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MILANO. Torna MiTo, con 125 concerti per una musica 4.0

Nell'epoca in cui si comunica con i social, i film si vedono sullo smart phone, anche la musica si deve adeguare, diventare 4.0. E teatri e musicisti si devono 'modernizzare', secondo Nicola Campogrande, il direttore artistico del festival MiTo che dal 3 al 19 settembre offrirà 125 appuntamenti fra Milano e Torino. Concerti non solo a prezzi ridottissimi ma in luoghi anche insoliti(come le Officine Grandi Riparazioni di Torino), con un'introduzione di 4 minuti per accogliere e coinvolgere il pubblico, con programmi non scontati (molte le prime esecuzioni assolute o italiane) legati tutti da un unico tema: la danza. "I teatri e i musicisti si devono svecchiare - ha detto - e MiTo sta dimostrando che si può fare" con un pubblico molto eterogeneo che affolla ogni appuntamento a dimostrazione che "la musica classica è viva e palpitante". Questo non significa fare programmi 'facili' ma nuovi "diversi da quelli che si fanno da cento anni sempre uguali", con un occhio in particolare ai compositori contemporanei (140 eseguiti quest'anno). L'inserimento di brani 'nuovi' è uno degli elementi dello svecchiamento che Campogrande vorrebbe si estendesse a tutti i teatri. Nel caso di MiTo un esempio di questa pratica è il concerto d'apertura del festival con la Royal Philharmonic Orchestra che eseguirà un grande classico come l'Uccello di fuoco di Stravinskij ma anche la Träumerei, da Kinderszenen di Schumann nell'orchestrazione di Victoria Borisova-Ollas dall'originale per pianoforte, una prima assoluta in Italia. Sul palco a dirigere una donna, Marin Alsop, come donna è la solista, la violinista (e compositrice) Julia Fischer. Molte infatti sono le presenze femminili significative del festival come la star assoluta Martha Argerich che si esibirà al pianoforte con l'orchestra giovanile dello Stato di Bahia, o la percussionista sorda Evelyn Glennie o la pianista Zee Zee. Non si tratta di quote rosa però. "E' una coincidenza - ha spiegato Campogrande - ed è il segno dei tempi. Il mondo è pieno di musiciste di talento ed è normale che siano al festival". Insomma MiTo conferma la sua vocazione 'contemporanea' anche in questo: "siamo lo specchio dei tempi". I musicisti, ha assicurato il direttore artistico, abbracciano il nuovo approccio con entusiasmo. Il violoncellista Enrico Dindo, ad esempio, ha accettato "con entusiasmo" di inserire nella sua esibizione con l'orchestra sinfonica della Rai Azul di Osvaldo Golijov "un pezzo scritto per Yo Yo Ma, nonostante sia lungo e virtuosistico". Nel cartellone di MiTo figurano grandi orchestre come la Filarmonica della Scala diretta da Chung, il Kronos Quartet in esclusiva dagli Stati Uniti. E c'è spazio anche per una nuova collaborazione che ha creato uno spettacolo in prima assoluta con musiche commissionate da MiTo a Giorgio Colombo Taccani eseguite da Sentieri selvagggi e una coreografia commissionata da Torinodanza e MilanoOltre a Diego Tortelli danzata da Aterballetto. Quest'anno poi a MiTo è arrivato anche un contributo statale di 195 mila euro, che vengono dal Fondo Unico per lo Spettacolo. Non molto rispetto al bilancio di quasi 4 milioni ma comunque "un bel segnale" ha concluso Campogrande.
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