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ROMA. Raggi-Giachetti,veleni e polemiche prima del voto

Veleni e polemiche. Si chiude così la campagna elettorale a Roma con uno scontro totale Pd-M5S. A infiammare le ultime ore pre-elettorali un incarico conferito dalla Asl di Civitavecchia, città governata dai 5 stelle, a Virginia Raggi per recupero crediti. Incarico che, secondo il Pd, l'avvocatessa candidata pentastellata ha omesso di dichiarare una volta divenuta consigliera di fatto incorrendo in "una falsa dichiarazione" e meritando, a detta di Alfonso Sabella, già magistrato, già assessore di Ignazio Marino e ora capo di gabinetto in pectore di Roberto Giachetti, "un avviso di garanzia". E' un articolo sul Fatto quotidiano a dare il via alla querelle e svelare quella che per il quotidiano e il Pd è "un'omissione" che viene respinta al mittente dall'avvocato di Raggi, Pietro Morricone: "ha dichiarato tutto, è tutto in regola, in applicazione del decreto trasparenza" e, replicando alle bordate del Pd, chiarisce: la legge Severino non c'entra, e quindi non si possono neanche ipotizzare eventuali reati o ineleggibilità. Raggi, sul trenino Roma-Lido, diretta ad Ostia da "comune cittadina" per il suo comizio finale dice: "è l'ultima goccia di fango, tra 48 ore avremo la possibilità di voltare pagina".

Però c'è chi nel Pd come Ernesto Carbone azzarda che questa "amnesia" potrebbe costare alla                 Raggi l'eleggibilità. "Potrebbe finire indagata per falsa dichiarazione? C'è una violazione della Legge Severino? E se fosse dichiarata ineleggibile, in caso di sua eventuale vittoria, ci troveremmo di fronte ad un Comune di Roma senza sindaco a poche settimane dal voto?", si chiede Carbone. Il Pd è tutto mobilitato sull'affaire Raggi-Asl.

Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti chiede "una relazione sulle ragioni che hanno portato ad affidare l'incarico alla Raggi". Il commissario del Pd Matteo Orfini si spinge oltre: "Se è tutto vero, quella della Raggi non è una dimenticanza, è un reato". E Giachetti non è da meno: "Quando andavamo nei confronti ci guardavano quasi con schifo. Ma ora mi dispiace questo non potete permettervelo: a chi vi ha votato dovete spiegare che siete uguali a tutti gli altri".

Intanto si snocciolano comizi e nomi. Giachetti, con un colpo a sorpresa, completa la sua squadra piazzando Flavia Perina, outsider di destra, alla comunicazione. Plaude persino Francesco Storace: "una mossa fuori da ogni faziosità, ed è pure brava".

Raggi presenta 4 nomi della sua squadra: oltre a Paolo Berdini all'Urbanistica e Andrea Lo Cicero, alla qualità della vita, accessibilità e sport, nomi già fatti, le novità sono Paola Muraro alla sostenibilità, laureata in scienze agrarie, una esperta che già collabora con Ama; alla crescita culturale, Luca Bergamo, già segretario di Culture Action Europe e inventore di Enzimi.

Gli ultimi comizi si consumano a molti chilometri uno dall'altro, quasi a sancire la distanza tra i due competitor.

Giachetti al Flaminio al ponte della Musica, in un quadrante di grandi opere e riqualificazioni come l'Auditorium, il Maxxi e non lontano dal quartiere generale dell'anima olimpionica il Foro Italico. "Vogliamo dare a Roma il senso della comunità, vogliamo unire la città", dice. Raggi parla invece a Ostia, dove M5S al primo turno ha incassato il 44%, unico municipio dove non si vota perché sciolto per mafia, territorio negletto insomma, una capitale che capitale non sembra più. Affiancata dal vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5s Luigi Di Maio, dal deputato Alessandro Di Battista e dalla senatrice Paola Taverna, la candidata pentastellata ha lanciato la sfida finale: "Da qui vogliamo aprire una nuova era per Roma".

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