Sono circa 170.000 le persone che hanno depositato le proprie Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat) nei Comuni italiani, ovvero lo ha fatto un cittadino ogni 355 abitanti. A fare peggio sono i comuni di Trapani, l'Aquila e Roma ma, in generale, non mancano inadempienze e ritardi. In attesa della Banca dati - il cui decreto istitutivo è stato firmato nei giorni scorsi dal ministro della Salute Roberto Speranza - e della campagna informativa istituzionale, sono queste le stime che emergono dalla prima indagine nazionale condotta dall'Associazione Luca Coscioni. Per capire la situazione in Italia, l'associazione ha promosso un accesso agli atti per richiedere ai 106 Comuni con più di 60mila abitanti quante Dat sono state ricevute dall'entrata in vigore della legge 219 del 2017. Di questi, 73 Comuni hanno risposto e, sommando i loro dati, risultano depositate 37.493 Dat, con un +23% nei primi tre trimestri del 2019 rispetto ai primi tre trimestri del 2018. Proiettando il numero sul totale della popolazione, si stima che a ottobre 2019 siano state depositate nei comuni 170mila Dat. In rapporto alla popolazione, a fare peggio sono i comuni di Trapani (un biotestamento ogni 1.300 abitanti), L'Aquila (uno ogni 1.250) e Roma (uno ogni 850). I migliori sono invece Pesaro (con un biotestamento ogni 140 abitanti), Matera (1 ogni 150) e Varese (1 ogni 155). In generale il numero di Dat in rapporto alla popolazione aumenta nel Nord-Est e diminuisce al Sud. "La differenza nei dati - commenta Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni - è esclusiva responsabilità della politica, quella nazionale per l'assenza di una campagna informativa, quella locale per gli ostacoli che i Comuni frappongono ai cittadini". Nessuna Regione italiana ha inserito le Dat nel fascicolo sanitario elettronico. Inoltre, a livello istituzionale, non è ancora stata condotta alcuna campagna informativa sul tema. Il risultato è che per l'84% degli italiani le istituzioni non hanno correttamente informato i cittadini. Per colmare la mancanza l'Associazione Coscioni ha lanciato CitBOT, la prima chat-bot al mondo in grado di consentire ai cittadino di difendere le proprie libertà civili, fornendo informazioni grazie all'intelligenza artificiale.
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