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10 Febbraio 2016 - 18:42
Protezione civile
Creare i migliori presupposti per l'omogeneizzazione dei metodi, la semplificazione delle procedure e una migliore efficacia complessiva del sistema di protezione civile: sono questi gli obiettivi principali delle "Indicazioni per l'omogeneizzazione dei messaggi di allertamento e delle relative Fasi operative per rischio meteo-idrogeologico e idraulico" firmate oggi dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio (disponibili sul sito www.protezionecivile.gov.it).
A undici anni dall'emanazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 che ha definito la nascita dell'attuale sistema di allertamento, incardinato nella rete dei Centri Funzionali - e anche sulla base della forte spinta impressa, dopo gli eventi alluvionali dell'autunno 2013, in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - è risultata più forte la necessità di rafforzarne l'uniformità di impostazione sul territorio nazionale, tenendo conto delle specificità e delle prerogative di ognuno.
La piena operatività dei Centri funzionali decentrati, infatti, rende fondamentale la necessità di uniformare sia i messaggi di allertamento sia la denominazione delle fasi operative, intese come sintesi delle azioni di prevenzione e gestione dell'emergenza che i sistemi territoriali mettono in campo in considerazione dell'allerta.
"L'omogeneizzazione dei codici colore e delle fasi operative - conferma il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio - ha lo scopo di portare tutto il sistema di protezione civile a parlare, soprattutto ai cittadini, con la stessa lingua, in modo più chiaro e comprensibile di quanto accade oggi".
Il primo risultato raggiunto è stata la creazione di una corrispondenza biunivoca tra i livelli di criticità e i livelli di allerta, così da "tradurre" l'informazione tecnico-scientifica in un'informazione più immediata soprattutto per i cittadini: non si parlerà più, quindi, di criticità "ordinaria", "moderata" o "elevata, ma di allerta "gialla", "arancione" o "rossa". Il secondo risultato raggiunto - spiega ancora la Protezione Civile - è stato quello di denominare in modo chiaro e uniforme anche le fasi operative che ai diversi livelli - da quello regionale al provinciale al comunale - i vari soggetti dichiareranno: "attenzione", "preallarme", "allarme". Infatti, sulla base delle allerte "gialla" o "arancione" o "rossa", le autorità competenti individueranno, a ciascun livello territoriale, la fase operativa più adeguata per affrontare la situazione, senza però che vi sia un automatismo tra livelli di allerta e fasi operative, poiché la decisione di "mettersi" in attenzione piuttosto con i preallarme è strettamente connessa sia alla capacità di risposta della struttura e alla vulnerabilità del territorio sia alle informazioni provenienti non solo dalle attività previsionali ma anche dalle quelle di monitoraggio e sorveglianza.
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