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ANDRATE. Sindaco indagato per abuso d'atti d'ufficio

ANDRATE. Sindaco indagato per abuso d'atti d'ufficio

L'ex Sindaco Giulio Roffino

Ora che il Disegno di Legge Delrio è passato anche al Senato, concedendo peraltro la possibilità in deroga per quest'anno del terzo mandato nei piccoli comuni, c'è da aspettarsi che al Sindaco uscente Giulio Roffino non salti in testa la bizzarra idea di ripresentarsi. Lui, ormai, lo ha già detto in tutte le salse: "finita questa tornata non mi ricandiderò" va asserendo ai quattro venti da mesi.

Un impegno ribadito anche in una recente lettera, su carta timbrata del Comune, che un paio di settimane fa ha distribuito nelle buche delle lettere dei cittadini, recandosi di casa in casa con il suo inseprabile zainetto in spalla, di fronte alla recente e sconvolgente notizia che la Procura di Ivrea ha avviato delle indagini ipotizzando, a carico suo e del tecnico comunale Federico Capone, il reato di abuso di atti d'ufficio, relativo all'autorizzazione rilasciata ai titolari del ristorante "Mangia e Bevi" per la posa di un dehor.

"E' una imputazione così grave – ammette Roffino nella lettera datata 10 marzo – che in tempi diversi avrei rassegnato immediatamente le dimissioni. Mancando solo due mesi alle elezioni, non ritengo valga la pena di avviare una procedura di fatto inutile". Dimettersi adesso significherebbe infatti far commissariare il Comune. L'ipotesi è di fatto grave perchè, come riconosce lo stesso Roffino, significa che non è stato commesso un semplice errore ma viene coscientemente favorito qualcuno ai danni di qualcun altro.

Il Sindaco uscente si difende come fanno tutti gli indagati, sostenendo addirittura che "a mio parere questo reato è uno dei più infamanti per un pubblico ufficiale". In attesa chela giustizia faccia il suo corso è allora auspicabile che decida davvero di farsi da parte.

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