Un'operazione condotta tra Sassari, Vercelli e Udine e coordinata dai carabinieri di Porto Torres ha permesso di sgominare un gruppo criminale composto da nigeriani che sfruttavano giovani connazionali avviandole alla prostituzione. I militari della compagnia portotorrese, con il supporto dello squadrone eliportato dei cacciatori di Sardegna, hanno eseguito undici fermi emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari a carico di altrettanti indagati, accusati in concorso di tratta di persone, prostituzione minorile, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale, estorsione, ricettazione, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, minacce e violenza privata. L'indagine dei carabinieri ha permesso di documentare le attività illecite di un gruppo di persone di nazionalità nigeriana, attivo in tutto il territorio nazionale ma con sede operativa nel centro storico di Sassari, dedito al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di giovani connazionali, trasportate in Italia per essere sfruttate sessualmente. Il lavoro dei militari ha permesso di ricostruire le rotte percorse da almeno quattro delle vittime della tratta e di accertare che venivano raggirate con la promessa di un impiego in Europa e soggiogate psicologicamente con riti "voodoo" per costringerle a restituire 30mila euro per spese di viaggio. Le giovanissime e i loro parenti in Nigeria venivano minacciati di morte. Ai vertici dell'organizzazione i "passeur", le "madame" e gli "sponsor", che per acquistare le malcapitate surrogavano il loro debito. Controlli clinici hanno permesso di riscontrare che una delle minorenni coinvolte è stata stuprata, mentre un'altra, rimasta incinta, è stata fatta abortire. Gli 11 fermati sono: Sandra Solomon, di 38 anni, Godstime Edobor, di 21, Susan Imafidon, di 34, Atawe Eke Nomaeghele, di 31, Evidence Ajakaiye, di 33, Paul Okhaforh, di 27, Antony Ebuhei, di 38, Oghogho Idahor, di 35, Vicent Godstime, di 40, Vivian Edobor, di 39, e Nelson Osahenowmuen, di 33. Sono stati rinchiusi nel carcere di Bancali e in quello di Milano Opera.
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