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05 Aprile 2016 - 14:45
sanità
L'area autonoma della dirigenza medica e sanitaria disporrà di un proprio contratto distinto. E' questo il principale risultato ottenuto con la firma, avvenuta all'alba di oggi, dell'ipotesi di accordo quadro per la definizione delle aree e dei comparti, adempimento preliminare per la riapertura di tutti i contratti di categoria. Lo rendono noto i sindacati medici.
''Dopo l'atto di indirizzo del ministro della Funzione Pubblica - sottolinea il maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed - la conclusione della trattativa sulle aree rappresenta il passo decisivo per la ripresa della stagione contrattuale. L'accordo-quadro accoglie i criteri di specificità, numerosità ed affinità del servizio come fondamentali per la determinazione delle aree, come da tempo chiesto. Di conseguenza, la dirigenza medica e sanitaria per numerosità, specificità dell'iter formativo, modalità di accesso, diversa origine giuridica, oltre che per la peculiarità dell'attività svolta al servizio dei cittadini, ed i particolari istituti economici e normativi, ha un'area autonoma, messa in discussione dalla legge n. 150 del 2009 e da quanti non vedevano di buon occhio l'autonomia contrattuale dei medici e dei dirigenti sanitari''. Sul piano politico, avverte il sindacato, ''il governo non ha più alibi per definire il finanziamento, come stabilito dalla legge di stabilità, e in tempi brevi, superando tatticismi e interessi di bottega, dare spazio alla nuova stagione contrattuale''. E' stata ribadita, rileva inoltre la confederazione Cosmed, la collocazione nelle aree dirigenziali dei medici e sanitari del Ministero della salute e degli enti pubblici (AIFA, CRI), nonché di medici e sanitari che operano negli Enti pubblici non economici (INAIL e INPS).
Adesso, commenta il segretario Generale Giorgio Cavallero, ''non ci sono più alibi o ostacoli normativi per la riapertura della stagione negoziale, fermo restando la necessità di adeguare le disponibilità economiche per i rinnovi contrattuali''.
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