ROMA. Cucchi: avvocato Amodio, è una giustizia travagliata

"Non è una giustizia negata ma una giustizia travagliata. Sempre, quando si devono accendere i riflettori su un reato addebitato alle forze dell'ordine, vi sono inevitabili difficoltà investigative. Perché è un potere che deve indagare su un altro potere e quindi ci sono ritrosie e alzate di scudi". Lo dice alla Stampa l'avvocato penalista Ennio Amodio a proposito del caso Cucchi e di tutti quelli in cui sul banco degli imputati finiscono uomini delle forze dell'ordine. "Non bisogna dimenticare che in particolare la magistratura inquirente ha bisogno di apparati investigativi che, necessariamente, in queste situazioni finiscono per rimanere impigliati nelle maglie di un potere che sa trincerarsi dietro certe posizioni che finiscono per essere impermeabili", spiega. "Nel sistema francese, ad esempio, era prevista una norma che attribuiva la competenza a indagare su reati delle forze dell'ordine a una sede diversa da quella dove i poliziotti svolgono le loro funzioni". Da noi "vale solo per i magistrati, articolo 11, ma per agenti di polizia giudiziaria non c'è un'analoga disposizione. E quindi le indagini finiscono per essere attribuite a chi, per anni, magari ha lavorato fianco a fianco a quegli agenti ora nel mirino dell'indagine". La disposizione della nostra Costituzione che punisce "ogni forma di violenza fisica e morale su persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà", aggiunge, "finisce un po' per disperdersi in un rivolo di disposizioni efficaci ma non così forti come una normativa che incrimini di per sé la tortura. Forse la ritrosia sta nel fatto che non bisogna dimenticare, al di là del caso Cucchi, che ci sono diverse persone che simulano trattamenti di durezza mai avvenuti".