna. Ricordiamo con affetto e riconoscenza l’ incontro appassionato nella nostra città per sostenere la campagna referendaria in difesa della Costituzione. Hai combattuto tante battaglie, tante ne avresti combattute ancora, accanto a noi, anzi avanti a noi a trascinarci con la tua inesauribile energia vitale. Solo un tremendo virus ti ha fermata, ma la tua forza rivoluzionaria rimarrà in tante e tanti di noi ad ispirarci a darci le motivazioni per continuare nell’impegno politico per le giuste lotte.”
Su Facebook il ricordo del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo
E così se n’è andata pure Lidia in quest’anno disseminato quotidianamente di tragedia. Sì, era anziana. Sì, era malata. Come decine di migliaia di altri falciati dal virus. Come se l’età o la patologia fossero il verdetto di una condanna o il segno di una colpa. Ma anche questa amarissima scomparsa ci deve interrogare su di un infragilirsi delle coscienze, dove un punto fondativo di civiltà – la pietà – sembra diventato evanescente, superfluo, o addirittura fastidioso. Pietas: era il sentimento per cui Enea portò con sé il vecchio padre Anchise e i Penati oltre mare verso l’ignoto.Ed è il momento del ricordo di Lidia, il momento in cui una scomparsa diventa presenza, rimane vita vivente che si succede nelle generazioni. E così diventa monumento, in senso etimologico l’atto permanente del ricordare, un monumento per il Paese. Ed ecco la pietà e il rispetto che conservano la traccia di chi c’era prima.Novarese, viveva a Bolzano. Partigiana della Resistenza, della pace, di quella democrazia in cui libertà ed eguaglianza vanno a braccetto nei fatti e non a chiacchiere, delle donne e dei loro diritti che parlano dei diritti di tutta l’umanità, Lidia Menapace era una bandiera dell’Anpi. Lidia, che rispondeva ad ogni chiamata, come la manifestazione dello scorso anno a Bolzano assieme ad una nuova generazione di cittadini, le sardine, o la presentazione di questo o quel volume, o le tante circostanze in cui era utile la parola o la presenza di chi ha fatto della sua vita una scelta di civiltà.Lidia, una staffetta combattente, al punto – lei pacifista convinta – di diventare sottotenente. “Sottotenente Bruna”. Lidia laureata col massimo dei voti, primo assessore donna in consiglio provinciale e poi parlamentare. Lidia, cattolica, fra le fondatrici del Manifesto. Lidia dirigente dell’Anpi – era del Comitato nazionale –, inquieta e allarmata davanti ai pericoli di una nuova destra acostituzionale e illiberale.Così, in breve, ciò che rimane a noi. Dai sogni e dalle necessità condivise nascono le comunità. Sogni e necessità, voler essere e dover essere, che erano, sono e saranno dell’Anpi. “È morto un partigiano nel far la guerra”, dice la canzone di Nuto Revelli. Oggi, a tanti anni di distanza è morta un’altra partigiana. Nel far la pace.
Il messaggio del segretario nazionale PRC-SE
La compagna Lidia Menapace non ce l'ha fatta. Abbiamo sperato in questi giorni che ci sorprendesse per l'ennesima volta con la sua inesauribile vitalità. Il suo nome si aggiunge al lungo elenco delle vittime del maledetto covid. Perdiamo non solo una compagna del nostro partito ma un punto di riferimento imprescindibile per tutta l'Italia democratica e antifascista. Lidia è stata una delle personalità più belle della storia della nostra Repubblica. Partigiana, comunista, femminista, pacifista Lidia ha dato un contributo straordinario alle lotte e all'elaborazione teorica, è stata un esempio di gioia, curiosità, spirito critico, di militanza intelligente, appassionata, instancabile. E' stata per tutta la vita una partigiana della lotta contro ogni forma di oppressione. Grazie Lidia per tutto quello che ci hai insegnato. Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Il messaggio del segretario provinciale PRC-SE Torino
“Se al potere c’è l’ingiustizia, la resistenza è un dovere”, Lidia Menapace Dopo una lunga ed esemplare esistenza la compagna Lidia Menapace, la staffetta partigiana come lei amava essere chiamata, ci ha lasciato. Aveva 96 anni ma chi l’ha conosciuta di persona sa della sua grande carica, del suo spirito indomito e giovanile. Doti che insieme al suo intenso trascorso politico, culturale, di partigiana, di femminista militante e di molto altro l’hanno fatta amare da tantissime perone. Noi ci onoriamo di averla avuta da sempre come compagna di Rifondazione Comunista. Ricordo ancora il passaggio conclusivo al suo appassionato discorso pronunciato in piazza Castello, a Torino, sempre tre ani fa, a conclusione della tradizionale fiaccolata del 24 aprile per la Festa di Liberazione: ”se al potere c’è l’ingiustizia, la resistenza è un dovere”. Faremo tesoro di questo tuo messaggio. La tua testimonianza all’insegna della resistenza, della speranza, dell’ottimismo è un incoraggiamento per tutti noi a guardare avanti, a non smettere mai di lottare per una società migliore e più giusta. Buon viaggio Lidia. Ezio Locatelli, segretario provinciale PRC-SE Torino
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