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09 Agosto 2020 - 22:37
Nicola Scarlatelli
Per il secondo semestre del 2020 le aziende hanno quindi aspettative negative: infatti, il 13.4% degli imprenditori pensa di aumentare il proprio fatturato (44) contro il 50.6% che lo prevede in diminuzione (167). Il 36% degli imprenditori stima che il fatturato sarà invariato (119). D’altronde 28 ditte pensano di chiudere l’attività entro fine anno e cioè l’8.5% del totale. A pesare negativamente sulle previsioni, sono sia la debole capacità di pianificazione sia le incertezze legate al quadro politico sia le più volte disattese promesse di riforma. Tutti i settori continuano ad essere in sofferenza. La crisi ha colpito più fortemente il trasporto dove l’83% degli intervistati è in perdita e tra questi ben il 39% delle ditte registra un calo di oltre il 50%. Il settore maggiormente rappresentato, quello della produzione, registra fatturati in calo per l’84.3% delle ditte con le perdite maggiori che si attestano dal 10 al 30% (31% dei casi) e tra il 30 e il 50% (28%). Situazione simile nel commercio dove il calo di fatturato interessa l’88.7% delle imprese e le perdite maggiori si attestano dal 10 al 30% (26% dei casi) e tra il 30 e il 50% (31%) Ha retto meglio il settore dei servizi dove le perdite pur interessando l’83.6% dei rispondenti si limitano per il 29% dei casi ad un calo tra il 10 e il 30% e per il 21% ad un calo tra il 30 e il 50% . L’utilizzo degli ammortizzatori sociali ha interessato il 51.2% delle imprese Sul fronte dell’occupazione, le previsioni per il II semestre non sono rosee: se l’80 % delle aziende pensa di mantenere invariato il numero degli addetti (264), il 18.2% delle aziende pensa che diminuirà (60); solo 6 aziende pensano di aumentare il personale (1.8%). Il ricorso alla CIG in deroga e al fondo di sostegno al reddito dell’Ebap (Ente Bilaterale dell’artigianato piemontese) ha interessato nel I semestre 2020 il 51.2%% delle imprese (169), per una media di 6/8 settimane ma in pochissimi casi per la totalità dipendenti. Le persone interessate dagli ammortizzatori sociali sono state in totale quasi 900 su 1230 lavoratori totali. Inoltre, gli imprenditori che pensano di utilizzare ammortizzatori nel secondo semestre sono il 29.7% (98). Tutte le aziende sono concordi nel denunciare l’eccessivo costo del lavoro. Hanno fatto ricorso allo smartworking 65 imprese (19.7%), che scendono a 41 (12.4%) nelle previsioni di utilizzo per il II semestre 2020. Il 41.5% delle aziende ha fatto ricorso agli strumenti finanziari del Decreto Liquidità Il 67.8% (224) delle imprese intervistate ha un mutuo o finanziamento in essere. Relativamente al rapporto con gli istituti di credito, l’89.7 % (296) delle imprese dichiara di non aver subito riduzioni o revoche degli affidamenti. Il 41.5% (137) degli intervistati dichiara di aver fatto ricorso agli strumenti finanziari previsti dal Decreto Liquidità e il 64.9% di chi vi ha fatto ricorso ha richiesto l’importo massimo di 25/30 mila euro. Per l’83.4% di chi ha chiesto un finanziamento, la pratica si è già conclusa. Per il 14.5% (48) degli intervistati però sono aumentati i tempi di concessione del credito bancario. Si aggrava il problema dei ritardi di pagamento: il 34.5% (114) delle imprese intervistate dichiara un aumento dei tempi di incasso da parte di altre aziende, invariati per il 49% (162) delle imprese. Focus nuove tecnologie Si attestano al 14.5% le imprese che investono (48) e gli investimenti riguardano per il 95.8% (ben 46 imprese) le tecnologie digitali e l’innovazione di processo. Inoltre, il 10% delle imprese (34) pensa di investire in formazione sulle tecnologie digitali nel II semestre 2020. Il coronavirus quindi ha spinto alla digitalizzazione: nel corso dell’emergenza sanitaria le micro e piccole imprese hanno significativamente aumentato l’uso del canale digitale per relazionarsi con clienti e fornitori. Il 51% delle aziende (169) ha più di un pc in azienda e praticamente la totalità dei pc utilizzati sono collegati ad Internet. Il 55.5% delle imprese (183) dichiara di utilizzare una connessione a banda larga, ma il 52.7% (174) delle imprese dichiara di non utilizzare affatto i social media per la propria attività professionale. L’utilizzo dei canali social per la propria attività
Sono comunque il 40.6% (134) quelle che utilizzano Facebook e il 22% (74) Instagram. Nel I semestre 2020 il 13.9% (46) delle aziende dichiara di aver aumentato l’utilizzo dei social, per l’809% (267) è rimasto invariato. Nel I semestre il 20.6% (68) delle imprese ha utilizzato video call o webinar per rapportarsi con i clienti. Nel I semestre 2020 il 46.6% (154) delle imprese ha fatto acquisti online: per il 39.6% (61) di prodotti hi tech, per l’11.8% (39) di alimentari o comunque spesa a domicilio, per l’8.8% (29) di abbigliamento e calzature. Solo il 12.4% (41) delle imprese ha un sito ecommerce, ma ben il 60% (198) delle imprese dichiara di essereEdicola digitale
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