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18 Marzo 2016 - 16:29
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"L'Università italiana è in declino: 130 mila studenti in meno su 1,7 milioni negli ultimi ultimi cinque anni. Circa 10 mila docenti e ricercatori in meno su 60.500 dal 2008 al 2015 e cinquemila dottori di ricerca in meno nell'ultimo quinquennio". Alla vigilia della dell'iniziativa promossa dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui) 'Per una nuova primavera dell'Università', in programma il 21 marzo in tutte le sedi degli Atenei statali e non statali, il segretario generale della Crui e rettore dell'Università di Udine, Alberto Felice De Toni, lancia l'allarme e invita il governo a "farsi carico delle proposte che saranno sintetizzate in un documento unitario redatto dalla Crui per riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell'alta formazione per il futuro del Paese".
De Toni stila l'ultimo 'cahier de doléances' degli Atenei.
"In Italia si investono circa 100 euro per abitante sull'Università - spiega - ovvero una cifra di gran lunga inferiore rispetto ai maggiori Paesi europei: in Germania sono 304, in Francia 303, in Giappone 331, in Corea del Sud, 628".
L'Italia, poi, ha il numero di laureati più basso d'Europa. "E cioè il 17% - continua De Toni -, contro il 27% in Germania, il 32% in Francia, il 42% nel Regno Unito". Tra gli altri dati che destano preoccupazione, "la perdita di oltre il 13% del personale docente, contro una media del 5% del pubblico impiego", senza contare il diritto allo studio. "Gli studenti che ne usufruiscono in Italia oscillano tra lo 0 e il 9% - afferma il segretario generale della Crui -, mentre in Germania tra il 10 e il 30%, in Francia tra il 40 e l'80%". Anche i livelli di retribuzione del personale amministrativo e docente sono tra i più bassi d'Europa e i contratti sono fermi al 2009.
A fronte di questa situazione, sottolinea De Toni, le richieste al governo possono essere sintetizzate in cinque punti. "Il primo è che il fondo di funzionamento ordinario sia riportato ai livelli del 2008, cioè stanziando almeno 1 miliardo in più", spiega De Toni. Secondo punto, "un piano straordinario per il reclutamento dei ricercatori, anche richiamando quelli che sono all'estero". Terzo, "un progetto di didattica per le lauree professionalizzanti".
De Toni segnala che in Italia, "su 100 ragazzi che terminano le scuole superiori, il 50% va all'università, e solo lo 0,4% approda all'Istruzione Tecnica Superiore, mentre in Germania la cifra si aggira intorno al 30%. Questo perché - commenta -, noi abbiamo un buco nell'offerta formativa". Le ultime due richieste sono "la semplificazione normativa", perché, fa sapere il segretario generale, "di solito ci chiedono di competere con Harvard e poi applicano all'università le stesse norme che riguardano i comuni o altri settori della finanza pubblica".
Infine De Toni invita il sistema Paese, "a considerare l'Università un partner da invitare sempre ai tavoli che definiscono le politiche di sviluppo economico e sociale".
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