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14 Ottobre 2022 - 17:16
L’autrice è la figlia di Osvaldo e Liliana Dighera, vittime, il 10 aprile 2021, del vicino di casa Renzo Tarabella, pensionato di Rivarolo Canavese chepoco prima di ucciderli, aveva freddato la moglie Maria Grazia Valovatto e il figlio disabile Wilson. Ricordi di una vita famigliare felice e di un “dopo” difficile da capire e ancor più da spiegare a una bambina, la figlia di Francesca, che chiede «Dove sono i nonni?». «Via con te è nato per non dimenticare -spiega Francesca-:il tempo, si sa, è un anestetico per il dolore ma io vorrei che, con me, si comportasse in maniera un po’ speciale. Così lo scrivere è diventato naturale per non perdere ricordi e particolari».Una serie di istantanee felici, spezzata da quel 10 aprile che, per Francesca è stato quello che l’11 settembre 2001 ha rappresentato per il mondo: «Dico spesso che quella notte la mia prima parte di vita è finita. Da quel momento in poi ne è iniziata un'altra, completamente diversa». Le pagine del libro contengono anche un appello che Francesca non smette di lanciare: «Basta armi: non portano a nulla di bello. Le armi in casa, a maggior ragione, possono essere solo strumento di grande dolore e profonda sofferenza. Nell’ultimo anno ho parlato con tante persone di quello che è successo. E in molti casi ho trovato interlocutori che, nelle proprie case, per svariati motivi, custodiscono armi. Io lo trovo molto estremo, lontano dagli insegnamenti della mia famiglia e lontano dal mondo che vorrei per le generazioni future». Alla serata parteciperà Luisa Dodaro, psicoterapeuta EMDR:«La sua presenza–spiega Francesca Dighera -èun valore aggiunto. Lei mi ha aiutato ad alleggerire la mia anima da un peso che a momenti era davvero soffocante. Il suo intervento é volto a fare conoscere il metodo EMDR nella gestione di grandi traumi, come il mio. Nonostante io sia sempre stata una persona molto salda e positiva, mi sono resa conto fin da subito che avevo bisogno di un aiuto, di un supporto perché quanto accaduto era davvero più grande di me. Ed è quanto mi preme sottolineare anche alle altre persone che per un motivo o per l'altro si possono trovare in difficoltà. Farsi aiutare non deve essere una vergogna, ma un diritto per salvaguardare il nostro essere e cercare di fare star bene noi stessi e chi ci sta intorno».Edicola digitale
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